Rime (Stampa)/Rime d'amore/CVIII: differenze tra le versioni
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{{Qualità|avz=75%|data=22 settembre 2009|arg=Poesie}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=[[Rime (Stampa)/Rime d'amore|Rime d'amore]]<br/><br/>CVIII|prec=../CVII|succ=../CIX}}
<poem>
Poi che
che mi guidano al ciel per dritta via,
e ne le molte mie gravi tempeste
di questo chiaro e fortunato mare,
udite, benigne aure, amici venti,
e voi, occhi del cielo, ardenti stelle;
mentre qui sovra questo altero mare,
da la mia lunga e faticosa via,
la mercede
lodo di lui gli strazi e le tempeste.
Voi, voci, voi, sospir, voi le tempeste
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quando il sol arde e quando ardon le stelle;
voi sète la sicura e dritta via,
che ci guidate
Qual
e sì scarco di nubi e di tempeste,
che possa dir senza arrestar fra via,
mentre stan quete le procelle e i venti,
la gioia che mi dan le mie due stelle,
or
Dolce sicuro e grazioso porto,
che del mio pianto
sì
turbin sì cara e dilettosa via!
Menami, Amor, omai per questa via,
fin che
né di questo cercar più largo mare,
né nel viaggio mio
mi sieno scorte, e sgombrin le tempeste.
Aspre tempeste ed importuni venti
non
or che le stelle mie
</poem>
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