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Versione delle 11:12, 16 dic 2010

alla corte per le cose dal Muratori scritte nelle controversie di Ferrara e Comacchio. Non mancò di coraggio, dote non sempre famigliare agli uomini di lettere. Minacciato della vita con lettera anonima, se non ritrattava certe espressioni che credette di dover adoperare parlando di una contrada armigera, consegnò senza turbarsene il foglio alle fiamme, nè se ne pigliò il menomo pensiero. Da Modena manteneva corrispondenza il Muratori con tutti i primi letterati d’Italia, e ne coltivò l’amicizia, e tra gli altri amico fu infino agli estremi della vita del celebre marchese Scipione Maffei, non ostante alcuni dispareri in punto di erudizione. Bello si è negli ultimi giorni in cui visse il Muratori, vedere il Maffei, quasi eguale di età, protestargli di averlo sempre riputato il primo onore d’Italia; ed il Muratori vicendevolmente pregare il cielo che conservasse il Maffei, come il campione più vigoroso1 e più coraggioso della italiana letteratura.