Il sorbetto della regina/Parte prima/VII: differenze tra le versioni

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{{Qualità|avz=75%|data=10 agosto 2009|arg=romanzi}}
{{IncludiIntestazione|sottotitolo=[[Il sorbetto della regina/Parte prima|Parte prima]] - VII. Dove conducono le buone azioni|prec=../VI|succ=../VIII}}
 
{{capitolo
|CapitoloPrecedente= VI. I cani di Don Gabriele
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|CapitoloSuccessivo= VIII. Il pentimento dell'ubbriacone
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I due amici uscirono dal caffè: don Gabriele grattandosi la schiena, le mani giunte sul dorso, facendo dei visacci, come chi inghiotta qualcosa d’amaro o sia di cattivo umore; Bruto, ritto, grave, assorto. Camminarono così senza sapere dove andassero e senza parlarsi. In questo modo arrivarono al Molo.
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- Non ci manca che quella di luogo.
 
- Eccola! Eccola questa scuola moderna! Il marchese Puoti ha ben ragione di dire che, dopo la ''commedia'' di {{AutoreCitatoAc|Eschilo}}, i moderni non hanno prodotto che delle ''chiucchiurlaie''.
 
- Sono bipedi o quadrupedi queste ''chiucchiurlaie'', eccellentissimo signor censore? chiese Bruto con un gran candore.
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Al domani della rappresentazione un’orribile vecchia si presentava dalla madre di Lena con una lettera del marchese Annibale de Diano.
 
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