Storia segreta/Capo VIII: differenze tra le versioni

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''Teodora per impossessarsi delle ricchezze di Belisario stabilisce il matrimonio della fìglia di lni con Anastasio suo nipote. Belisario é spedito alla guerra d'Italia a patto che, nulla contribuisca l'Imperadore per le spese occorrenti. Cattivo successo di quella guerra. Avarizia di Belisario.''|prec=../7|succ=../9}}
 
Era assai tempo che Giustiniano e Teodora di mal occhio vedevano le immense ricchezze di Belisario , convenienti piuttosto all’erario imperiale; e vedevano con dispetto che de’ confiscati tesori di Gelimero, e di Vitige la massima parte da lui fosse stata altrove riposta, e la minima, e quasi di niuno importare, data all’Imperadore. Ma quel dispetto aveansi tenuto nel cuor loro celato per riguardo alle alte imprese da quel sommo uomo condotte a buon fine, e per timore de’cattivi giudizii, che di loro gli altri avrebbon fatti, massimamente non potendo allegare contro di lui alcun motivo. Ma quando l’ Augusta il vide sì pieno di paura , e pronto a fare checché si volesse da lui, con un atto solo trovò il mezzo d’impossessarsi di tutte le sue ricchezze; cioé con un parentado che immediatamente stipulò ; e fu questo di dare Giovannina, unica figlia che Belisario avea, in isposa ad Anastasio, che le era nipote per parte di una figliuola.
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Giunto adunque in Italia , per disfavore del divino Nume un gran rovescio di cose incominciò di giorno in giorno a soffrire. Nella prima guerra contra Teodato e Vitige, per lo più gli erano riuscite bene le misure che secondo le circostanze avea prese , benché paressero per niun conto opportune al caso. Ma nella seconda fu di parecchi opinione, che ottime misure realmente prendesse , come già esperto di quanto una guerra in Italia comportava; ma andategli per lo più malamente le cose, sorse e confermossi altro sentimento, cioé, che le misure prese fossero cattive. Veramente bisogna dire che le faccende de’mortali non dalla ragione umana , ma sieno rette da Dio, comunque gli uomini sieno stati soliti a parlar di fortuna, conoscitori al certo degli eventi, ma ignari delle cause, onde quelli procedono: dal che poi nasce che ove non trovano ragione de’ fatti, tosto li spieghino per opere di quella. Lascio però che ognuno su di ciò pensi a suo modo. Dirò intanto che dopo la seconda sua spedizione in Italia Belisario vergognosissimamente ne partì , mentre per cinqne interi anni non gli bastò l’ animo, conforme già accennai, di prender terra coll’ armata, né di ripararsi in alcun luogo forte. Egli non fece continuamente altro che andar correndo colle navi su e giù rasente le spiagge marittime. E quantunque imprudentemente Totila desiderasse di venire al fatto d’armi con lui e con tutto l’ esercito de’ Romani, non poté mai a ciò ridurlo : tanto era il timore , che preso avea Belisario ! Non riparò questi adunque in nissun modo alle disgrazie della Italia : ché anzi di più lasciossi scappar dalle mani e Roma e le altre città, che pur tenevansi ancora a devozione dell’Imperio. Non ricevendo egli poi in quella guerra alcun denaro dall’ erario imperiale, diessi ad un’ avarizia profonda ; ed ogni suo studio rivolse a cercar la maniera di spendere il meno che gli fosse possibile. Per questo quasi tutti gl’ Italiani, i Ravennati , e i Siciliani, e quanti altri la fortuna gli dié in potere, crudelmente spogliò, multandoli, non so con che diritto, perfino de’ pensieri della vita antecedente. Così volendo fare con Erodiano , il richiese di denaro, la richiesta accompagnando con minacce acerbissime, delle quali piccato quegli, il giuramento rivocò che dato avea a’ Romani ; e le sue coorti, e sé stesso , e Spoleto, affidò a Totila e ai Goti.
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