Pagina:L'aes grave del Museo Kircheriano.djvu/123: differenze tra le versioni

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che quelle colla testa del Gallo torquato appartenessero a Rimini. Secondo il desiderio manifestatomi, mio nipote le consegnerà il triente, il quadrante, il sestante e l’oncia ch’io ne ho. I primi tre sono stati acquistati da me stesso ne’ nostri paesi, quando mi sono capitati, non avendo mai fatto incetta di simili medaglie, che non appartengono alle classi da me predilette. Anche quelle possedute dal Collegio Romano debbono essere di eguale provenienza. Da un vecchio catalogo di mio padre conosco ch’egli ne aveva il quincunce, il quadrante, il sestante e l’oncia; e dall’indice che poi compilò nel 1787, vedo che non gli era rimasta se non quest’ultima, la quale è stata di fatti la sola di tale qualità, che mi abbia lasciata. Trovandosi i pezzi mancanti nel museo del Collegio Romano, è naturalissimo che fossero da lui ceduti al Cardinale Zelada, da cui aveva avuto commissione di formare quella raccolta. Aggiungerò che io serbo l’indice delle monete ''aeris gravis'' possedute dal Prelato a quel tempo, poscia Cardinal Borgia, nella quale collezione quantunque abbastanza ricca, mancavano tutte quelle colla testa del Gallo; e che fu pure mio padre che glie ne diede il quadrante, notando che pesava oncie 3 denari 23. Tutto ciò le proverà, che tali medaglie, quantunque sparse in diversi musei, provengono generalmente da’ nostri luoghi e in fatti esse si trovano in quantità ne’ musei dell’Olivieri e del {{AutoreCitato|Giovan Battista Passeri|Passeri}}, il qual ultimo nella sua disertazione ''De Re Nummaria Etruscorum'', aggiunta all’Etruria Regale del {{AutoreCitato|Thomas Dempster|Dempstero}}, publicò l’asse corrispondente col rovescio della testa di cavallo „.
che quelle colla testa del Gallo torquato appartenessero a Rimini. Secondo il desiderio manifestatomi, mio nipote le consegnerà il triente, il quadrante, il sestante e l’oncia ch’io ne ho. I primi tre sono stati acquistati da me stesso ne’ nostri paesi, quando mi sono capitati, non avendo mai fatto incetta di simili medaglie, che non appartengono alle classi da me predilette. Anche quelle possedute dal Collegio Romano debbono essere di eguale provenienza. Da un vecchio catalogo di mio padre conosco ch’egli ne aveva il quincunce, il quadrante, il sestante e l’oncia; e dall’indice che poi compilò nel 1787, vedo che non gli era rimasta se non quest’ultima, la quale è stata di fatti la sola di tale qualità, che mi abbia lasciata. Trovandosi i pezzi mancanti nel museo del Collegio Romano, è naturalissimo che fossero da lui ceduti al Cardinale Zelada, da cui aveva avuto commissione di formare quella raccolta. Aggiungerò che io serbo l’indice delle monete ''aeris gravis'' possedute dal Prelato a quel tempo, poscia Cardinal {{Ac|Stefano Borgia|Borgia}}, nella quale collezione quantunque abbastanza ricca, mancavano tutte quelle colla testa del Gallo; e che fu pure mio padre che glie ne diede il quadrante, notando che pesava oncie 3 denari 23. Tutto ciò le proverà, che tali medaglie, quantunque sparse in diversi musei, provengono generalmente da’ nostri luoghi e in fatti esse si trovano in quantità ne’ musei dell’Olivieri e del {{AutoreCitato|Giovan Battista Passeri|Passeri}}, il qual ultimo nella sua disertazione ''De Re Nummaria Etruscorum'', aggiunta all’Etruria Regale del {{AutoreCitato|Thomas Dempster|Dempstero}}, publicò l’asse corrispondente col rovescio della testa di cavallo „.


Aggiungasi la città ch’era Rimino, ultima sì per estremità di luogo in que’ primitivi confini d’Italia nostra, ma certamente prima per celebrità e grandezza d’emporio in quella parte dell’adriatica spiaggia, ciò che ne dichiararono i romani ne’ tempi della maggior loro virtù: quando colà appunto vollero che mettesse capo quella via militare, per cui minacciavano di correre al conquisto delle settentrionali provincie d’Europa, Su’ quali tre indizj noi stabiliamo la sentenza, che niuna tra le città italiche che toccano l’adriatico, abbia migliori diritti di Rimino sopra l’origine e il possesso di questa prima serie.
Aggiungasi la città ch’era Rimino, ultima sì per estremità di luogo in que’ primitivi confini d’Italia nostra, ma certamente prima per celebrità e grandezza d’emporio in quella parte dell’adriatica spiaggia, ciò che ne dichiararono i romani ne’ tempi della maggior loro virtù: quando colà appunto vollero che mettesse capo quella via militare, per cui minacciavano di correre al conquisto delle settentrionali provincie d’Europa, Su’ quali tre indizj noi stabiliamo la sentenza, che niuna tra le città italiche che toccano l’adriatico, abbia migliori diritti di Rimino sopra l’origine e il possesso di questa prima serie.