Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori (1568)/Raffaello d'Urbino: differenze tra le versioni
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[[File:094 le vite, raffaello da urbino.jpg|thumb|center|<center>Raffaello Sanzio</center>]]
VITA DI RAFFAELLO
Quanto largo e benigno si dimostri talora il cielo
E nel vero, poi che la maggior parte
Nacque adunque Raffaello in Urbino, città notissima in Italia,
In ultimo, conoscendo questo buono et amorevole padre che poco poteva appresso di sé acquistare il figliuolo, si dispose di porlo con Pietro Perugino il quale, secondo che gli veniva detto, teneva in quel tempo fra i pittori il primo luogo; per che andato a Perugia, non vi trovando Pietro, si mise, per più comodamente poterlo aspettare, a lavorare in San Francesco alcune cose. Ma tornato Pietro da Roma, Giovanni, che persona costumata era e gentile, fece seco amicizia e quando tempo gli parve, col più acconcio modo che seppe, gli disse il desiderio suo. E così Pietro, che era cortese molto et amator
In questo mentre, avendo egli acquistato fama grandissima nel seguito di quella maniera, era stato allogato da Pio Secondo pontefice la libreria del Duomo di Siena al Pinturicchio, il quale, essendo amico di Raffaello e conoscendolo ottimo disegnatore, lo condusse a Siena, dove Raffaello gli fece alcuni dei disegni e cartoni di
Dopo queste opere fu forzato Raffaello a partirsi di Firenze et andare a Urbino, per avere là, essendo la madre e Giovanni suo padre morti, tutte le sue cose in abandono. Mentre che dunque dimorò in Urbino, fece per Guidobaldo da Montefeltro, allora capitano
Dimorando, adunque, in Fiorenza Agnolo Doni, il quale quanto era assegnato
Studiò questo eccellentissimo pittore nella città di Firenze le cose vecchie di Masaccio, e quelle che vide nei lavori di Lionardo e di Michelagnolo lo feciono attendere maggiormente agli studi e per conseguenza acquistarne miglioramento straordinario
Laonde Raffaello, nella sua arrivata avendo ricevute molte carezze da papa Iulio, cominciò nella camera della Segnatura una storia quando i Teologi accordano la filosofia e
In un altro tondo volto verso la finestra che guarda in Belvedere, è finta Poesia, la quale è in persona di Polinnia coronata di lauro e tiene un suono antico in una mano et un libro
Nella facciata dunque di verso Belvedere, dove è il monte Parnaso e il fonte di Elicona, fece intorno a quel monte una selva onbrosissima di lauri,
Fece in
Restò il Papa di questa opera molto sodisfatto, e per fargli le spalliere di prezzo, come era la pittura, fece venire da Monte Oliveto di Chiusuri, luogo in quel di Siena,
Ma per tornare a Raffaello, crebbero le virtù sue di maniera
Aveva acquistato in Roma Rafaello in questi tempi molta fama et ancora che egli avesse la maniera gentile da ognuno tenuta bellissima, e con tutto che egli avesse veduto tante anticaglie in quella città e che egli studiasse continovamente, non aveva però per questo dato ancora alle sue figure una certa grandezza e maestà che
Laonde veramente si gli può dar vanto che nelle invenzioni dei componimenti di che storie si fossero nessuno già mai più di lui nella pittura è stato accomodato et aperto e valente come mostrò ancora in questo medesimo luogo dirimpetto a questa in una storia quando San Piero nelle mani
Egli fece ancora, in una delle pareti nette, il culto divino e
Mentre che la felicità di questo artefice faceva di sé tante gran maraviglie, la invidia della fortuna privò de la vita Giulio Secondo, il quale era alimentatore di tal virtù et amatore
Pingant sola alii, referantque coloribus ora;
Ceciliae os Raphael atque animum explicuit.
Fece ancora doppo questo un quadretto di figure piccole, oggi in Bologna medesimamente in casa il conte Vincenzio Arcolano, dentrovi un Cristo a uso di Giove in cielo e
Fece in Roma un quadro di buona grandezza, nel quale ritrasse papa Leone, il cardinale Giulio
Fece poi Marco Antonio per Raffaello un numero di stampe, le quali Raffaello donò poi al Baviera suo garzone
Fece poi Raffaello per il monasterio di Palermo detto Santa Maria dello Spasmo,
Mentre che Raffaello lavorava queste opere, le quali non poteva mancare di fare, avendo a servire per persone grandi e segnalate, oltra che ancora per qualche interesse particulare non poteva disdire, non restava però con tutto questo di seguitare
Non si può scrivere le minuzie delle cose di questo artefice, ché invero ogni cosa nel suo silenzio par che favelli; oltra i basamenti fatti sotto a queste con varie figure di difensori e remuneratori della Chiesa, messi in mezzo da varii termini e condotto tutto
Dicesi
Fu Raffaello persona molto amorosa et affezzionata alle donne, e di continuo presto ai servigi loro. La qual cosa fu cagione che, continuando i diletti carnali, egli fu
Era Raffaello in tanta grandezza venuto che Leon X ordinò che egli cominciasse la sala grande di sopra, dove sono le vittorie di Gostantino, alla quale egli diede principio. Similmente venne volontà al Papa di far panni
Ora, avendo raccontate
Ma tornando a esso Raffaello, gli fu col tempo di grandissimo disaiuto e fatica quella maniera che egli prese di Pietro, quando era giovanetto; la quale prese agevolmente per essere minuta, secca e di poco dissegno; perciò che, non potendosela dimenticare, fu cagione che con molta difficultà imparò la bellezza
Queste cose, dico, considerando Raffaello, si risolvé, non potendo aggiungere Michelagnolo in quella parte dove egli aveva messo mano, di volerlo in queste altre pareggiare e forse superarlo; e così si diede, non ad imitare la maniera di colui, per non perdervi vanamente il tempo, ma a farsi un ottimo universale in queste altre parti che si sono raccontate. E se così avessero fatto molti artefici
Ho voluto quasi nella fine di questa vita fare questo discorso per mostrare con quanta fatica, studio e diligenza si governasse sempremai questo onorato artefice; e particolarmente per utile
Gli misero alla morte al capo nella sala, ove lavorava, la tavola della Trasfigurazione che aveva finita per il cardinale
D.O.M.
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Sic miser heu prima cadis intercepte juventa,
deberi et morti, nostraque nosque mones.
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