Tre libri dell'educatione christiana dei figliuoli/Libro II/Capitolo 120: differenze tra le versioni

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<div align="center">''DELLA MORMORATIONE, ET DETRATTIONE. CAP. CXX.''<br/><br/></div>
 
<div align="center">''DELLA MORMORATIONE, ET DETRATTIONE. CAP. CXX.''<br/><br/></div>
Una pessima, et perniciosissima maniera d'huomini sono nelle Città i mormoratori, et detrattori, altri de' quali ponendo la bocca in Cielo, tengono à sindacato tutte le attioni de i Principi, et de i Superiori, et non si fa cosa dove non trovino che riprendere; altri penetrando ne i cuori de gli huomini, che à Dio solo sono nudi, et aperti, quando non possono calunniar le attioni, accusano le intentioni, et fanno infiniti giuditii temerarii, et pronuntiano mille sententie l'hora, non solo senza haver potestà di giudicare il servo alieno, come l'Apostolo dice, ma anchora senza haver bastante informatione del fatto. È questo vitio del mormorare, et del detrahere, et rodere la fama altrui parte per ambitione, et invidia, parte per abondanza d'otio, molto proprio delle Corti, et de i Cortegiani; percioche molti sperano farsi la scala à gli honori, per le ruine del prossimo; et molti mentre stanno otiosamente à canto il fuoco, ò in altra parte in conversatione, entrano per trattenimento à leggere il libro del compagno, scordati del suo proprio, et prendono tanto gusto del mormorare, che par che non possino vivere senza discorrere de i fatti d'altri, et è passato in proverbio, che la mormoratione sia il quinto elemento. Altri sono di tanto maligna, et pessima natura, che occultamente hora riferendo il vero, ma con amplificationi, et con tacer quello che convinceria il loro male animo, hora fabricando del tutto artificiose calunnie si dilettano di seminare scandalo, et discordie gravissime tra gli amici, et parenti, et tra le più congiunte persone. Hor quanti odii, quante risse, quante capitali inimicitie nascano per colpa di queste lingue serpentine, et parimente quanti danni et iatture et di roba, et d'honore ne seguano saria cosa lunghissima à dire, ma non necessaria, poi che tutto il giorno se ne vedono in ogni luogo apertissimi esempii.
 
Una pessima, et perniciosissima maniera d'huominid’huomini sono nelle Città i mormoratori, et detrattori, altri de'de’ quali ponendo la bocca in Cielo, tengono à sindacato tutte le attioni de i Principi, et de i Superiori, et non si fa cosa dove non trovino che riprendere; altri penetrando ne i cuori de gli huomini, che à Dio solo sono nudi, et aperti, quando non possono calunniar le attioni, accusano le intentioni, et fanno infiniti giuditii temerarii, et pronuntiano mille sententie l'horal’hora, non solo senza haver potestà di giudicare il servo alieno, come l'Apostolol’Apostolo dice, ma anchora senza haver bastante informatione del fatto. È questo vitio del mormorare, et del detrahere, et rodere la fama altrui parte per ambitione, et invidia, parte per abondanza d'otiod’otio, molto proprio delle Corti, et de i Cortegiani; percioche molti sperano farsi la scala à gli honori, per le ruine del prossimo; et molti mentre stanno otiosamente à canto il fuoco, ò in altra parte in conversatione, entrano per trattenimento à leggere il libro del compagno, scordati del suo proprio, et prendono tanto gusto del mormorare, che par che non possino vivere senza discorrere de i fatti d'altrid’altri, et è passato in proverbio, che la mormoratione sia il quinto elemento. Altri sono di tanto maligna, et pessima natura, che occultamente hora riferendo il vero, ma con amplificationi, et con tacer quello che convinceria il loro male animo, hora fabricando del tutto artificiose calunnie si dilettano di seminare scandalo, et discordie gravissime tra gli amici, et parenti, et tra le più congiunte persone. Hor quanti odii, quante risse, quante capitali inimicitie nascano per colpa di queste lingue serpentine, et parimente quanti danni et iatture et di roba, et d'honored’honore ne seguano saria cosa lunghissima à dire, ma non necessaria, poi che tutto il giorno se ne vedono in ogni luogo apertissimi esempii.
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