Specchio di vera penitenza/Trattato della scienza/Della seconda scienzia, cioè umana: differenze tra le versioni

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La seconda scienzia si è la scienzia umana, la quale si
puote intendere in tre modi: o vero per la scienzia per la
quale si sanno le cose umane; o per quella ch’è trovata
dagl’ingegni umani; o vero per quella scienzia per la
quale gli uomini sanno quello che sanno. E in qualunche
modo si prenda, certa cosa è ch’ell’è molto difettuosa; in
tanto che disse quello filosafo Temistio, che quelle cose
che gli uomini sanno, sono la minima parte di quelle che
non si sanno. Ed è mescolata la nostra scienzia di tanti
errori, ch’egli è più tosto non sapere, che sapere. Onde
Socrate, secondo che dice san Gerolimo, dice: Hoc
unum scio, quod nescio: Una cosa so io, che non so. La
qual parola recitando Lattanzio, disse: Socrate disse che
non sapea niente, se non che non sapeva. Avvenga che
lo ’ngegno umano, secondo il vigore del lume del naturale
intelletto, s’è esercitato di trovare molte cose sottili,
dando loro certo ordine e regola, secondo il quale gli
uomini debbano dire o fare o immaginare; e, secondo la
varietà delle cose e de’ modi che alle cose si dànno, s’appellano
varie e diverse scienzie e arti. Tra le quali si nomina
principalmente le sette arti, ovvero le sette scienze
liberali; cioè gramatica, loica, rettorica, aritmetica, geometria
e musica e astrologia. Delle quali arti, e di coloro
che le trovarono, si potrebbon dire molte belle cose e dilettevoli:
ma imperò che ci restano a dire ancora assai
cose più utili secondo il nostro proposito, e acciò che
non si convegna lasciare l’utile per lo dilettevole e che il
libro non si stenda troppo, di questa umana scienza non
diremo altro, se non che, considerando com’ell’è difettuosa
e poca e piena di molte oscuritadi, altri non se ne
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dee vanagloriare, udendo quello che dice Salamone: Qui
addit scientiam, addit et dolorem: Chi accresce la scienzia,
s’accresce pena e dolore; però che chi più sa, più gli
è richiesto, e maggiore peso ha a sostenere, e più cose
conosce e vede che gli dànno afflizione e pena.