Pagina:Storia della letteratura italiana I.djvu/77: differenze tra le versioni

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maginazione, facoltà molto inferiore. L’immaginazione ti dà l’ornato e il colore, liscia la superficie, il suo maggiore sforzo e di offrirti un simulacro di vita nell’allegoria e nella personificazione. La fantasia è facoltà creatrice, intuitiva e spontanea, è la vera Musa, il ''Deus in nobis'', che possiede il segreto della vita, e te la coglie a volo anche nelle sue più fuggevoli apparizioni, e te ne dà l’impressione e il sentimento. L’immaginazione è plastica; ti dà il disegno, ti dà la faccia: ''pulcra species, sed cerebrum non habet'': l’immagine è il fine ultimo in cui si adagia. La fantasia lavora al di dentro, e non ti coglie il di fuori, se non come espressione e parola della vita interiore. L’immaginazione è l’analisi, e più si sforza di ornare, di disegnare, di colorire, più le fugge il sostanziale, quel tutto insieme, in cui è la vita. La fantasia è sintesi: mira all’essenziale, e di un tratto solo ti suscita le impressioni e i sentimenti di persona viva e te ne porge l’immagine. La creatura dell’immaginazione è l’immagine finita in stessa e opaca; la creatura della fantasia è il ''fantasma'', figura abbozzata e trasparente, che si compie nel tuo spirito. L’immaginazione ha molto del meccanico, è comune alla poesia e alla prosa, a’ sommi e a’ mediocri; la fantasia è essenzialmente organica, ed è privilegio di pochissimi che son detti Poeti.<br />
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Il mondo lirico di Dante, o piuttosto del suo secolo, così mistico e spirituale, resiste a tutti gli sforzi della immaginazione. In balìa di questa esso non è che un mondo rettorico e artificiale, di bella apparenza, ma freddo e astratto nel fondo. Tale è il mondo di {{AutoreCitato|Guido Guinizelli|Guinicelli}}, di {{AutoreCitato|Guido Cavalcanti|Cavalcanti}} e di {{AutoreCitato|Cino da Pistoia|Cino}}. L’organo naturale di questo mondo è la fantasia, e la sua forma è il fantasma. Il suo primo e solo poeta è Dante, perchè Dante ha l'i-
facoltà molto inferiore. L'immaginazione ti dà l'ornato e il colore, liscia la superficie: il suo maggiore sforzo è di offrirti un simulacro di vita nell'allegoria e nella personificazione. La fantasia è facoltà creatrice, intuitiva e spontanea, è la vera musa, il «''deus in nobis''», che possiede il secreto della vita, e te la coglie a volo anche nelle sue più fuggevoli apparizioni, e te ne dà l'impressione e il sentimento. L'immaginazione è plastica; ti dà il disegno, ti dà la faccia: «''pulcra species, sed cerebrum non habet''»: l'immagine è il fine ultimo in cui si adagia. La fantasia lavora al di dentro, e non ti coglie il di fuori, se non come espressione e parola della vita interiore. L'immaginazione è analisi, e più si sforza di ornare, di disegnare, di colorire, più le fugge il sostanziale, quel tutto insieme, in cui è la vita. La fantasia è sintesi: mira all'essenziale, e di un tratto solo ti suscita le impressioni e i sentimenti di persona viva e te ne porge l'immagine. La creatura dell'immaginazione è l'immagine finita in se stessa e opaca; la creatura della fantasia è il «fantasma», figura abbozzata e trasparente, che si compie nel tuo spirito. L'immaginazione ha molto del meccanico, è comune alla poesia e alla prosa, a' sommi e a' mediocri; la fantasia è essenzialmente organica, ed è privilegio di pochissimi che son detti Poeti.<br />
Il mondo lirico di Dante, o piuttosto del suo secolo, così mistico e spirituale, resiste a tutti gli sforzi dell'immaginazione. In balìa di questa esso non è che un mondo rettorico e artificiale, di bella apparenza, ma freddo e astratto nel fondo. Tale è il mondo di {{AutoreCitato|Guido Guinizelli|Guinicelli}}, di {{AutoreCitato|Guido Cavalcanti|Cavalcanti}} e di {{AutoreCitato|Cino da Pistoia|Cino}}. L'organo naturale di questo mondo è la fantasia, e la sua forma è il fantasma. Il suo primo e solo poeta è Dante, perchè Dante ha l'istrumento
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