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della guerra e all’ osservazione di nuovi fatti raccolti in un paese giovane come gli Stati Uniti d’America, che davano luogo ad una interpretazione pili ottimista, di cui per il primo si fece propugnatore il Carey<ref>{{Sc|E. Cannan}} - ''/UntoriI 0/ the theories of Production and Distributions in English Political Economy from 1770 to 1848''. London, 1893, p. 147-82.</ref>. |
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della guerra e all’ osservazione di nuovi fatti raccolti in un |
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paese giovane come gli Stati Uniti d’America, che «lavano |
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luogo ad una interpretazione pili ottimista, di cui per il primo |
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si fece propugnatore il Carey |
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Come si formino le leggi economiche, ricavandole dai fatti |
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la legge economica ha risentito le conseguenze della sua for- |
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da Ricardo, il «piale la trasse dall’osservazione dei fenomeni |
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bancari in periodo di circolazione a corso forzoso e non riuscì |
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più ardente in Inghilterra la discussione sullo cause dell’ aggio |
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dell’ oro, Ricardo scrisse il suo famoso opuscolo, in cui dimo- |
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sorse l’atto di Peci del 1844, che regola anche «ira le emis- |
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sioni della Banca d’Inghilterra e che la obbliga a non allar- |
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garle al di là di un dato limite, se non con una riserva per- |
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fettamente equivalente al valore dei biglietti emessi. Ma il |
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principio stesso è basato sopra osservazioni fatte in circostanze |
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eccezionali e non è valido per una circolazione fiduciaria con- |
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vertibile ’-’. Infatti le osservazioni posteriori hanno dimostrato |
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che, data la convertibilità dei biglietti, essi non possono mai |
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rimanere in circolazione in quantità supcriore ai bisogni, perchè |
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forma di depositi e in estinzione di cambiali, e in parte per |
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aver oro da mandare all’estero in pagamento delle importa- |
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zioni accresciutesi in seguito all’ inevitabile aumento dei prezzi |
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Come si formino le leggi economiche, ricavandole dai fatti osservati, e come si modifichino col presentarsi di nuovi fatti, possiamo dimostrare ancor meglio con un altro esempio, in cui la legge economica ha risentito le conseguenze della sua formazione storica. Alludiamo alla leggo scientifica clic regola la circolazione fiduciaria, esposta anch’essa per la prima volta da Ricardo, il quale la trasse dall’osservazione dei fenomeni bancari in periodo di circolazione a corso forzoso e non riuscì a liberarla da questo peccato d’origine. Quando nel 1809 era più ardente in Inghilterra la discussione sullo cause dell’aggio dell’oro, Ricardo scrisse il suo famoso opuscolo, in cui dimostrava che l’aggio dipendeva dalle soverchie emissioni della Banca d’Inghilterra e formulava la teoria quantitativa, secondo la quale i biglietti dovevano aumentare o diminuire di valore col calare o col crescere delle emissioni. Da questo principio si trasse la conseguenza che le banche avevano la possibilità di estendere o di restringere la circolazione fiduciaria, e che estendendola potevano influire sui prezzi, aiutare la speculazione e aggravare le crisi commerciali; da questo principio sorse l’atto di Peci del 1844, che regola anche «ira le emissioni della Banca d’Inghilterra e che la obbliga a non allargarle al di là di un dato limite, se non con una riserva perfettamente equivalente al valore dei biglietti emessi. Ma il principio stesso è basato sopra osservazioni fatte in circostanze eccezionali e non è valido per una circolazione fiduciaria convertibile<ref>{{Sc|A. Wagner}} - ''Die Oeld- unii Credittheorie iler Peel’nchen liankacte''. Wien, 1862, p. 37-85.</ref>. Infatti le osservazioni posteriori hanno dimostrato che, data la convertibilità dei biglietti, essi non possono mai rimanere in circolazione in quantità supcriore ai bisogni, perchè la quantità esuberante tornerebbe alla banca, in parte sotto forma di depositi e in estinzione di cambiali, e in parte per aver oro da mandare all’estero in pagamento delle importazioni accresciutesi in seguito all’inevitabile aumento dei prezzi |
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1 E. Cannax - /UntoriI 0/ the theories of Production and Diatriba! ion |
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in Emjliah Politicai Economi/ from 1770 to 1848. London, 1893, p. 147-82. |
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* A. Wagner - Die Oeld- unii Credittheorie iler Peel’nchen liankacte. |
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Wien, 1862, p. 37-85. |
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