Rime (Stampa)/Rime d'amore/XCIX: differenze tra le versioni

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{{Qualità|avz=75%|data=22 settembre 2009|arg=Poesie}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=[[Rime (Stampa)/Rime d'amore|Rime d'amore]]<br/><br/>XCIX|prec=../XCVIII|succ=../C}}
 
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Io pur aspetto, e non veggo che giunga
il mio signor o 'l’l suo fidato messo
al termin che da lui mi fu promesso:
lassa! ché 'l’l mio piacer troppo s'allungas’allunga.
Ond'avienOnd’avien che temenza il cor mi punga,
che qualche intoppo non gli sia successo;
o ch'eich’ei sol pensi in me quanto m'èm’è presso,
e l'assenzial’assenzia il suo cor da me disgiunga.
Il che se fosse, io prego morte avara
che venga in vece sua, poi ch'eich’ei non viene,
a trarmi fuor di tèma e vita amara.
Ma se giusta cagion me lo ritiene,
io prego Amor, ch'ognich’ogni fosco rischiara,
ch'aprach’apra la via, ond'ioond’io vegga il mio bene.
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