Le novelle della nonna/Monna Bice e i tre figli storpi: differenze tra le versioni
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:'''Monna Bice e i tre figli storpi'''
Una dolce aria primaverile faceva crescere a occhiate il grano nel podere di Farneta, e rivestiva di fiori gli alberi e i prati. Le speranze nella raccolta erano grandissime, e i Marcucci lavoravano instancabilmente per aiutare
Le donne, e la Vezzosa specialmente, trapiantavano le insalate, i cavoli, le erbe aromatiche, e facevano nascere i bachi da seta, ora che i gelsi mettevan le foglie, e non sarebbe mancato ai preziosi produttori della seta il loro naturale alimento.
Tutti erano in faccende: gli uomini non tornavano a desinare a casa altro che la domenica, perché
La massaia non aveva braccia abbastanza per preparare da mangiare per tutti e pensare ai suoi figlioli; le altre dovevano fare il bucato, il pane, e rassettare vestiti e biancheria. Anche i bimbi lavoravano: chi portava via i sassi dai fossi e dai campi, chi conduceva i maiali a pascolare nel bosco, chi faceva
Tutta quella operosità, aumentata in
- Ma perché ti stanchi tanto? - domandava la Regina
- Non mi stanco, mamma; sono assuefatta al lavoro e non so star con le mani in mano, - ella rispondeva; ma non diceva che
In casa
Vezzosa rispondeva sorridendo che la sua pietra rossa era
Una domenica,
- Non vi sarà discaro, suppongo, che vi narri anche oggi di una coraggiosa donna, giacché diceste che
- Raccontate quella che volete; - risposero in coro i figli e i nipoti più grandicelli, - sapete bene che vi si ascolta sempre a bocca aperta.
-
Quando la Repubblica inviò ser Bindo a Poppi, egli aveva da poco menato in moglie la bella madonna Bice, ma già la trattava come una serva, ed ella sopportava tutto senza mai lagnarsi, come si conviene ad una buona e devota moglie.
Multe, imprigionamenti, impiccagioni, furono gli atti con i quali ser Bindo inaugurò la sua vicarìa; madonna Bice, per conto proprio, visitava i poveri, soccorreva le famiglie dei carcerati ed aiutava tutti coloro che sapeva colpiti dalla prepotenza del marito.
Questa pietà della bella donna frenava le ire dei malcontenti, e ser Bindo avrebbe dovuto ringraziarla dalla mattina alla sera per averlo, con queste sue opere caritatevoli, salvato dal coltello degli offesi. Invece non faceva altro che rimproverarla, e la povera donna doveva attendere che egli fosse partito a cavallo, per recarsi nelle case dei bisognosi e portarvi conforto.
Dopo pochi mesi che madonna Beatrice era a Poppi, mise al mondo un maschietto; ma un
- Meriterebbe che lo gettassi dal merlo più alto della torre; per i deformi non ci dovrebbe essere posto nel mondo.
- Che nome gli daremo? - domandò la signora piangente.
- Quello che ti pare; per me sarà sempre lo storpio, - rispose ser Bindo.
La nascita del primo figlio, che è sempre una gioia, una grandissima gioia per ogni donna, fu dunque per madonna Bice un accrescimento di pena. Il vicario, irritato dalla vista di quel povero bimbo deforme, fuggiva le stanze della moglie e aggravava la mano sui suoi dipendenti. Le condanne fioccavano, e la gente era presa dal terrore.
In capo a un anno madonna Bice mise al mondo un altro bambino, ed anche questo aveva una gamba storpia.
Figuriamoci le furie di ser Bindo!
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Per un raffinamento di barbarie, tolse i due bimbi alle cure di madonna Bice e le proibì di vederli. Essi furono affidati alle balie, e vennero relegati in una stanza attigua alla torre del castello.
La povera madre correva su da loro appena vedeva ser Bindo uscire a cavallo, e allora si sfogava a baciarli e a coprirli di lacrime.
In capo al
- Questo è troppo! - esclamò ser Bindo quando vide il suo terzo figlio, - questo è un malefizio di madonna Bice; e se ella è capace di malefizio, deve esser trattata da strega.
Pianse la povera donna udendo queste parole, che significavano per lei la condanna al rogo, e vedendo il marito irremovibile
-
La povera signora, benché si reggesse appena in piedi, non volle, rimanendo qualche giorno ancora nel castello, esporre i suoi bimbi a una morte sicura. Ella accomodò i due maggiori in un gran canestro coprendoli bene di pannolini; prese il piccino in collo, e, postosi in tasca il poco denaro che aveva, verso sera uscì, piangendo, dal castello e camminò finché le forze la ressero, per allontanarsi più che poteva dalla dimora del marito; ma ad un tratto cadde sfinita per terra e nel cadere disse:
- San Francesco, voi che aveste tanta pietà dei poverelli, abbiate pietà dei miei piccini!
Dopo aver proferito queste parole, madonna Bice rimase distesa per terra, ma non lasciò andare Landino, che aveva in collo, e neppur Grifo e Leone che aveva accomodati nel canestro.
Il beato san Francesco scese dal Cielo, dove gode la gloria di Dio, si fermò sulla strada dove giaceva la sconsolata madre, e toccandola con la mano che aveva operato tante guarigioni e miracoli, la fece passare istantaneamente dallo svenimento al sonno; poi, con quella dolce voce cui ubbidivano tutti, dalle fiere agli uccelli, chiamò a sé una capra, la quale accorse subito e presentò le mammelle piene di latte a Grifo ed a Leone, mentre col contatto del suo corpo cercava di riscaldare Landino.
I bimbi maggiori popparono in gran copia il latte caldo della capra, e, quando si furono satollati,
Ma alzando gli occhi la colpì la vista
Verso sera, quando si sentiva mancar le forze,
In quella capanna vi era un soffice giaciglio di fieno, del pane e del vino, così che madonna Bice poté ristorarsi, dopo aver custodito i suoi bimbi, e dormire tranquillamente fino
Ma durante la notte incominciò a nevicare, e nevicò tanto, che la neve otturò la porta della capanna. Quando la povera madre si vide circondata e quasi seppellita dalla neve, alzò gli occhi al cielo e invocò
Il Santo scese dal Cielo per visitare la povera madre nella capannuccia di paglia.
Appena ella lo scòrse, si gettò in ginocchio e gli presentò i suoi piccini, supplicandolo di non sottoporla allo strazio di vederli morire di freddo e di fame.
- Non temer nulla: - disse il Santo, - le mammelle della capra daranno sempre latte; il pane e il fuoco non ti mancheranno mai.
Si consolò madonna Bice alla promessa ricevuta dal Santo, e, sedutasi accanto al fuoco, attese pazientemente.
Intanto ser Bindo, pentito di aver lasciato partire la moglie e temendo che ella se ne andasse a Firenze a raccontar tutto alla propria famiglia e alla Signoria, era montato a cavallo e
Le quali furono di breve durata, come il suo pentimento, e in capo a due giorni non pensava più a madonna Bice, quasi che ella non fosse mai stata sua moglie.
La stagione si mantenne crudissima, e sulla neve già caduta ne cadde altra, per modo che la madre rimase davvero sotterrata per più di un mese; ma il fuoco non si spense mai nella capanna, perché ogni notte gli angioli scendevano giù dalla cappa del camino e mettevano legna e legna sul focolare. E neppur mancò mai erba fresca alla capra, né pane alla donna, poiché gli angioli portavano ogni notte abbondanti provviste, e si fermavano attorno al giaciglio di fieno, che madonna Bice aveva preparato ai suoi bambini, cantando cori celestiali, che Grifo e Leone ripetevano con le loro vocine infantili, guardando gli angioli con gli occhi sbarrati e i volti sorridenti.
Era un paradiso per la povera donna quel soggiorno nella capanna; almeno lì non sentiva le aspre parole di ser Bindo, non udiva i lamenti della gente oppressa da lui, non vedeva le occhiatacce che egli lanciava sui figli suoi ogni volta che li scorgeva da lungi in collo alle loro balie.
Ora ella non aveva altro che gioie e carezze; carezze dai bimbi, dalla capretta, e sorrisi dagli angioli bianchi e circonfusi di luce che andavano a visitarla.
Con lo sparire delle nevi, madonna Bice ebbe timore di essere scoperta dal marito trattenendosi a così breve distanza da Poppi, e allora risolvette di partire; ma nel mettere la testa fuori della capanna, si accòrse che giro giro, a una certa distanza, i pruni erano cresciuti così folti da nasconderla a qualunque sguardo. Soltanto al di sopra la capanna era libera, ed era di sopra che scendeva il sole e faceva nascere
Mentre madonna Bice, gettatasi in ginocchio, ringraziava san Francesco di quel nuovo miracolo operato per sottrarla, insieme con i figli, alle ire del marito, il Santo le apparve e le disse:
- Madonna, non tentar di uscire da questa fortezza di pruni. Qui crescerà tutto ciò che è necessario al sostentamento del corpo tuo e a quello
Il Santo benedisse la donna, i bambini,
La madre, consolata da quella apparizione, prese subito il suo Grifo e, condottolo accanto alla fontana, bagnò con
Allora madonna Bice si diede a esaminare lo spazio di terreno che correva fra la capanna e la barriera di pruni, e vide che quel tappeto verde, che a prima vista le era parso di erba, si componeva di tante pianticelle di legumi, che crescevano miracolosamente sotto gli spruzzi
Lo stesso avveniva degli alberi, che crescevano a vista
Madonna Bice non aveva mai goduto una pace più grande dacché era moglie di ser Bindo, e dal suo cuore partiva a ogni ora del giorno un inno di ringraziamento al suo Santo protettore. Ella non si stancava di bagnare le gambe dei suoi bambini con
A farla breve, in capo a un anno, madonna Bice era circondata da tre bimbi belli e forti, che erano il suo orgoglio e la sua consolazione, e in
Ser Bindo, invece, tormentato da una terribile malattia, era inchiodato da più mesi nel letto, con immensa soddisfazione dei suoi sottoposti. Una specie di cancrena gli aveva mangiato la polpa delle gambe, e da tutto il suo corpo emanava un puzzo così forte, che nessuno poteva avvicinarglisi. Il temuto e prepotente signore era dunque costretto a raccomandarsi ai servi che gli portassero il vitto, i quali spesso, neppur con le raccomandazioni più umili, riuscivano a sormontare la ripugnanza che provavano.
La sola persona che avesse misericordia di lui era una vecchia serva di madonna Bice; ma la vista di quella donna era un tormento per ser Bindo, poiché ella invocava di continuo la buona padrona, e diceva:
- Questa vostra malattia è una punizione mandata dal Cielo per aver discacciato la moglie vostra e i figli.
Per non udire questi rimproveri, che in altre condizioni sarebbero costati la vita alla imprudente donna, ser Bindo faceva a meno di farsi assistere da lei, e preferiva essere abbandonato giorno e notte come un cane.
Il dottore
Un giorno, mentre spasimava e gridava come un cane arrabbiato, si presentò
- Fatelo entrar subito, - ordinò ser Bindo.
Il frate fu introdotto.
Era un vecchio con la lunga barba bianca, curvo, cadente.
- Fratello, - disse al malato, - io ti reco la salute, affinché tu abbia tempo di pentirti della vita che hai menato.
Anche infermo, ser Bindo conservava la violenza
- Frate, è inutile che tu rimanga presso il mio letto; io non tollero accanto a me chi osa giudicare le mie azioni; vattene! - e con
- Non sono le tue ingiurie che mi faranno partire. Vecchio e cagionevole come sono, ho fatto il disagioso cammino dalla Verna a qui, per ordine del beato san Francesco, il quale mi ha ingiunto di disputare la tua vita alla malattia e la tua anima al suo eterno nemico, il demonio. Tu potresti anche minacciarmi di morte, ma io rimarrei!
Ser Bindo, non potendosi muovere, urlò, sbraitò, senza che nessuno accorresse alle sue grida; e il frate pregava senza prestar orecchio alle villanìe che il vicario si lasciava uscir di bocca, come se non fossero dirette a lui.
Così rimase il frate tutto il giorno accanto al letto
- Se hai un rimedio, usalo, perché io mi sento morir dal dolore.
Il frate era sicuro che si sarebbe venuti a questi ferri. Egli cavò da una bisaccia un vasetto di balsamo, e, sfasciate le gambe
Dopo poco lo spasimo cessò, e ser Bindo, il quale non sapeva più che cosa fosse sonno, dormì profondamente per più ore.
Al suo destarsi vide il frate inginocchiato che pregava, benché la notte fosse nel colmo.
- Che cosa fai costì? - gli domandò il vicario.
- Prego per te e attendo che tu mi chieda di assisterti, - rispose
- Quale interesse ti spinge a questo?
- Nessuno, fratello, altro che quello di redimere
- Non lo credo.
- Che hai, fratello? - gli domandò
Il vicario accennava di no col capo, e quando si fu riavuto un poco rispose:
- Frate, io ho veduto in faccia la morte, che mi voleva acchiappare, e dietro a lei
- Se non ti penti, lo credo fermamente.
E san Francesco apparve in sogno al vicario e gli parlò con quella voce dolce che ammansiva le fiere, dimostrandogli la sua perfidia, non solo verso la gente affidata al suo governo, ma principalmente verso la moglie e i figli suoi; e gli fece vedere madonna Bice ramminga per i boschi, portandosi faticosamente in collo i tre bimbi, i tre poveri bimbi storpi, che ella guardava con beatitudine, come se fossero tre angioli di bellezza.
- Quella madre è felice, - disse il Santo, - e tu pure potresti esser consolato, poiché la felicità le viene dal sentimento di aver fatto il suo dovere, dalla consolazione di dedicarsi a quelle tre creature.
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- Se potessi ritrovare madonna Bice e ricondurla presso di me! - esclamò.
- Se il tuo pentimento è sincero, la ritroverai, e io ti darò una guida sicura per rintracciarla, - disse il Santo, e sparì.
Quella volta ser Bindo si destò senza gridare, senza spasimare, e vedendo
- Frate, metti un poco del tuo balsamo sulle mie ferite: io ho bisogno di guarire, perché debbo rintracciare mia moglie e i miei figli.
Il frate non si meravigliò udendolo parlare in quel modo, perché sapeva che san Francesco aveva la virtù di operare grandissimi miracoli; e col balsamo unse le piaghe del vicario.
Quelle piaghe si rimarginavano a vista
Allorché in capo a tre giorni le gambe ritornarono sane come prima, ser Bindo disse al frate:
- Ora che il corpo è guarito, curiamoci
E inginocchiandosi dinanzi a lui, fece ampia confessione
Il frate pure piangeva commosso, vedendosi dinanzi quel grande peccatore ammansito dalla parola di san Francesco, e ringraziava umilmente il venerato capo del suo ordine di averlo scelto per istrumento della conversione di ser Bindo.
Appena il vicario si fu alleggerito la coscienza da quel peso, ed ebbe pronunziato
Così camminarono lungamente, finché il cane non si fermò sul limitare di un bosco.
Il vicario vi spinse il cavallo e avrebbe voluto andar oltre, ma il cane si diede a saltargli alle gambe, quasi lo volesse trattenere. Era già notte, e ser Bindo capì che doveva pernottare in quel luogo, forse per non turbare il riposo della madre e dei bambini.
Egli scese dunque da cavallo, e dopo aver mangiato le poche provviste che aveva seco, legò il cavallo a un albero sotto il quale si distese e dormì placidamente come non aveva dormito dopo che la sua anima
Gli uccelli, che salutavano il nuovo sole, lo destarono al far del giorno. Allora ser Bindo rimontò a cavallo, e questa volta il cane non si oppose alla sua andata; anzi, abbaiando festosamente, lo guidò fra i castagni, fino a una siepe di foltissimi pruni, che si diede a strappare con le zanne.
Il cavaliere capì, e, balzando di sella, trasse la spada e cercò di aprirsi un varco nel prunaio. Ma in questo lavoro si forava le mani, lasciava la pelle attaccata agli spini e sanguinava da tutte le parti.
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- Prosegui nella via del pentimento; non ti saranno rimessi i peccati altro che se tu ricondurrai a casa la infelice madre e i tre bimbi.
E allora ser Bindo riprendeva coraggio e tagliava con più energia i pruni.
Finalmente egli forò quella folta parete, e
Ser Bindo, senza pensare ai pruni, fece uno strappo alla pungente barriera, e in pochi salti fu accanto ai bambini e se li strinse al cuore coprendoli di sangue.
Essi gettarono un grido, e madonna Bice, che era nella capanna, accorse spaventata.
Ma quando ella vide il marito che accarezzava le sue creature, non poté più camminare, non poté più parlare, e cadde in ginocchio alzando le mani al cielo, in atto di profondo ringraziamento.
Ella non disse al marito una sola parola di rimprovero per le sue barbarie, e appena poté moversi, corse ad attingere acqua alla fontana e con quella gli lavò le ferite.
Il sangue si stagnò improvvisamente, e ser Bindo, commosso da tanta dolcezza,
- Mi perdoni?
Ella non poté rispondere, ma gli prese la mano e la bagnò di lacrime.
Poche ore dopo ser Bindo faceva salire a cavallo madonna Bice, le poneva fra le braccia i due figli maggiori, ed egli, tolto Landino in collo, conduceva il cavallo per la briglia fino al castello di Poppi. In quel momento il cane che lo aveva guidato fece un lancio e, abbaiando, sparì.
La gente accorreva meravigliata sulle porte delle case per vedere passare il prepotente signore, ora così umile, e bisbigliava che soltanto un grande miracolo poteva averlo cambiato a quel modo.
- Salute, fratelli! Salute, sorelle! - diceva ser Bindo passando accanto alla gente. - Pregate per
Da quel giorno il vicario non commise più nessuna prepotenza a danno del popolo a lui affidato, e fu eccellente marito e padre esemplare. Egli spese tutte le sue ricchezze in elemosine e nella costruzione di una chiesa, che fece erigere nel luogo dove la moglie e i figli suoi avevano passato un anno, e che dedicò a san Francesco.
Qui la Regina tacque e la Vezzosa prese a dire:
- Anche voi, mamma, siete invidiata per aver
La vecchia guardò la giovine sposa, poi chinò il capo, e il suo volto, di consueto così sereno, si rannuvolò.
Cecco, che aveva seguìto quella scena muta, si accostò alla moglie e la tirò per la manica, affinché non ripetesse
Nessuno osò più parlare quella sera, e la veglia incominciata gaiamente, terminò molto triste.
- Ma che mistero
- Lo saprai, ma ora taci; non vedi come tutti si sono fatti silenziosi?
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