I suicidi di Parigi/Episodio secondo/III: differenze tra le versioni
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Il giorno che seguì la scena cui abbiamo raccontata, il principe fece dimandare alla consorte se poteva riceverlo.
Maud aveva passata la notte - la sua prima notte di nozze - accoccolata sur un canapé nel boudoir. Le sue cameriere la avevano rilevata,
Un bagno caldissimo, qualche ora di riposo, le avevano poscia restituito un
Quando le si annunziò la dimanda di suo marito, un tremor sordo la convulse.
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Maud fece rispondere al marito che era pronta a riceverlo, e rinviò le fanti.
Tranne il pallore un
Vestito come per una visita di mattino ad una persona estranea, guantato, cappello in mano,
La principessa si levò.
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Il principe la salutò rispettosamente, e, prendendola dalle punte delle dita, la ricondusse al canapé. Rimarcò che la tremava tutta.
- Madama - disse egli, dopo alcuni istanti di silenzio, unicamente turbato dal sibilo della respirazione commossa, - madama, io vengo a prendere i vostri ordini. Sono costretto a partir oggi stesso pel castello di Lavandall, ove mia madre mi aspetta da qualche giorno, ed ove mio fratello arriva stasera. Vengo a dimandarvi ciò che meglio gradite: se ritornare a Londra, restare a Parigi o permettermi di offrirvi
- Monsignore, rispose Maud, tremando sempre e biascicando - ciò che vi dissi ieri, non lo ritratto oggi. Sono la vostra consorte, vi seguirò dappertutto.
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- La vita che si mena in quella magione - continuò il principe - è delle più lugubri. Il signore del luogo detesta e disprezza il mondo; lo fugge per conseguenza. Di visite, rarissime. Giammai feste. Non cacce. Qualche passeggiata solitaria. Sempre il silenzio. Gli stranieri potrebbero dire che la è dimora del rimorso. Altri sanno che la è il coviglio del dolore.
Maud si alzò come spinta
Il principe restò assiso e freddo. E continuò:
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Il principe partì la sera alle sette, non menando con sè che il suo vecchio intendente, il quale da quindici anni conosceva tutti i suoi segreti.
Maud diè congedo alle cameriere che
Quindici giorni dopo, il principe e la principessa di Lavandall entravano insieme al castello. Il principe aveva aspettato Maud ad una giornata di distanza dalla sua residenza.
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Ora, quella residenza non era poi così tetra e desolata come il principe
Era tutta costruita in marmo rossastro, vasta, ornata di terrazze che sporgevano sur una immensa campagna, bellissima.
Una foresta di dieci leghe di diametro, ove serpeggiava una riviera dalle acque malinconiche e chiare, era gremita di laghetti, come dei pezzi di argento gittati sur un verde tappeto.
Il castello dominava, a parecchie leghe
Il clima era dolce. Il cielo profondo e sereno.
Un corriere aveva annunziato
Il conte Alessandro venne loro
Erano parecchi anni che i due fratelli non si erano visti, benchè si scrivessero ogni settimana,
Io dico la storia della sua anima, imperciocchè il principe Pietro non partecipò mai nè a sua madre, nè a suo fratello,
Questa fanciulla era per tutti (la zia di Alemagna e la regina di Würtemberg tranne) la contessa di Walenheim.
Non appena i due fratelli si scorsero, balzarono di vettura e caddero
Restarono qualche minuto così, senza dir verbo.
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Infine, Alessandro richiese suo fratello di essere presentato alla principessa.
Maud, imbaccuccata in una calda e ricca pelliccia, si teneva rannicchiata in uno spigolo della carrozza. Un raggio di Luna, a traverso i cristalli degli sportelli, le aleggiava sul viso e ne accresceva la pallidezza. Aveva
Quando il principe aprì lo sportello per presentarle suo fratello, un fiotto di luce delle fiaccole, che circondavano la vettura, la inondò. La visione sembrò arrossire. Un hourrah! eclatante corse su tutta la linea, mentre il conte Alessandro diceva di una voce commossa:
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- Grazie, fratello!
Ma i due fratelli avevano tante cose a dirsi; Alessandro aveva tanti complimenti a fare a Pietro sulla bellezza della sua consorte; bruciava tanto di comunicargli
Ciò colpì Alessandro. Si astenne però di esprimere alcuna osservazione.
La loro madre li aspettava sotto la marquise del verone, fra un esercito di lacchè e di servi che riempivano
La vista di Maud li abbarbagliò tutti.
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E per questa semplice ragione, la giovane principessa spiacque alla vedova suocera.
Il principe condusse Maud
Entrando nella camera da letto, i loro sguardi caddero sur una lettera, in un vassoio
Questa
Era una lettera di mistress Grown, che ne conteneva
Maud
Il principe rimarcò tutto e non profferì verbo.
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Maud gli porse allora ambo le lettere.
Il principe non lesse quella di mistress Grown. Lesse a mezza voce
"Se un dì sarete svanturata ed avrete bisogno di aiuto, scrivete ogni primo giorno del mese a mistress Evelyn March, fermo in posta, a Londra, e sarete protetta. Siete amata, avvegnachè sembriate abbandonata."
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- È troppo tardi!
Il principe
Ella contemplava quasi con gioia la distruzione di quel foglio di carta, che la rallegava ad un mondo sconosciuto.
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Noi passiamo oltre la descrizione delle feste.
Lo tzar Nicola e la tzarina mandarono un monille di diamanti alla giovane sposa, ed un invito pel castello
A cinquanta leghe intorno, la nobiltà russa venne a visitare la nuova castellana, e tutti si accomiatarono incantati. Perocchè non è mestieri di dire che la storia misteriosa di questi due martiri restò sprofondata nei loro cuori.
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Il carattere del principe Pietro non sorprese alcuno. Alla Corte stessa dello tzar erasi favellato dei suoi gusti da scienziato e della sua capacità; ciò che aveva occasionato il rumore, lo tzar lo avesse in vista per un posto diplomatico. Ma se tutti - e la vecchia principessa ella stessa -
Un mese scorse.
Esso era sembrato
Non avendo dunque ad esercitare nè
Il suo figlio primogenito non la ritenne.
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Chi lo ritenne?
Egli ignorava la ragione delle cose; ma aveva tutto indovinato:
Una circostanza però gli porse ben presto il filo di Arianna del mistero che lo investiva.
Dopo la cessazione delle feste e la partenza della vecchia principessa, la calma rientrò nel castello di Lavandall.
Maud passava come
Non eravi attenzione minuta, prevenenza
Ella divorava la notte i poeti, per recitare a suo marito gli squarci i più belli, nelle loro rare passeggiate sulle terrazze del castello, od accanto al fuoco, la sera. Ella studiava le scienze naturali, onde avere un obietto di conversazione che sembrava più gradevole al principe. Ella sapeva far nascere sul suo sembiante un sorriso che non era nella sua anima, per offrire un raggio di aurora a quella notte.
Gli è vero che nel suo sguardo Maud portava più sollecitudine che tenerezza; che dalla sua conversazione la parola amore era esclusa;
Il principe le ispirava paura e pietà.
Se
Il principe, dal lato suo, non provò di nulla per favorire le proferte di sua moglie, i primi passi. Egli
Egli cercava sottrarsi alla febbre dei desiderii che lo bruciava; scappar forse a suo fratello, la di cui gaia e sana giovinezza lo gittava in un vortice di delirii.
Il principe avrebbe voluto obliare, e si sentiva di più in più attirato, con una vertigine spaventevole, dagli oggetti
Maud lo fascinava.
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Il principe passava le sue giornate nella biblioteca del castello, toccando a mille libri e non leggendone alcuno.
Parlava poco, talvolta con durezza, con ironia sempre. Ascoltava Maud distratto; suo fratello, attentamente. Egli spiava sempre, intento
Quinci la sua malattia
Quando
La consegna era inviolabile.
Ora, egli avvenne un giorno che il conte Alessandro avesse urgente uopo di parlare a suo fratello. Ne andò in busca alla biblioteca, ove recavasi di ordinario dopo
- Il principe è qui, Ivan?
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Alessandro riflettè, poi soggiunse:
-
- Gli è per tutti, padrone.
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- Padrone, sì.
- Ma egli non è ammalato,
Ivan non rispose.
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Ivan tacque.
- Gli è la prima volta che mio fratello ti dà
-
- E se forzassi la consegna, Ivan?
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- Ma se la principessa volesse entrare, glielo impediresti tu veramente?
- A lei più che a
Alessandro si allontanò, pensieroso, ed uscì nel giardino.
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Essi
Seguì un momento di silenzio, camminando sempre verso la porta a vetri che immetteva in una sala del castello. Alessandro sforzandosi a ridere, disse infine:
- Cognata, io
Maud ebbe un brivido che non sfuggì agli occhi dei conte Alessandro.
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Una mano si poggiò sul suo braccio.
Il principe - rimesso
Questi, sempre assorto, non lo guardò e si lasciò condur via, dietro un ciuffo di arbusti, ove erano dei sedili di marmo.
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- Che tu non avevi voluto ricevermi... Ma che è dunque? - gridò Alessandro prendendo suo fratello fra le braccia. Mio Dio! che è dunque? Come sei pallido? come i tuoi lineamenti sono alterati! i tuoi capelli sono irti sul capo; i tuoi occhi smarriti, stravolti!... Dio mio! Dio mio! la tua camicia, la tua bocca, la tua barba sono macchiate di sangue... Pietro, Pietro... cosa è dunque, fratello mio?
- Nulla, Alessandro - rispose il principe provando di sorridere.
- Pietro... - sclamò Alessandro, fissando il suo sguardo scrutinatore sul fratello, con un accento di rimprovero. Pietro, tu mi nascondi un segreto
Pietro cacciò il capo nelle braccia del fratello, e non rispose altrimenti che per un singhiozzare represso.
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Alessandro se lo strinse vivamente sul cuore e lo baciò sulla fronte, senza turbare il suo silenzio. Infine, il principe si raddrizzò bruscamente, e, prendendo il braccio del fratello, sclamò:
- Io non voglio involare alla provvidenza
E dicendo ciò,
A tavola si vide
Alessandro però era stato profondamente colpito da quelle mezzè rivelazioni della giornata. Egli dava la caccia alle supposizioni le più stravaganti, ma sempre lontane dal vero.
Alcuno non nasconde un segreto come una donna. Però, se il suo cuore vi è implicato, ella à inevitabilmente dei momenti di abbandono in cui si tradisce.
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Lo studio di Maud era, gli è vero, fascinante. Ma forse, pure il conte Alessandro non fece nulla per scongiurar la magia.
La bellezza di Maud era irresistibile.
Che distanza dalle voluttuose bellezze che
Maud metteva in evitare suo cognato la sollecitudine cui questi metteva ad incontrarla. Ella non usciva sola nel giardino, nel parco, a cavallo, in visita per soccorrere ai bisogni dei suoi servi, che quando il conte Alessandro era partito per la caccia o in visita presso i vicini. Ella voleva sfuggire le spieghe ulteriori sul conto di suo marito: ecco tutto.
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Aveva dessa compresa altra cosa?
Ella aveva potuto avere
Ah! se ella avesse potuto interrogare suo marito che era sì penetrante!
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Il principe di Lavandall diveniva ogni giorno più misantropo. Gli era perchè gli accessi della sua malattia, lungi dal distanzarsi, si rapprossimavano?
Ogni qualsiasi cosa lo stancava adesso. Ogni piccola emozione lo scuoteva, al punto
Adesso, dopo il pranzo, il principe si ritirava nelle sue stanze.
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- Vuoi che andiamo a prendere una tazza di thè da lei, se non la scomodiamo poi troppo?
Maud ed Alessandro vedevano bene che la salute del principe si alterava di peggio in peggio; che lo spirito di lui era più colpito, che la melanconia lo divorava.
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Un giorno, Alessandro gli propose di fare un viaggio in Francia; andare alle acque in Germania. Gli occhi del principe corruscarono, e non rispose.
La vita diveniva intollerabile. Ora, se Maud aveva il dovere di subirla e
Il principe Pietro trovavasi una sera sotto
Lo sguardo del conte era intenerito; quello di Maud, spaventato.
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E si facevano segno.
Il fatto è che la fisonomia del principe si scomponeva a vista; che i suoi occhi addiventavano orribilmente stralunati; che un pallore cinereo si diluiva sul suo sembiante; che la sua bocca contorcevasi;
Maud diceva degli occhi al conte: chiamate Ivan!
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Maud gettò un grido di terrore e fuggì.
Il conte Alessandro possedeva adesso il segreto di quel disastro di famiglia. Egli rilevò suo fratello che si dimenava nelle convulsioni, e lo depose sur una dormeuse. Poi
Ivan venne. Ed ambo assistettero con amore la povera creatura perduta in tanta sciagura.
Alessandro restò presso di suo fratello tutto il tempo che le convulsioni durarono. Quando però la crisi si calmò,
Il conte non seppe dominare la sua commozione. Fece un passo verso di lei, le cadde accanto in ginocchio e prendendole la mano gliela baciò.
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Il principe sentillo ribalzare sul suo cuore, e levò la testa - sotto il peso ancora della mano della malattia.
E non potè sollevare il suo corpo. Ma
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