Mastro Titta, il boia di Roma/Capitolo XLVII: differenze tra le versioni
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La fama delle larghezze di don Asdrubale accompagnate a quelle
▲La fama delle larghezze di don Asdrubale accompagnate a quelle dell'influenza di Agostino Del Vescovo, si diffondevano man mano per Roma e il bravo domestico era continuamente assediato di postulanti d'ogni genere, ma sempre di genere femminile.
- Sor Agostino - gli diceva umilmente una donna sulla quarantina - sono vedova con quattro figliuoli.
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- Che volete dunque?
- La maggiore
- Si smalizierà col tempo.
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- Verrò stasera, dove?
- Via della Lungara, la porta subito passato
- Va bene.
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- Come le piace.
Agostino portava sopra una guantiera
- Riempi anche il tuo.
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- A quella ragazzotta che sta sempre sul limitare del negozio qui accanto al nostro portone?
- È la moglie
- Maritata? Per bacco non si direbbe; par tanto giovane.
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- È di famiglia civile.
- Beviamo dunque un altro sorso di Genzano, perché non
- Perché, monsignore?
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- Volpone!
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