Rime (Stampa)/Rime d'amore/CX: differenze tra le versioni

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{{Qualità|avz=75%|data=22 settembre 2009|arg=Poesie}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=[[Rime (Stampa)/Rime d'amore|Rime d'amore]]<br/><br/>CX|prec=../CIX|succ=../CXI}}
 
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<poem>
Chi può contar il mio felice stato,
l'altal’alta mia gioia e gli alti miei diletti?
O un di que'que’ del ciel angeli eletti,
o altro amante che l'abbial’abbia provato.
Io mi sto sempre al mio signor a lato,
godo il lampo degli occhi e 'l’l suon dei detti,
vivomi de'de’ divini alti concetti,
ch'esconch’escon da tanto ingegno e sì pregiato.
Io mi miro sovente il suo bel viso,
e mirando mi par veder insieme
tutta la gloria e 'l’l ben del paradiso.
Quel che sol turba in parte la mia speme,
è 'l’l timor che da me non sia diviso;
ché 'l’l vorrei meco fin a l'orel’ore estreme.
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