Fiore di virtù/XXIII: differenze tra le versioni

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Fortezza, secondo Macrobio, si è di tre maniere: la prima è a essere forte ed atante della persona per buona natura; e questo non è virtude: la seconda si è prodezza, ch'è una sicurtà d'animo in non temere le gravi cose: la terza si è pazienza a sostenere egualmente ogni assalto d'avversità: e questi due modi sono virtudi morali e spirituali. E puossi appropriare la virtù della fortezza al lione, il quale sempre dorme cogli occhi aperti, e se il cacciatore lo va cacciando, si lo sente incontanente; e perchè non lo trovi, si cuopre colla coda tutte le pedate ch'egli fa, acciò non possa vedere che via s'abbia fatta: e se alla fine avviene che il cacciatore lo truovi, egli non fugge, anzi si dirizza contro a lui senza alcuna paura, e sostiene forte la battaglia. {{AutoreCitato|Marco Tullio Cicerone|Tullio}} dice: L'uomo dee essere forte nella battaglia, e sofferente nelle avversità. {{AutoreCitato|Lucio Anneo Seneca|Seneca}} dice: Chi è forte si è libero. Per due cose è amato l'uomo, cioè per la prodezza e per la lealtà. Socrate dice: Maggiore prodezza è a fuggire quando bisogna, che a morire. Lo libro di Frate Gilio dice: Prodezza si è di molti modi: la prima si è d'essere pro' per non potere fare altro, perchè gli convegna morire; e questa prodezza si è forzata: la seconda si è d'essere pro' per usanza, perch'egli abbia usato in guerra: la terza si è per vittoria ch'egli abbia avuta: la quarta si è d'essere pro', quando egli trova più vile: la quinta si è d'essere tanto ardito che non tema niente; e questa si è prodezze bestiale: e queste cinque prodezze non sono perfette: la sesta si è perfetta e virtuosa, quando la persona vuole essere pro' per non ricevere disonore nella persona o nelle sue cose, ovvero per la sua patria. Della virtù della fortezza che si chiama pazienza, Socrate dice: La pazienza è parte della misericordia. Prudenzio dice: Ogni virtù è vota, s'ella non è fermata in sulla pazienza. Salomone dice: La sapienza delle persone si conosce alla pazienza. Tolomeo dice: Chi vuole contrastare alle avversitadi accompagnisi colla pazienza. {{AutoreCitato|Omero}} dice: Chi è paziente, da ogni uomo sarà pregiato. Della fortezza si legge nel Vecchio Testamento, che fu uno ch'avea nome Sansone, il quale era più forte che mai fosse al mondo, e molte fortezze fece, le quali si contengono nella Bibbia; e la sua fortezza avea ne' capelli. E i Filistei, con cui egli avea briga, si 'l feciono tradire alla sua amica; che dormendo Sansone, ella gli tagliò i capelli; poi vennero i Filistei, e si lo presono e cavarongli gli occhi. E stando così per alquanto tempo, cresciuti i capelli un dì, ch'eglino faceano una loro festa, si lo menarono nel tempio, e ogni uomo gli andava d'intorno e faceasi beffe di lui. Allora egli si fece menare a una colonna ch'era nel mezzo del tempio, che sostenea tutto il tempio, e abbracciatola, la tirò sì forte, che 'l tempio cadde, e disse: Muoja Sansone con tutti li suoi nimici. E così rovinando ogni cosa morirono tutti ed egli con loro.
 
Fortezza, secondo Macrobio, si è di tre maniere: la prima è a essere forte ed atante della persona per buona natura; e questo non è virtude: la seconda si è prodezza, ch'èch’è una sicurtà d'animod’animo in non temere le gravi cose: la terza si è pazienza a sostenere egualmente ogni assalto d'avversitàd’avversità: e questi due modi sono virtudi morali e spirituali. E puossi appropriare la virtù della fortezza al lione, il quale sempre dorme cogli occhi aperti, e se il cacciatore lo va cacciando, si lo sente incontanente; e perchè non lo trovi, si cuopre colla coda tutte le pedate ch'eglich’egli fa, acciò non possa vedere che via s'abbias’abbia fatta: e se alla fine avviene che il cacciatore lo truovi, egli non fugge, anzi si dirizza contro a lui senza alcuna paura, e sostiene forte la battaglia. {{AutoreCitatoAc|Marco Tullio Cicerone|Tullio}} dice: L'uomoL’uomo dee essere forte nella battaglia, e sofferente nelle avversità. {{AutoreCitatoAc|Lucio Anneo Seneca|Seneca}} dice: Chi è forte si è libero. Per due cose è amato l'uomol’uomo, cioè per la prodezza e per la lealtà. Socrate dice: Maggiore prodezza è a fuggire quando bisogna, che a morire. Lo libro di Frate Gilio dice: Prodezza si è di molti modi: la prima si è d'essered’essere pro'pro’ per non potere fare altro, perchè gli convegna morire; e questa prodezza si è forzata: la seconda si è d'essered’essere pro'pro’ per usanza, perch'egliperch’egli abbia usato in guerra: la terza si è per vittoria ch'eglich’egli abbia avuta: la quarta si è d'essered’essere pro'pro’, quando egli trova più vile: la quinta si è d'essered’essere tanto ardito che non tema niente; e questa si è prodezze bestiale: e queste cinque prodezze non sono perfette: la sesta si è perfetta e virtuosa, quando la persona vuole essere pro'pro’ per non ricevere disonore nella persona o nelle sue cose, ovvero per la sua patria. Della virtù della fortezza che si chiama pazienza, Socrate dice: La pazienza è parte della misericordia. Prudenzio dice: Ogni virtù è vota, s'ellas’ella non è fermata in sulla pazienza. Salomone dice: La sapienza delle persone si conosce alla pazienza. Tolomeo dice: Chi vuole contrastare alle avversitadi accompagnisi colla pazienza. {{AutoreCitatoAc|Omero}} dice: Chi è paziente, da ogni uomo sarà pregiato. Della fortezza si legge nel Vecchio Testamento, che fu uno ch'aveach’avea nome Sansone, il quale era più forte che mai fosse al mondo, e molte fortezze fece, le quali si contengono nella Bibbia; e la sua fortezza avea ne'ne’ capelli. E i Filistei, con cui egli avea briga, si 'l’l feciono tradire alla sua amica; che dormendo Sansone, ella gli tagliò i capelli; poi vennero i Filistei, e si lo presono e cavarongli gli occhi. E stando così per alquanto tempo, cresciuti i capelli un dì, ch'eglinoch’eglino faceano una loro festa, si lo menarono nel tempio, e ogni uomo gli andava d'intornod’intorno e faceasi beffe di lui. Allora egli si fece menare a una colonna ch'erach’era nel mezzo del tempio, che sostenea tutto il tempio, e abbracciatola, la tirò sì forte, che 'l’l tempio cadde, e disse: Muoja Sansone con tutti li suoi nimici. E così rovinando ogni cosa morirono tutti ed egli con loro.
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