Opere di scultura e di plastica di Antonio Canova/XIII: differenze tra le versioni
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<center>'''AMORE E PSICHE'''</center>
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<center>'''XIII.'''</center>
quanti
che, nè uomo né Dio potendo mai prevedere tanta malizia dal canto di Venere, e tanta curiosità da quello di Psiche, non prevenne di rispettare
tosto uscita dal cupo regno di Plutone, postasi a sedere sopra uno scoglio, su cui il gentil Canova le stese sotto un morbido tappeto, apri il fatal vasello, donde ne usci, anzi che la bellezza, un pestifero vapore che la fece cader tramortita. Si vede a lei vicino il violato
vaso, aperto e rovesciato a terra.
sopra il suo volto, e rimirandola, le fa dolce fascia con la mano sinistra al colmo seno, e con la destra sostegno alla vezzosa sua testa. Egli si mostra nella dolce e soave attitudine di chi richiede un bacio che non gli fu altra volta negato. Essa, non meno lieta
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