Pagina:Canti (Sole).pdf/46: differenze tra le versioni

Silvio Gallio (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
Luigi62 (discussione | contributi)
Testo citato
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
parrebbero avergli dovuto impedire una maniera tutta propria di ritrarre i moti del cuore e gli aspetti della natura.
parrebbero avergli dovuto impedire una maniera tutta propria di ritrarre i moti del cuore e gli aspetti della natura.


Ma qui mi accorgo che, cosi dicendo, mostro di non concorrere del tutto nell’opinione del {{AutoreCitato|De Sanctis}}, a cui non parve che il nostro poeta avesse avuto un contenuto e una forma di arte tutta sua <ref>Lezioni sulla ''Letteratura in Napoli'', fatte l’anno 1873 in questa Università, raccolte con molta diligenza dal chiaro prof. Francesco Torraca, e pubblicate in appendice del giornale ''Roma''. Nei numeri 2, 3, 9 e 10 marzo dell’anno medesimo sono le lezioni XII e XIII che riguardano il nostro poeta.</ref>. Certo il grande Maestro fu in questo un po’ troppo severo. Dal solo fatto che quasi tutte le liriche del Sole furono di occasione e quasi tutte ritrassero impressioni varie, rapide e mutabili, non si potrebbe davvero inferire ch’esse non fossero poesia vera e altamente ispirata. Tanta parte dei più sublimi componimenti poetici di ogni tempo, dalle odi pindariche al «Cinque maggio», furono di occasione; e, in ogni modo, la mutabilità di concetti e di forme non esclude che per entro gli uni e le altre si possa trovare qualche cosa di proprio e di costante onde il poeta abbia
Ma qui mi accorgo che, cosi dicendo, mostro di non concorrere del tutto nell’opinione del {{AutoreCitato|De Sanctis}}, a cui non parve che il nostro poeta avesse avuto un contenuto e una forma di arte tutta sua<ref>Lezioni sulla ''Letteratura in Napoli'', fatte l’anno 1873 in questa Università, raccolte con molta diligenza dal chiaro prof. Francesco Torraca, e pubblicate in appendice del giornale ''Roma''. Nei numeri 2, 3, 9 e 10 marzo dell’anno medesimo sono le lezioni XII e XIII che riguardano il nostro poeta.</ref>. Certo il grande Maestro fu in questo un po’ troppo severo. Dal solo fatto che quasi tutte le liriche del Sole furono di occasione e quasi tutte ritrassero impressioni varie, rapide e mutabili, non si potrebbe davvero inferire ch’esse non fossero poesia vera e altamente ispirata. Tanta parte dei più sublimi componimenti poetici di ogni tempo, dalle odi pindariche al «{{TestoCitato|Il cinque maggio|Cinque maggio}}», furono di occasione; e, in ogni modo, la mutabilità di concetti e di forme non esclude che per entro gli uni e le altre si possa trovare qualche cosa di proprio e di costante onde il poeta abbia