Rime (Stampa)/Rime d'amore/XXXVII: differenze tra le versioni

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Altero nido, ove 'l’l mio vivo sole
prese da prima il suo terreno incarco;
onde però va più leggero e scarco
di quel che da tutt'altritutt’altri andar si suole;
i'i’ vorrei dir, ma non so far parole
di tanti e tanti pregi, onde sei carco;
perché lo stil a l'altal’alta impresa è parco,
e via più a chi t'onorat’onora entro e ti cole.
Perciò mi taccio, e prego 'l’l ciel che sempre
ti serbi un questo lieto e vago stato,
in queste care e graziose tempre;
e renda ognor più chiaro e più lodato
il tuo signor e mio, e ch'i'ch’i’ mi stempre
sempre nel mio bel foco alto e pregiato.
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