I misteri della jungla nera/Parte II - Capitolo VII - I fiori che addormentano: differenze tra le versioni
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Quando Tremal-Naik tornò in sé, si trovò rinchiuso in uno stretto sotterraneo illuminato da un piccolo spiraglio difeso da una doppia fila di grosse sbarre e solidamente legato a due anelli di ferro, infissi in una specie di colonna.
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Dapprima si credette in preda ad un brutto sogno ma ben presto si convinse che era realmente prigioniero.
Una vaga paura
Cercò di riordinare le idee, ma nel suo cervello regnava una confusione che non riusciva a diradare. Si rammentava vagamente di Negapatnan, della fuga di lui, della limonata, ma nulla di più.
- Chi può avermi tradito? - si chiese, rabbrividendo. - Cosa accadrà ora di me?
Fece uno sforzo per alzarsi, ma subito ricadde; aveva udito aprirsi una porta.
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- Sono più terribili degli uomini. Rappresentano la dea Kâlì.
-
- Tanto peggio. -
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- Questa notte bisogna fuggire, - mormorò, - o tutto è perduto.
La giornata trascorse senza che qualche cosa di nuovo accadesse. A mezzodì e al tramonto fu portata al prigioniero
Appena il sole tramontò dietro le foreste e
Gli indiani sono famosi nel legare le persone ed occorre una lunga pratica per sciogliere i loro nodi complicatissimi. Tremal-Naik per fortuna possedeva una forza prodigiosa e buoni denti.
Con una scossa allentò una corda che
Riuscito a tagliare la corda, sbarazzarsi degli altri legami fu per lui
La luna non era ancora sorta, ma il cielo era splendidamente stellato.
Buffi
Nessun rumore veniva dal di fuori, né persona umana scorgevasi sulla fosca linea
Il prigioniero afferrò una delle sbarre e la scosse furiosamente; la curvò ma non la spezzò.
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- Sono perduto, - mormorò, con ispavento. - Eppure non voglio morire, non voglio scendere nella tomba ora che la felicità è vicina.
Volse la testa verso la feritoia e la vide occupata da una massa oscura in mezzo alla quale brillavano due punti luminosi, verdognoli.
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Una speranza gli attraversò il cervello.
- Darma!... Darma!... - mormorò con voce tremante per
La tigre emise un secondo brontolìo, scuotendo le spranghe di ferro. Il prigioniero
- Sono salvo! - esclamò egli. - Brava Darma, lo sapevo che tu saresti venuta a trovare il tuo padrone. Ora non temo più il capitano né il suo sergente.
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La fiera scosse la testa e partì colla rapidità di una freccia.
-
Passò una lunga ora. Tremal-Naik aggrappato convulsivarnente alle sbarre, attendeva ansiosamente il ritorno, in preda a mille timori.
- Se la scoprissero? mormorò, tremando.
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Fortunatamente Darma poté giungere fino alla feritoia senza essere stata scoperta dalle sentinelle. Al collo portava un grosso involto che Tremal-Naik, con gran pena, riuscì a far passare tra le sbarre.
- Cosa significano questi fiori? - si domandò, sorpreso.
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Grandi pericoli ci minacciano e la tua evasione è necessaria.
Unisco alle armi due mazzi di fiori. I bianchi addormentano, i rossi combattono
Addormenta le sentinelle e tieni ben appresso i rossi. Una volta libero, espugna
Kougli
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Forse qualche altro si sarebbe spaventato nel leggere quella lettera, ma non così Tremal-Naik. In quel momento supremo si sentiva tanto forte da espugnare la casa anche senza
-
Nascose le armi e le munizioni sotto un mucchio di terra e tornò alla feritoia.
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- Vattene, Darma, - le disse. - Tu corri un gran pericolo.
La tigre
- La tigre!... La tigre!...
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Vi tenne dietro un colpo di fucile.
- Ehi! - esclamò una voce che Tremal-Naik riconobbe per quella di Bhârata. -
- È scappata, - rispose la sentinella che stava nella veranda.
-
- Presso la feritoia.
- Scommetterei cento rupie contro una, che è
Presto, due uomini nella cantina o il briccone ci sfugge.
Tremal-Naik aveva udito tutto. Prese i due vasi, li spezzò, gettò i fiori bianchi
Era tempo! Due sipai armati e muniti
- Ah! - esclamò uno. - Ci sei ancora, Saranguy?
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- Puoi dormire, mio caro, e con tutta tranquillità poiché noi veglieremo.
Tremal-Naik alzò le spalle,
Erano trascorsi appena pochi minuti quando Tremal-Naik avvertì un acuto profumo che davagli alla testa, malgrado i fiori rossi che tramandavano un profumo non meno acuto e affatto speciale.
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- Provi nulla tu? - chiese il soldato più giovane, dopo qualche tempo.
- Sì, - rispose il compagno. - Mi pare
- Ubbriaco, vuoi dire.
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La conversazione cadde lì. Tremal-Naik, che stava attento, li vide chiudere a poco a poco gli occhi, riaprirli tre o quattro volte, poi richiuderli. Lottarono ancora per qualche minuto, poi caddero pesantemente a terra, russando sonoramente.
Era il momento
- La libertà...! esclamò.
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Andò a prendere le armi, legò solidamente i due addormentati e slanciossi verso la scala.
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