Pagina:Canti (Sole).pdf/316: differenze tra le versioni

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Il Cantico de’ Cantici, messi anche da parte i suoi profondi misteri, è l’apoteosi purissima dell’amore. Nessuna lingua possiede un canto nuziale così passionato e gentile. Ond’è che potrebbero appena noverarsi le tante versioni che se ne son fatte in quasi tutte le favelle de’ popoli inciviliti, a cominciare dalla parafrasi caldea, attribuita a certo Giuseppe il Cieco, il quale vivea prima dell’estrema ruina di Gerusalemme e del Tempio. Negli ultimi due secoli della nostra letteratura codesti volgarizzamenti si sono frequentemente succeduti in Italia. Uomini di non ordinario valore vollero saggiare in questo aringo le forze del loro ingegno; e un illustre Prelato fece della Cantica un Dramma, e lo pubblicò in Roma intorno al 1737.
Il Cantico de’ Cantici, messi anche da parte i suoi profondi misteri, è l’apoteosi purissima dell’amore. Nessuna lingua possiede un canto nuziale così passionato e gentile. Ond’è che potrebbero appena noverarsi le tante versioni che se ne son fatte in quasi tutte le favelle de’ popoli inciviliti, a cominciare dalla parafrasi caldea, attribuita a certo Giuseppe il Cieco, il quale vivea prima dell’estrema ruina di Gerusalemme e del Tempio. Negli ultimi due secoli della nostra letteratura codesti volgarizzamenti si sono frequentemente succeduti in Italia. Uomini di non ordinario valore vollero saggiare in questo aringo le forze del loro ingegno; e un illustre Prelato fece della Cantica un Dramma, e lo pubblicò in Roma intorno al 1737.