Per lo spiritismo/XXI: differenze tra le versioni
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Io vorrei parlare brevemente della chiaroveggenza e delle altre ''cognizioni magiche''; ma vorrei anche parlarne chiaramente; perciò prego il lettore di distinguere attentamente con me tre questioni diverse: 1° quali si possono chiamare cognizioni magiche; 2° se siano possedute ''sempre e soltanto'' dalle intelligenze che si manifestano negli esperimenti spiritici; 3° quale conseguenza si possa dedurne sulla natura
1. Chiamo cognizioni magiche queste:
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la chiaroveggenza, ossia la visione senza luce, la visione attraverso la materia (come la lettura di una lettera in una busta chiusa, o in una scatola), la visione o udizione a gran distanza;
il presentimento del futuro (che in molti casi si riduce a visione a distanza, per es., quando si presente
la cognizione del passato senza
la cognizione delle malattie mediante la vista interna
Non cito esempi che servano a spiegare i termini che ho adoperato ora, perché poco o tanto sono generalmente compresi, e perchè andrei troppo per le lunghe, e perchè sarò obbligato a citarne qualcuno più innanzi. Faccio invece osservare che questa specie di cognizioni, cioè il sentire anche il pensiero, il vedere anche traverso alla materia, anche a grandi distanze nel tempo e nello spazio, hanno questo carattere comune, che sono cognizioni che non si possono avere cogli organi sensibili. Chiamo dunque cognizioni magiche il vedere senza occhi e
2. Ora i fatti, in breve son questi: Le testimonianze sono troppo numerose e concordi e oneste perché si possa negare che le intelligenze occulte hanno dato talvolta prova di possedere questa specie di cognizioni. Non credo di esser obbligato a citarne: poche non convincerebbero; tutte, esigerebbero un volume; mi contento di rimandare per alcuni esempi
Il secondo fatto è che queste prove magiche si hanno più di frequente dai vivi che da quelli che si pretendono morti; la lettura del pensiero, la visione a distanza, il presentimento, si sono verificati centinaia di volte in persone sveglie, ma sopratutto nel sogno, nel sonnambulismo magnetico, in punto di morte.
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In primo luogo è evidente che quando le intelligenze occulte non rispondono, o rispondono errori e bugie, è molto più naturale il supporre che non siano le anime dei morti, ma gli incoscienti de medii. Tuttavia non si può esserne sicuri; perchè, come ci sono illusioni pei nostri sensi, ve ne potranno essere pei loro; e come la vista, che è il più acuto e il più dotto dei nostri sensi, è precisamente il più soggetto ad illusioni, così i loro sensi potrebbero esser soggetti ad un maggior numero di illusioni che i nostri. E quanto alle bugie, non devono far stupire se vengono da anime di uomini.
Ma viceversa, quando pure ci danno di queste prove, ciò non prova punto che siano le anime dei morti. Siccome queste prove sono date talvolta dai vivi, specialmente dai sonnambuli, (sebbene neppur essi non le producano a richiesta, ed
Ma, dicono, se questo non prova lo spiritismo, prova almeno lo spiritualismo. Il du Prel, nella sua ''Filosofia della Mistica'', e molti prima e dopo di lui, anche non spiritisti, si valgono delle cognizioni magiche del sonnambulo per dimostrare che ciò che in noi sente, pensa e vuole, è incorporeo, è spirituale. E, una volta ammesso che
A me non pare che la cognizione magica sia una prova assoluta che il soggetto senziente è incorporeo. Tuttavia mi sembra che provi queste due cose:
In primo luogo, se non dimostra con certezza la verità dello spiritualismo, dimostra che non si può dimostrar vera neppure la tesi del materialismo; se non prova che il soggetto senziente è spirituale, distrugge le ragioni con cui si vuol sostenere che è corporeo. Il fatto che in certi casi (eccezionali fin che si vuole, si vede senza gli occhi e si ode senza gli orecchi, rende logicamente ''possibile'' che si possa sentire e pensare senza cervello. Se gli occhi e gli orecchi che si credevano necessari possono, in certe condizioni, esser inutili, per analogia può esser inutile il cervello, il sistema nervoso, il corpo stesso. Per sostenere che senza occhi non ci si può vedere,
Per sostenere la necessità del cervello nella chiaroveggenza, il materialista non può più addurre che queste quattro ragioni: La prima, che nel sonnambulo il cervello
Ora queste quattro ragioni (e io non ne ho mai udite altre), non provano niente. Perchè, dal fatto che nel sonnambulo il cervello
In secondo luogo, se la cognizione magica non è una prova indiscutibile della verità dello spiritualismo, fornisce però una ragione di qualche valore per crederlo probabile. Infatti bisogna considerare due cose: prima, che i fenomeni di chiaroveggenza non provano solo che in certi casi ci si può vedere
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