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{{Qualità|avz=75%|data=1 settembre 2009|arg=romanzi}}
{{IncludiIntestazione|sottotitolo=[[I rossi e i neri/Secondo volume|Secondo volume]] - XVIII.<br/>Come qualmente mastro Pasquale perdesse il pentolino.|prec=../XVII|succ=../XIX}}
Il legnaiuolo, quantunque, per aver già salito due scalini, fosse molto più indietro, non tardò a raggiungere la Madre Maddalena, che correva a passo d'anitra lunghesso il murello. Ma il diavolo volle (fu proprio il diavolo?) che la corsa di mastro Pasquale fosse rattenuta dal cavalletto ch'egli aveva lasciato pur dianzi in mezzo al viale, e il tempo ch'egli pose a mettere quell'arnese da banda, fu guadagnato dalla vecchia monaca, che potè giungere, ad una con esso lui, presso la fanciulla svenuta.▼
▲Il legnaiuolo, quantunque, per aver già salito due scalini, fosse molto più indietro, non tardò a raggiungere la Madre Maddalena, che correva a passo
Il primo sguardo del gobbo fu pel biglietto; ma non lo vide, per quanto girasse gli occhi tutto all'intorno. Allora egli si fece a sollevare la giovinetta da terra, mettendole rispettosamente un braccio sotto le spalle, e tentando di ricondurla, senza brancicarla di troppo, al sedile. Tra tutt'e due ne vennero a capo, e già mastro Pasquale incominciava a respirare, pesando che la fanciulla avesse avuto tempo a nascondere in tasca il foglietto, allorquando vide la monaca chinarsi a terra e metter la mano su d'un batuffolo di carta che era uscito in quel punto dalle dita di Maria.▼
▲Il primo sguardo del gobbo fu pel biglietto; ma non lo vide, per quanto girasse gli occhi tutto
- Che negozio è questo? - esclamò la Madre Maddalena, in quella che spiegava sollecitamente quel foglio tra mani.
- Gesummaria! - gridò la monaca, appena ebbe finito. - Vo a chiamar la madre badessa.
- E le dica che porti
La vecchia monaca non gli badò più che tanto, e andò più speditamente che non fosse suo costume verso
Pollione, il malcapitato proconsole delle Gallie, quantunque scombussolato dalle furie di Norma e dalle sue minacce contro la povera Adalgisa, fu molto più saldo ai tre colpi percossi sul sacro disco dalla gran sacerdotessa
- Diamine! - borbottò egli
In nostro gobbo, chi nol sapesse, aveva speso i suoi cinquanta centesimi per andare tra la gente alta, in un teatro di
Frattanto, insieme collo stuolo delle monache, giunse una conversa (quella
- Povera piccina! - pensava egli, mentre le veniva spruzzando il viso. - Vedete mò, le buone notizie, quando vengono improvvise! Ho forse fatto male. Ma come si poteva fare diverso, con
Tutto il sacro capitolo gli si stringeva curiosamente alle spalle. Ce
La povera Maria, tornata finalmente in sè, fu per comando della superiora portata dalle converse nella sua cella. Pasquale avrebbe voluto far lui quella impresa; ma un no imperioso gli avea fatte cadere le, braccia. Pensò allora di tornarsene ai suo pentolino, e mogio<ref>
- Chi mi scampa, adesso da quelle megere? - pensò egli;, che, parlando con sè medesimo, non si reputava obbligato a tanti riguardi. - Se potevo giungere
Mastro Pasquale aveva una battisoffia in corpo, da non dirsi a parole. Se avesse studiato mitologia, si sarebbe ricordato di Orfeo, e della mala fine che fece tra le Baccanti che ognuna ne volle uno spicchio.
- Dove andate,
- Ahi, ahi! Son già diventato
- Non importa; venite qua! -
Mastro Pasquale ci andò come la biscia
- Ho capito; - disse tra sè, - ci siamo! -
E armatosi di coraggio, quanto più gli venne fatto tirarne su dai precordii, sollevò la fronte a guardare
- Che cosa significa questo foglio di carta? -
Il legnaiuolo fece
La madre badessa allora, volgendosi alle monache, e in mezzo alle loro esclamazioni di orrore, di raccapriccio, lesse ad alta voce il biglietto.
« - Non temete, signorina, non vi perdete
- Non so nulla, io, non so nulla! - gridò il legnaiuolo.
- Ah, nulla? proprio nulla? Bravo, Pasquale! Questo è il modo di governarsi in un sacro luogo? Questo è il modo di corrispondere alla fiducia che
- Oh, per questo, - interruppe Pasquale, che vedeva andar la predica per le lunghe, e tanto, o prima, o dopo, bisognava rompere il ghiaccio, - la non si metta sui trampoli. Vossignoria reverendissima. Trecento lire genovesi, da ottanta centesimi
- Sì, neh? - entrò a dire Bibiana, la conversa; - e il bicchier di vino e i cantucci da inzupparvi dentro, che vi si davano ad ogni tanto, non li mettete in conto, bocca mia dolce?
- Mille grazie. Reverendissima! - ribattè
- Basta, basta! - gridò la badessa, dando sulla voce a lui e accennando alla conversa che si tenesse la lingua
- Metta che io sia una stiappa di merluzzo; - non potè tenersi dal rispondere il gobbo.
- E bisognerà dare un esempio; - soggiunse la badessa, senza scomporsi.
- Purchè non si tratti
- Meritereste di andare a marcire in una prigione; - proseguì la giudichessa; - ma noi non useremo i mezzi della giustizia umana, bastandoci i castighi della divina, che vi attendono, se durate nel vostro peccato. Quella è la porta, e badate! non metterete più piede qua dentro.
- Che io mi possa rompere il nodo del collo se ci torno! - gridò sollevato il legnaiuolo, in quella che sguisciava in mezzo a due file di monache per correre
- Oh, non ne mancheranno di certo, e più rispettosi di voi; - disse la madre badessa.
- E meno gobbi! - chiuse la conversa Bibiana, che aveva, come il lettore argomenta, la sua vendetta da fare contro il manigoldo che le aveva data la baia.
Non
- Gobbo a me? Brutte streghe! gobbo a me? Sono i peccati delle Signorie Loro reverendissime, che mi tocca portar sulle spalle, e tutti i giorni
- Bibiana, - tuonò la badessa con piglio severo, -
- Ah sì? anche malcreato? - gridò il legnaiuolo, più inviperito che mai, piantandosi vicino
- Scellerato! Lo sentite? - esclamò la badessa, volgendosi con aria stupefatta alle suore.
- Sì, e voglio che mi sentano perfino da Mascherona, e dal pozzo di Sarzano! - incalzò il gobbo. - Sì,
- Sta bene, - soggiunse
- E non troveranno un cane che faccia loro la limosina di un osso.
- Ma andate, suvvia! - gridarono allora, facendoglisi incontro, parecchie delle più robuste.
Orfeo capì allora che non
E fu la sua ultima: dopo di che scese le scale brontolando, seguito dalla conversa, che gli aperse la porta di servizio e gliela richiuse tosto sulla gobba.
Egli era già in istrada, allorquando, vedendosi colle braccia penzoloni e le mani inoperose, si sovvenne del suo pentolino, che nella fretta aveva dimenticato lassù.
Tornò indietro, col proposito deliberato di bussare e andarsi a pigliare il fatto suo; ma quando fu per abbrancare la corda del campanello,
- Se me lo rompessi davvero? - pensò il legnaiuolo. - No, no, Pasquale; la donna che te
In questi discorsi il nostro Pasquale era sceso
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