Pagina:Istorie dello Stato di Urbino.djvu/361: differenze tra le versioni
Nessun oggetto della modifica |
Nessun oggetto della modifica |
||
Corpo della pagina (da includere): | Corpo della pagina (da includere): | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
Nicolò Boscareti Cittadino di questa Patria, cosi chiamato per essere di quella Famiglia (come si crede) che nella trasmissione delle Colonie da Corinalto, la Terra di Boscareto edificasse; della quale, insieme con Belvedere (come dall’Abbate Panormitano nella seconda parte de’ suoi Consigli raccogliesi) n’hebbe un tempo il possesso, fù huomo di grande spirito, & hebbe sempre nell’imprese fortuna grande, quantunque ardue. Et essendo della fattione Gibellina, mai sempre ad Attilio, à Gio: Benedetto Fonti, e ad ogn’altro dependente da Nero Piccino, s’oppose; e ricco essendo di generosi pensieri, ottenne per lo suo valore, fatto esser Capitano de’ Gibellini; con l’aiuto de’ quali, e del Conte di Chiaramonte Siciliano, inviatoli dal Bavaro, l’Anno 1327. lì 8. di Marzo, prese à forza Iesi, sopra cui stabilì co’l titolo d’Imperiale Vicario la sua Tirannide, e lo possedè molti Anni; onde nel possesso di quella ricchissima Città il suo potere crescendo; impadronissi di Corinalto ancora; di dove cacciò li Guelfi, & ogni co’l Sommo Pontefice collegato, indi per levar à loro il ricovero, tutti del Territorio i Castelli distrusse. Diede parimente con gran crudeltade la morte à Tano Baligani, Capitano de’ Guelfi in Iesi, & à quelli tutti, che alla sua parte adherirono: per lo che non fù egli tanto scelerato, & empio da i Guelfi tenuto, quanto illustre, e di eccelsi meriti da i suoi Gibellini partiali. Morì finalmente disperato, quando vide arder le Terre, ch’egli haveva fatto ribellar alla Chiesa, non men vecchio d’Anni, che di malitia. Lasciò in Corinalto Successori, i quali seguon’ancora (benche in bassa conditione) nella linea, e con l’antico nome alquanto diminuito, hoggi Boscarini s’appellano. Mà essendosi ragionato di esso altrove molto in lungo, altro non devo à questo breve compendio della sua male scorsa vita aggiungere. |
Nicolò Boscareti Cittadino di questa Patria, cosi chiamato per essere di quella Famiglia (come si crede) che nella trasmissione delle Colonie da Corinalto, la Terra di Boscareto edificasse; della quale, insieme con Belvedere (come dall’Abbate Panormitano nella seconda parte de’ suoi Consigli raccogliesi) n’hebbe un tempo il possesso, fù huomo di grande spirito, & hebbe sempre nell’imprese fortuna grande, quantunque ardue. Et essendo della fattione Gibellina, mai sempre ad Attilio, à Gio: Benedetto Fonti, e ad ogn’altro dependente da Nero Piccino, s’oppose; e ricco essendo di generosi pensieri, ottenne per lo suo valore, fatto esser Capitano de’ Gibellini; con l’aiuto de’ quali, e del Conte di Chiaramonte Siciliano, inviatoli dal Bavaro, l’Anno 1327. lì 8. di Marzo, prese à forza Iesi, sopra cui stabilì co’l titolo d’Imperiale Vicario la sua Tirannide, e lo possedè molti Anni; onde nel possesso di quella ricchissima Città il suo potere crescendo; impadronissi di Corinalto ancora; di dove cacciò li Guelfi, & ogni co’l Sommo Pontefice collegato, indi per levar à loro il ricovero, tutti del Territorio i Castelli distrusse. Diede parimente con gran crudeltade la morte à Tano Baligani, Capitano de’ Guelfi in Iesi, & à quelli tutti, che alla sua parte adherirono: per lo che non fù egli tanto scelerato, & empio da i Guelfi tenuto, quanto illustre, e di eccelsi meriti da i suoi Gibellini partiali. Morì finalmente disperato, quando vide arder le Terre, ch’egli haveva fatto ribellar alla Chiesa, non men vecchio d’Anni, che di malitia. Lasciò in Corinalto Successori, i quali seguon’ancora (benche in bassa conditione) nella linea, e con l’antico nome alquanto diminuito, hoggi Boscarini s’appellano. Mà essendosi ragionato di esso altrove molto in lungo, altro non devo à questo breve compendio della sua male scorsa vita aggiungere. |
||