Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Dinanzi alle terme di Caracalla: differenze tra le versioni

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{{IncludiIntestazione|sottotitolo=[[Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I|Delle Odi Barbare Libro I]]<br/>Dinanzi alle terme di Caracalla|prec=../Nell'annuale della fondazione di Roma|succ=../Alla Vittoria - Tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia}}
 
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Corron tra ’l Celio fosche e l’Aventino
le nubi: il vento dal pian tristo move
umido: in fondo stanno i monti albani
bianchi di nevi.{{r|4}}
 
A le cineree trecce alzato il velo
verde, nel libro una britanna cerca
queste minacce di romane mura
al cielo e al tempo.{{r|8}}
 
Continui, densi, neri, crocidanti
versansi i corvi come fluttuando
contro i due muri ch’a piú ardua sfida
levansi enormi.{{r|12}}
 
- Vecchi giganti, - par che insista irato
l’augure stormo - a che tentate il cielo? -
Grave per l’aure vien da Laterano
suon di campane.{{r|16}}
 
Ed un ciociaro, nel mantello avvolto,
grave fischiando tra la folta barba,
passa e non guarda. Febbre, io qui t’invoco,
nume presente.{{r|20}}
 
Se ti fûr cari i grandi occhi piangenti
e de le madri le protese braccia
te deprecanti, o dea, da ’l reclinato
capo de i figli:{{r|24}}
 
se ti fu cara su ’l Palazio eccelso
l’ara vetusta (ancor lambiva il Tebro
l’evandrio colle, e veleggiando a sera
tra ’l Campidoglio{{r|28}}
 
e l’Aventino il reduce quirite
guardava in alto la città quadrata
dal sole arrisa, e mormorava un lento
saturnio carme);{{r|32}}
 
Febbre, m’ascolta. Gli uomini novelli
quinci respingi e lor picciole cose:
religïoso è questo orror: la dea
Roma qui dorme.{{r|36}}
 
Poggiata il capo al Palatino augusto,
tra ’l Celio aperte e l’Aventin le braccia,
per la Capena i forti omeri stende
a l’Appia via.{{r|40}}
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