La mandragola/Atto quarto/Scena quarta: differenze tra le versioni

{{Qualità|avz=75%|data=26 maggio 2008|arg=Teatro}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=[[La mandragola/Atto quarto|Atto quarto]]<br />Scena quarta|prec=../Scena terza|succ=../Scena quinta}}

: Io aspetto che Ligurio torni col frate; e chi dice che gli è dura cosa l'aspettarel’aspettare, dice el vero. Io scemo ad ogni ora dieci libbre, pensando dove io sono ora, dove io potrei essere di qui a dua ore, temendo che non nasca qualche cosa, che interrompa el mio disegno. Che se fussi, e'e’ fia l'ultimal’ultima notte della vita mia, perché o io mi gitterò in Arno, o io m'impiccheròm’impiccherò, o io mi gitterò da quelle finestre, o io mi darò d'und’un coltello in sullo uscio suo. Qualche cosa farò io, perché io non viva più. Ma veggo io Ligurio? Egli è desso, egli ha seco uno che pare scrignuto, zoppo: e'e’ fia certo el frate travestito Oh, frati! Conoscine uno, e conoscigli tutti. Chi è quell'altroquell’altro, che si è accostato a loro? E'E’ mi pare Siro, arà digià fatto l'ambasciatal’ambasciata al dottore; egli è esso. Io gli voglio aspettare qui, per convenire con loro.