Rime (Stampa)/Rime d'amore/LXXIV: differenze tra le versioni

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{{Qualità|avz=75%|data=22 settembre 2009|arg=Poesie}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=[[Rime (Stampa)/Rime d'amore|Rime d'amore]]<br/><br/>LXXIV|prec=../LXXIII|succ=../LXXV}}
 
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La gran sete amorosa che m'affligem’afflige,
la memoria del ben onde son priva,
che mi sta dentro al cor tenace e viva,
sì che null'altranull’altra più forte s'affiges’affige,
sovra ogni forza mia move et addige
la vena mia per sé muta e restiva,
e fa che 'n’n queste carte adombri e scriva
quanto aspramente Amor m'ardem’arde e trafige.
Chi fa qual noi parlar la muta pica?
chi 'l’l nero corvo e gli altri muti uccelli?
La brama sol di quel che li nutrica.
Però s'aviens’avien ch'ioch’io scriva e ch'ioch’io favelli,
narrando l'amorosal’amorosa mia fatica,
non son io no, son gli occhi vaghi e belli.
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