Pagina:Il mito di Ciparisso.djvu/26: differenze tra le versioni

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nella quale fu già creduto potersi leggere ΚΥΠΑΡΙCCΙΕΩΝ e che si attribuì quindi ad una città eretica denominata ''Cyparissus'', della quale non è per altro menzione presso gli antichi scrittori. Ha essa da una taccia la testa e la leggenda di Antonino Pio, e dall’altra un gran cipresso, innanzi al quale è una capra che allatta un fanciullo: vi è da presso un altro albero ed un pastore<ref>Veggasi il Sestini nel tomo III della seconda serie delle ''lettere numismatiche'' pag. 44 seg. ed il {{Ac|Théodore Mionnet|Mionnet}} ''supplém''. tom. IV p. 316. Il Neuman l’aveva già pubblicata tralle sue incerte ''num. popul.'' tom. II tav. 7 fig. 7, e pur tralle incerte l’aveva riferita il Sestini quando scrisse la sua ''descriptio numor. veter''. pag. 570 tav. XIII f. 2.</ref>. Se non che in esemplari meglio conservati di questa medaglia essendosi poi letta dal Sestini l’epigrafe del rovescio ΙΕΡΑC ΕΠΙΔΑΥΡΙ<big>ω</big>Ν<ref>Veggasi il Sestini medesimo a pag. 46 dell’opera intitolata ''in catalogi musei Hedervariani partem primam castigationes'', ove malamente descrive la capra che allatta ''infantem Apollinem'', invece di dire ''Aesculapium''.</ref>, non è più a dubitare ch’essa non già ad un’ignota cretese ''Cyparissus'', ma spetti alla notissima città dell’Argolide, denominata Epidauro; come pure non è a far dubbio che sia in quella medaglia rappresentato Esculapio nutrito dalla capra all’ombra del paterno albero, il cipresso, e scoverto appunto nella regione degli Epidaurii da un pastore che Pausania chiama
nella quale fu già creduto potersi leggere ΚΥΠΑΡΙCCΙΕΩΝ e che si attribuì quindi ad una città eretica denominata ''Cyparissus'', della quale non è per altro menzione presso gli antichi scrittori. Ha essa da una taccia la testa e la leggenda di Antonino Pio, e dall’altra un gran cipresso, innanzi al quale è una capra che allatta un fanciullo: vi è da presso un altro albero ed un pastore<ref>Veggasi il Sestini nel tomo III della seconda serie delle ''lettere numismatiche'' pag. 44 seg. ed il {{AutoreCitato|Théodore Mionnet|Mionnet}} ''supplém''. tom. IV p. 316. Il Neuman l’aveva già pubblicata tralle sue incerte ''num. popul.'' tom. II tav. 7 fig. 7, e pur tralle incerte l’aveva riferita il Sestini quando scrisse la sua ''descriptio numor. veter''. pag. 570 tav. XIII f. 2.</ref>. Se non che in esemplari meglio conservati di questa medaglia essendosi poi letta dal Sestini l’epigrafe del rovescio ΙΕΡΑC ΕΠΙΔΑΥΡΙ<big>ω</big>Ν<ref>Veggasi il Sestini medesimo a pag. 46 dell’opera intitolata ''in catalogi musei Hedervariani partem primam castigationes'', ove malamente descrive la capra che allatta ''infantem Apollinem'', invece di dire ''Aesculapium''.</ref>, non è più a dubitare ch’essa non già ad un’ignota cretese ''Cyparissus'', ma spetti alla notissima città dell’Argolide, denominata Epidauro; come pure non è a far dubbio che sia in quella medaglia rappresentato Esculapio nutrito dalla capra all’ombra del paterno albero, il cipresso, e scoverto appunto nella regione degli Epidaurii da un pastore che Pausania chiama
''Aresthanas''<ref>Lib. II c. 46. Altrove Pausania (lib. VIII c. 25) dice di Autolao figlio illegittimo di Arcade che scovrì l’esposto fanciullo Esculapio.</ref>.
''Aresthanas''<ref>Lib. II c. 46. Altrove Pausania (lib. VIII c. 25) dice di Autolao figlio illegittimo di Arcade che scovrì l’esposto fanciullo Esculapio.</ref>.