Divina Commedia/Paradiso/Canto IV: differenze tra le versioni
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{{Qualità|avz=75%|data=13 febbraio 2008|arg=Poemi}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=[[Divina Commedia/Paradiso|Paradiso]]<br /><br />Canto quarto|prec=../Canto III|succ=../Canto V}}
''Canto IV, dove in quello medesimo cielo due veritadi si manifestano da Beatrice:
▲''Canto IV, dove in quello medesimo cielo due veritadi si manifestano da Beatrice: l'una è del luogo de' beati, e l'altra si è de la voluntate mista e de la absuluta; e propone terza questione del voto e se si puote satisfare al voto rotto.''
<poem>
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sì si starebbe un cane intra due dame: {{r|6}}
per che,
da li miei dubbi
poi
Io mi tacea, ma
più caldo assai che per parlar distinto. {{r|12}}
Fé sì Beatrice qual fé Danïello,
Nabuccodonosor levando
che
e disse: "Io veggio ben come ti tira
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sé stessa lega sì che fuor non spira. {{r|18}}
Tu argomenti: "Se
la vïolenza altrui per qual ragione
di meritar mi scema la misura?". {{r|21}}
Ancor di dubitar ti dà cagione
parer tornarsi
secondo la sentenza di Platone. {{r|24}}
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tratterò quella che più ha di felle. {{r|27}}
Moïsè, Samuel, e quel Giovanni
che prender vuoli, io dico, non Maria, {{r|30}}
non hanno in altro cielo i loro scanni
che questi spirti che mo
né hanno a
ma tutti fanno bello il primo giro,
e differentemente han dolce vita
per sentir più e men
Qui si mostraro, non perché sortita
sia questa spera lor, ma per far segno
de la celestïal
Così parlar conviensi al vostro ingegno,
però che solo da sensato apprende
ciò che fa poscia
Per questo la Scrittura condescende
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e Santa Chiesa con aspetto umano
Gabrïel e Michel vi rappresenta,
e
Quel che Timeo de
non è simile a ciò che qui si vede,
però che, come dice, par che senta. {{r|51}}
Dice che
credendo quella quindi esser decisa
quando natura per forma la diede; {{r|54}}
e forse sua sentenza è
che la voce non suona, ed esser puote
con intenzion da non esser derisa. {{r|57}}
in alcun vero suo arco percuote. {{r|60}}
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Mercurio e Marte a nominar trascorse. {{r|63}}
ha men velen, però che sua malizia
non ti poria menar da me altrove. {{r|66}}
Parere ingiusta la nostra giustizia
ne li occhi
di fede e non
Ma perché puote vostro accorgimento
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Se vïolenza è quando quel che pate
nïente conferisce a quel che sforza,
non fuor
ché {{§|volontà|volontà, se non vuol, non s'ammorza,
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se mille volte vïolenza il torza.}} {{r|78}}
Per che,
segue la forza; e così queste fero
possendo rifuggir nel santo loco. {{r|81}}
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e fece Muzio a la sua man severo, {{r|84}}
così
ma così salda voglia è troppo rada. {{r|87}}
E per queste parole, se ricolte
che
Ma or ti
dinanzi a li occhi, tal che per te stesso
non usciresti: pria saresti lasso. {{r|93}}
Io
però
e poi potesti da Piccarda udire
che
sì
Molte fïate già, frate, addivenne
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A questo punto voglio che tu pense
che la forza al voler si mischia, e fanno
sì che scusar non si posson
Voglia assoluta non consente al danno;
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Però, quando Piccarda quello spreme,
de la voglia assoluta intende, e io
de
Cotal fu
tal puose in pace uno e altro disio. {{r|117}}
"O amanza del primo amante, o diva",
e scalda sì, che più e più
non è
che basti a render voi grazia per grazia;
ma quei che vede e puote a ciò risponda. {{r|123}}
Io veggio ben che già mai non si sazia
nostro intelletto, se
di fuor dal qual nessun vero si spazia. {{r|126}}
Posasi in esso, come fera in lustra,
tosto che giunto
se non, ciascun disio sarebbe frustra. {{r|129}}
Nasce per quello, a guisa di rampollo,
a piè del vero il dubbio; ed è natura
Questo
con reverenza, donna, a dimandarvi
Io
ai voti manchi sì con altri beni,
Beatrice mi guardò con li occhi pieni
di faville
che, vinta, mia virtute diè le reni, {{r|141}}
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===== Altri progetti =====
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