I rossi e i neri/Secondo volume/XXXVII: differenze tra le versioni
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Ambedue fecero bella mostra di loro prodezze; chè il Montalto, come è noto, era una lama gagliarda, e il Cigàla, come aveva detto con acconcia frase egli stesso, non era una sbercia. Ma più andavano innanzi, e più era facile il vedere che Aloise superava di gran lunga il suo avversario. Non schermiva, egli, scherzava col ferro; or senza muovere passo e quasi senza sforzo di mano, scompigliava un assalto; or minacciava a sua volta, incalzava, facendo luccicare la punta della spada sugli occhi del nemico, o rigirandola in rapidissimi cerchi sul petto di lui, nè mai sferrava la botta. Il Cigàla, così paziente come era animoso, assaliva senza fiacchezza, ma altresì senza stizza, e parando come meglio poteva, lasciando al fato la cura del resto. Ma il giuoco durava, e un dubbio gli balenò nella mente, e tremò d'essersi apposto. I suoi padrini, intanto, ammiravano il suo coraggio, ma tremavano forte per lui.▼
▲Ambedue fecero bella mostra di loro prodezze; chè il Montalto, come è noto, era una lama gagliarda, e il Cigàla, come aveva detto con acconcia frase egli stesso, non era una sbercia. Ma più andavano innanzi, e più era facile il vedere che Aloise superava di gran lunga il suo avversario. Non schermiva, egli, scherzava col ferro; or senza muovere passo e quasi senza sforzo di mano, scompigliava un assalto; or minacciava a sua volta, incalzava, facendo luccicare la punta della spada sugli occhi del nemico, o rigirandola in rapidissimi cerchi sul petto di lui, nè mai sferrava la botta. Il Cigàla, così paziente come era animoso, assaliva senza fiacchezza, ma altresì senza stizza, e parando come meglio poteva, lasciando al fato la cura del resto. Ma il giuoco durava, e un dubbio gli balenò nella mente, e tremò
Essi ad un tratto respirarono, e il Giuliani e il Pietrasanta del pari. Stanco di quelle schermaglie, Aloise aveva voluto compir l'opera con un colpo maestro. In un batter d'occhio il Cigàla era stato disarmato; la spada, trattagli a forza dal pugno, balzava tre passi discosto sul terreno.▼
▲Essi ad un tratto respirarono, e il Giuliani e il Pietrasanta del pari. Stanco di quelle schermaglie, Aloise aveva voluto compir
- Ah, lode al cielo! - esclamò il Morandi. - Per un meschino battibecco di politica, io spero che basti.
- Se già non ce
E
Aloise guardava il suo avversario, additandogli con piglio imperioso la spada, che giaceva sul terreno. Il Cigàla era rimasto perplesso, e con occhio mesto interrogava
- Da leali cavalieri! Io fo voto che la mia vi porti fortuna.
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E si rimise in guardia a sua volta. Aloise, lo ringraziò con un cenno del capo, e il duello ricominciò.
- Soltanto, non mi risparmiate, come avete fatto finora; - soggiunse il Cigàla; -
- Allah kerim! - rispose il Montalto,
Ma tosto, per tema
- Un suicidio! - esclamò sommesso il Mattei, mentre, inginocchiato al fianco di Aloise si disponeva a visitar la ferita.
- No; - rispose sollecitamente il giovine; - avevo troppo spinta
- Oh, Aloise! - gridò quegli, dando in uno scoppio di pianto, - dimmi che non sono stato io!
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Aloise gli strinse la mano.
- Io te lo giuro, - proseguì
Fu un vaticinio; cinque mesi dopo, il Cigàla, valoroso cavaliere, dava la vita
- Chiedo un
Ed aggiunse anco
Rimasto solo coi medici e
- Orbene; -
- Che dite voi? - chiese il medico.
- Sì, - continuò il ferito, -
Il Mattei stette mutolo, ma non gli venne fatto reprimere un sospiro.
- Tanto meglio! - disse allora Aloise. - Debbo dir due parole al Pietrasanta, al Giuliani. Amici miei, vi ho fatto un tristo regalo. Perdonate! A che gioverebbe
- Sarà impossibile.... per molti giorni ancora.... - balbettò il Giuliani.
- Vedrete che si potrà.... senza pericolo! - rispose con un mesto sorriso il ferito. - Vorrei essere sepolto accanto a mia madre, e accanto a lui.... che non sarà tardo a seguirmi.
Il Giuliani e il Pietrasanta si stempravano in lagrime. Il Mattei, col suo triste silenzio, diceva assai chiaramente che non
Il ferito aveva chiuse le palpebre. Il suo volto
- Ho freddo! - mormorò egli poco stante. - Vorrei essere al sole. -
Il Pietrasanta e il Giuliani volsero gli occhi al Mattei. Questi assentì con un cenno del capo, ed anzi fu pronto, insieme
Il sole era presso al tramonto. I suoi raggi rossastri apparivano ancora dal ciglio dei colli, che nascondevano bensì
- Bel sole! bel sole! - disse Aloise, riaprendo le palpebre, e volgendo una languida occhiata a quello splendore di cielo. - Come è bello il tuo morire.... ed il mio! Grazie, Mattei! Giuliani, grazie! Sarei morto volentieri in guerra, per la mia patria. Non ho potuto aspettare! E tu, Enrico.... -
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- E lei; - rispose il Pietrasanta, sollevandolo amorevolmente tra le sue braccia. - Coraggio, Aloise, coraggio! -
Ma prima
- Ah! - mormorò Aloise, riconoscendola, e stendendo le braccia verso di lei.
Il duca di Feira, che
- Come qui? - gli chiedeva il Mattei. - Fosse almeno arrivato dieci minuti prima.
- Ahimè! - rispose il vecchio gentiluomo. - Fu già molto per noi aver saputo il luogo e
Era ella, infatti, la marchesa Ginevra, che il giorno innanzi, dopo il malaugurato incontro col signor di Montalto, aveva capito da un improvviso rannuvolarsi del suo cavaliere, per solito di umor così gaio, che qualche cosa dovesse succedere. Non gli aveva chiesto nulla; ma quella sera stessa, chiamando a sè con qualche pretesto gli amici comuni dei due gentiluomini, era venuta a capo di stabilire un buon servizio di esplorazione. Quella mattina stessa aveva saputo che la sfida era corsa, e dove fosse e per qual ora il ritrovo. Lo stesso Riario si era lasciato cavare il segreto di bocca. E allora, senza por tempo in mezzo, aveva mandato a chiamare il duca di Feira, chiedendogli di accompagnarla al luogo dello scontro. Non sentiva ragioni; non vedeva difficoltà, non curava pericoli, non temeva di ciò che potesse parerne in casa sua, e molto meno di ciò che potesse dirne la gente. Non voleva quel duello, il cui esito poteva esser fatale a qualcheduno. Ma infine, il signor di Montalto era un fortissimo schermidore, ed anche un cavaliere generoso; tratto sul terreno il suo avversario, si sarebbe mostrato anche umano, risparmiando il Cigàla. Era questo il pensiero del duca. Ma il duca non
Intanto la bella Ginevra era già tutta prostrata al fianco del morente. Si erano ritirati gli amici, intendendo la gravità del momento: solo era rimasto, perchè avvicinatosi allora, il Mattei. Lo vide Aloise, e stendendogli la mano con atto supplichevole gli disse:
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Un lieve sorriso increspò le labbra del giovine.
- Son calmo, sì, calmo.... e contento; -
- Io, sì, - rispose ella, avvicinandosi ancora; - io, che vi ho sempre amato, Aloise. -
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- Non Aloise; - mormorò egli poscia. - Goffredo.... Goffredo Rudel! La contessa di Tripoli, pietosa, è venuta a consolare gli ultimi momenti del suo servo fedele.
- Fedele, sì, ma senza fede in lei! -
- Dica questo suicidio! - esclamò il Mattei, traendosi indietro, con le palme alla fronte.
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- Ah, il cuore me lo diceva, pur troppo! - gridò la marchesa, impallidendo. - Come tutto ha concorso ad ingannarlo! Ed anche io, conoscendoti male, mi ero tanto ingannata! Aloise, dimmi che mi hai perdonato!
- Vi adoro; - rispose il giovine, con un filo di voce, in cui si raccoglieva tutta
E le sue labbra, già fatte smorte, si muovevano implorando. E
- Sono felice; -
Il doloroso momento si avvicinava. Una spuma rossastra apparve sulle labbra del giacente; al sommo del petto un tremito violento e continuo indicava gli sbalzi del cuore, così rapidi e pazzi, sul punto di ridursi
La povera Ginevra fu tratta a forza di là dal Mattei, e ricondotta in città dal duca di Feira, che seppe dominare il suo profondo dolore per confortare
Di ciò
Il marchese Antoniotto aveva un suo modo particolare di manifestare la sua scontentezza; ma quel modo non si poteva usare con la marchesa Ginevra, come con la gente di servizio, o con altra classe dei suoi dipendenti. Perciò il tiranno di Quinto si chiuse in un mutismo, che non era senza una
La spiegazione domestica, per altro, non poteva farsi troppo aspettare; e venne infatti, dopo una diecina di giorni. Più lente a venire furono le conseguenze di quella spiegazione. Anche più lente le avrebbe volute il marchese Antoniotto; per togliere ogni appiglio a sospetti, a ciarle di scioperati, consigliava di non chiuder
Ciò che avvenne di lui
E così fu per quindici anni ancora. Poi, ella non apparve più. La bella Ginevra dagli occhi verdi, la più ammirata tra le belle di cui Genova andò sempre meritamente superba, era morta. Felice anche lei! Tardi, ma in tempo per elevarne lo spirito, si era animato il suo cuore.
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{{Centrato|FINE DEL SECONDO ED ULTIMO VOLUME.}}
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