Il Volapük: Critici e Abolitori: differenze tra le versioni

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«Si considera generl<!--E' sicuramente un errore, ma è presente anche nel testo originale: vedere per credere! ;-) -->amente che fino a tanto che il Sig. Inventore ''signoreggierà da solo, qual papa infallibile del Vp''<ref>Io non so se si possa così spietatamente giudicare il Sig. Schleyer, che, cioè ''signoreggi qual papa infallibile;'' poichè nulla modifica, anche nelle sole parole, senza aver prima sentito il parere dell'Accademia; e prima di adottare una proposta, va molto con piedi di piombo! Nel vpabled lez: N. 149, - Maggio 1893, § 2828 - Proposta all'accademia - si legge che il Sig. Betz K. prof. vpa. propone di usare per segni del calcolo: « + - . : » le particelle ''sa, ra, na, ma;'' e per le parole ''addizione, sottrazione, moltiplicazione, divisione: saod, raod, naod, maod;'' e per i rerbi ''sommare, sottrarre, moltiplicare dividere'', le parole ''saön, raön, naön, maön''. Queste parolette, aggiungeva l'Inventore mi piacciono. Che cosa l'accademia su ciò dirà a noi, sia il più presto. - Nel N. 151 del Luglio al § 2871 si legge: il Sig. Kademan Gasparini L. propone invece delle parolette ''sa, ra, na, ma,'' le parolette ''su, de, mö, di'' (derivate da ''suam'', ''dekalam'', ''möduekam'', ''dialm''), poichè non si può dire ''saam'', ''raam'', ecc.. - ''Che dice l'Accademia di questa proposta migliore.'' (Eppure non è permesso dire in vp: ''möón'', ''mööl''!) - A questa parentesi lo stesso ha risposto all'autore che non ha proposto il verbo ''möön, mööl'', ma ''mödükôn'', di cui ''mö'' è l'iniziale, il qual verbo come la altre parole sono già nel vocabolario del vp. Ora dicasi: è questo ''agire da papa infallibile?'' </ref>, questo giammai veramente non migliorerà. »
 
Che tono da profeti! Questo sì, che è un pretendere all'infallibilità! - Via!! - Il mondo, si dice, è stato creato da Dio in sette giorni od epoche! Anche il Vp col tempo sarà reso per quanto è possibile perfetto, compiuto, migliorato come dovrà essere, ma non certo come da qualcuno si vuole. Fin dal 1886 il Sig. Kerckhoffs, come lo si può leggere nella sua prolusione alle lezioni di Vp, dopo di aver parlato dei reali pregi del Vp, aggiungeva: « non si può dire che l'opera del Sig. Schleyer sia perfetta; ''niente è perfetto in questo mondo''<ref>Bella lezione a chi ha la pretesa di voler far qualche cosa di perfetto! - Ora siccome il Sig. Kerckhoffs ''è uno di questo mondo,'' non dovea neppur egli pretendere che le sue modificazioni fossero la perfezione in se stessa! Così appunto la pensò il Sig. Schleyer per i molti emendamenti voluti dal Sig. Kerckhoffs! L'inventore ha accettate tutte quelle che non intaccavano le basi del sistema e che sono state dall'accademia e da' congressi accettate, ed ha respinte tutte le altre che avrebbero fatto del Vp, non una lingua universale, ma una lingua particolare per tre o quattro nazioni. Chi aveva ragione ha tenuto duro, e l'altro si è considerato offeso.</ref>, senza parlare di alcuni errori corsi nella derivazione delle parole, certe regole grammaticali hanno bisogno di essere ben definite, altre domandano anche di essere modificate. È per questo che ci sembra essere stato male ispirato nell'addottare il principio della costruzione francese, sebbene si lasci allo scrittore una certa latitudine nell'ordine di successione dei diversi membri della frase<ref>L'autore ha poi distinti tre stili: il 1.<small><sup>o</sup></small> o basso, il 2.<sup><small>o</small></sup> o medio il 3.<sup><small>o</sup></small> o alto. Così fu stabilito per lo stile 1.<sup><small>o</sup></small> e 2.<sup><small>o</sup></small> questo principio per la costruzione: ''il determinante sta dopo il determinato''. -</ref>. Non è questo un lasciare il campo aperto ai capricci individuali<ref>Ma ciò nello stilostile 3.<small><sup>o</sup></small> e dei dotti. -</ref> e agli idiotismi, che sono in certo modo i capricci delle masse? Quelli che hanno studiato il latino, sanno bene quale difficoltà incontri il principiante nell'imparare una lingua che non sottomette la costruzione delle sue frasi ad una regola unica e invariabile<ref>Sta bene per i principianti; ma per chi vuol dare in vp - che appunto deve essere la lingua di tutti, o adatta ad esprimere i concetti di tutti, pena a perdere il suo carattere di universalità - un'opera d'arte tradotta od originale, deve per quanto è possibile renderla quale è stata scritta e pensata. - In caso diverso si limiterà, - come vorrebbe il Sig. Kerckhoffs limitarlo - ad essere l'interprete di un limitato numero di persone di poche nazioni differenti, e anche di queste le persone meno o poco colte. E questo non è affatto lo scopo dell'Autore, dell'Accademia e di tutti i veri vpisti. nè, io credo, di quanti concepirono la possibilità di una lingua universale</ref>. Ma queste non sono che questioni di dettaglio, sulle quali l'accordo potrà farsi tanto più facilmente chè l'Inventore ''non pretende affatto all'infallibilità''. »
 
Se veramente sono tutte imperfezioni quelle cui accenna l'egregio filologo, e se delle imperfezioni giudicate anche tali dall'autore siano o no state corrette, è ciò che si vedrà. Qui è importante far notare che non è vero, a detta del Sig. Kerckhoffs, che il Sig, Schleyer pretenda all'''infallibilità;'' ma con ciò io non credo però, che non voglia godere di tutti i diritti di invenzione! E questi, io credo, che tutti, neppure uno escluso, glieli vorranno riconoscere. - E in questo appunto sta il nodo principale della questione, per cui molti altri si sono chiamati offesi, essendo state dall'Autore respinte di tali modificazioni che trasformavano le basi del suo Vp.