Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Sole d'inverno: differenze tra le versioni

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{{IncludiIntestazione|sottotitolo=[[Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II|Delle Odi Barbare Libro II]]<br/>Sole d'inverno|prec=../Figurine vecchie|succ=../Egle}}
 
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<poem>
Nel solitario verno de l’anima
spunta la dolce imagine,
e tocche frangonsi tosto le nuvole
de la tristezza e sfumano.{{r|4}}
 
Già di cerulea gioia rinnovasi
ogni pensiero: fremere
sentomi d’intima vita gli spiriti:
il gelo inerte fendesi.{{r|8}}
 
Già de’ fantasimi dal mobil vertice
spiccian gli affetti memori,
scendon con rivoli freschi di lacrime
giú per l’ombra del tedio.{{r|12}}
 
Scendon con murmuri che a gli antri chiamano
echi d’amor superstiti
e con letizia d’acque che a’ margini
sonni di fiori svegliano.{{r|16}}
 
Scendono, e in limpido fiume dilagano,
ove le rive e gli alberi
e i colli e il tremulo riso de l’aere
specchiasi vasto e placido.{{r|20}}
 
Tu su la nubila cima de l’essere,
tu sali, o dolce imagine;
e sotto il candido raggio devolvere
miri il fiume de l’anima.{{r|24}}
</poem>