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<noinclude>trarca </noinclude>furono testimoni e compagni de’ suoi ultimi anni. Noi l’udimmo ragionar di costoro, con tanta copia di nobili ed alti e peregrini concetti, che pareva uscito allora dalla conversazione di un grande uomo, il cui parlare avesse sublimato e nobilitato il suo animo; ed il suo giudizio era accompagnato da tanta ammirazione ed affetto, che sembrava favellasse di amici, con cui fosse stato in dimestico e lungo consorzio.»<ref>''Memorie'' cit., p. {{Sc|xlv}}.</ref> In queste ultime parole del Maestro ci par di sentire il {{ |
<noinclude>trarca </noinclude>furono testimoni e compagni de’ suoi ultimi anni. Noi l’udimmo ragionar di costoro, con tanta copia di nobili ed alti e peregrini concetti, che pareva uscito allora dalla conversazione di un grande uomo, il cui parlare avesse sublimato e nobilitato il suo animo; ed il suo giudizio era accompagnato da tanta ammirazione ed affetto, che sembrava favellasse di amici, con cui fosse stato in dimestico e lungo consorzio.»<ref>''Memorie'' cit., p. {{Sc|xlv}}.</ref> In queste ultime parole del Maestro ci par di sentire il {{AutoreCitato|Gotthold Ephraim Lessing|Lessing}}, quando dimostrava che, a intendere i grandi autori, la maniera più efficace era di trattarli e amarli come amici. E il nostro giovine, che pure fino a diciannove anni era stato chiuso in un povero seminario, aveva per propria virtù inteso e praticava quella maniera per l’appunto, con cui il sommo Tedesco rinnovò tutta la critica. |
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Non meno grande fu in lui quel sentimento della natura, così raro anche nei nostri scrittori sommi, specie nei meridionali: egli seppe ammirare il mondo esterno in tutti i suoi vari aspetti, nell’ameno e nell’orrido, su’ monti e su’ mari. «Eccomi (egli scrive) su questa landa della Puglia, in cui l’orizzonte pare che si allarghi; landa deserta, monotona, malinconica. I paesaggi pittoreschi qui sono rari, ma bellissimi. Varietà di campagne; verdura di boschi, di ulivi o di viti; tutto questo cessa all’uscire della nostra {{pt|pro-|provincia.}} |
Non meno grande fu in lui quel sentimento della natura, così raro anche nei nostri scrittori sommi, specie nei meridionali: egli seppe ammirare il mondo esterno in tutti i suoi vari aspetti, nell’ameno e nell’orrido, su’ monti e su’ mari. «Eccomi (egli scrive) su questa landa della Puglia, in cui l’orizzonte pare che si allarghi; landa deserta, monotona, malinconica. I paesaggi pittoreschi qui sono rari, ma bellissimi. Varietà di campagne; verdura di boschi, di ulivi o di viti; tutto questo cessa all’uscire della nostra {{pt|pro-|provincia.}} |