Le novelle della nonna/La sorte della famiglia Marcucci: differenze tra le versioni
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:'''La sorte della famiglia Marcucci'''
In questa lunga serie di novelle, in cui ho intrecciato le leggende alla storia della famiglia della Regina,
«Il Diavolo», dice il proverbio, «non è mai così brutto come si dipinge», e il Diavolo dei Marcucci, che consisteva nel timore di non poter sbarcare
Dopo che la Regina ebbe ottenuto da Maso che la data del matrimonio
- In casa nostra dobbiamo essere sempre ventisei; quando escirò io, verrà lui, e prenderà il mio posto.
- Di certo, - rispondeva la moglie di Cecco, - e se sarà una bimba le metteremo il tuo nome.
Il Natale si avvicinava a grandi passi, con le nevi e il tramontano. In quel giorno tutti attendevano Carlo che doveva venire da Firenze per far le feste con la sposa e tornare poi a Capo
Egli giunse la vigilia, portando seco un grosso baule coperto
- Carlo fa di te una principessa! - dicevano le zie toccando ogni oggetto con riguardo, per timore di sciuparlo.
- No, faccio
Senza turbare
- Credo che il nostro bimbo nascerà stanotte, come Gesù; io vado in camera, tu
Cecco uscì infatti, ed ella salì in camera sua.
Quando il
Nessuno aveva sentito nulla, perché la camera di Vezzosa era in fondo al corridoio, e i contadini hanno il sonno duro.
Così la mattina, un
- Baciatelo, è il nostro Gesù bambino.
La Regina lo aveva veduto prima di ogni altro, perché Cecco glielo aveva portato sul letto, ed ella aveva confuso in un abbraccio tenerissimo il figlio prediletto e
- Non ho voluto farvi perdere una nottata, mamma, - rispose la giovane madre. - Oggi dovete essere arzilla e presiedere il pranzo di Natale.
Quel pranzo serbava ai Marcucci una nuova sorpresa. Carlo, quando furono a mangiare un
- Ormai mi considero come di casa, e per questo credo di potervi trattare da parenti. Ebbene, propongo, come nipote di Cecco e di Vezzosa e come cugino del bimbo nato stanotte, che egli sia battezzato domani, che è domenica. Sono giorni di festa per noi, e ce li dobbiamo godere. Non pensate al rinfresco; il compare è stato avvertito e arriverà domani. Pensate soltanto a invitare molta gente e a stare allegri.
La Carola e le cognate avrebbero invitato tutto il Casentino, tanto si struggevano di far vedere a tutti che bel giovane sposava
La matrigna, il babbo e le sorelle di Vezzosa erano stati avvertiti prima, e capitaron tutti, anche nel dopopranzo di Natale. La Maria salì subito dalla giovine mamma, ma le ragazzine rimasero con
- Annina, che fortuna! - ripetevano. - Ogni mille una, e
La notizia della nascita del bimbo e
Inoltre, in quei pochi mesi passati in casa Durini, ella aveva acquistato un fare composto e un garbino da persona bene educata, che si addiceva mirabilmente alla dolce espressione del suo viso e la faceva apparire molto più bella di prima.
Quelle qualità
La mattina dopo giunse un telegramma del professor Luigi, il quale annunziava di non potersi muovere, perché leggermente indisposto. Egli pregava Carlo di rappresentarlo come compare, e dopo aver fatto gli augurî e i mirallegri a Vezzosa, annunziava
- Eh! che lusso! I Marcucci hanno proprio avuto fortuna!
I gioielli
Quando il corteo tornò dalla chiesa e il bimbo fu riportato alla mamma, la signora Durini scese a mescolarsi fra
La signora Durini aveva regalato alla giovane mamma una posata
Fino a tardi, quella sera, si bevve e si mangiò, e i bimbi di casa e quelli degli invitati andarono a letto nascondendo i confetti sotto il capezzale.
Carlo si compiaceva di destare la meraviglia di tutti i contadini del vicinato, perciò fece venire da Arezzo quattro carrozze coperte per condurre la famiglia e i testimoni in chiesa e al municipio, e da Firenze mandò pasticci, dolci e fiori in quantità.
Vezzosa, anche lei, aveva voluto assistere al pranzo di nozze, e appariva più bella che mai, pallida
Al momento della partenza degli sposi non mancarono le lacrime da parte
Partita che fu
Però la felicità non arride di consueto molto a lungo alle famiglie, e la vita ha più giorni tristi che lieti.
La buona vecchia fu presa a un tratto dalla febbre e dovette mettersi a letto.
Questo avveniva ai primi di maggio, e il medico, chiamato in fretta da Cecco, disse che si trattava di un raffreddore e
Ma dopo una settimana, invece di potersi alzare, come aveva detto il medico, la Regina era sempre più abbattuta e nulla valeva a renderle il vigore.
Verso i primi di giugno volle fare uno sforzo e si fece portare al sole
Da quel giorno non si alzò più, e il 15 di giugno spirò in mezzo ai suoi, non esclusi
Morì la buona e cara vecchia, senza aver perduto la lucidità della mente, raccomandando ai figliuoli di restare uniti per amor suo, raccomandando ai nipotini di seguire
Non è possibile dire quale vuoto lasciasse in casa la morte della Regina e quanto fosse pianta da tutti. Con lei spariva la mente illuminata,
<center>'''Fine'''</center>
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