Rime (Stampa)/Rime varie/CCLXIV: differenze tra le versioni
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È sì gradito e sì dolce
del mio foco, signor, e tanto e tale,
che di soffrir ardendo non mi cale
ogni acerbo martìr, ogni dispetto.
Duolmi sol
di tanto bene e a tanta fiamma eguale,
e che
a portar
E sopra tutto duolmi che la ria
mia fortuna
a dilungar da me la gloria mia.
Che mi giova, signor, che fra la gente,
illustre, come dite, e chiara io sia,
se dentro
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