Don Chisciotte della Mancia/Capitolo XXVIII: differenze tra le versioni
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<div align="center"> ''' Nuova e piacevole avventura successa al curato ed al barbiere nella montagna medesima.'''</div>
Ho più volte pensato quanto dovettero esser felici e fortunati i tempi nei quali visse
- Oh Dio! — essa diceva — è possibile
Il curato ed i suoi compagni udirono queste parole; e sembrando loro,
- Poiché non è Lucinda, non è nemmeno persona umana ma pare divina.
Il giovane si trasse la ''montera'',<ref> Specie di berretto usato dai contadini nella Mancia e
— Fermatevi, signora, chiunque voi siate, che noi tutti siamo qua per assistervi; né vogliate fuggire per causa nostra, perché né i vostri piedi lo potranno e neppur noi potremo acconsentirvi.
A tutto ciò ella non rispondeva, ma stava confusa ed attonita; se non che il curato, fattosi più vicino, la prese per la mano, dicendo:
— Quello che la vostra povera veste vorrebbe nascondere si scopre dai vostri capelli. Certo, furono gravi le ragioni che
con purissima intenzione. Coraggio, dunque, mia signora, o signor mio, o quello che più vi piace di essere; calmate la vostra agitazione e narrateci la vostra buona o trista fortuna,che in noi tutti e in ciascuno di noi in particolare troverete soccorso alle vostre sventure.
Mentre il curato così le diceva, la giovane travestita se ne stava come stupefatta, guardando ora
- Poichè non riuscì a celarmi la solitudine di queste balze e i miei capelli sciolti e scomposti renderebbero evidente ogni mia menzogna, inutile mi sarebbe fingere più oltre. Dopo questo, o signori, mi dichiaro tanto obbligata alle vostre offerte, che non posso non soddisfare interamente alle domande che mi rivolgete. Temo per altro che il racconto che vi farò, abbia a ispirarvi noia oltre che compassione. Ma perché, intanto, la mia riputazione non iscapiti nel giudizio che potreste farvi di me, vedendomi giovane, sola e travestita, vi dirò quel che avrei desiderato di non rivelare a nessuno.
Tutto questo fu detto
« In
Appena la narratrice ebbe pronunziato il nome di don Fernando, Cardenio cambiò di colore in viso, e cominciò a sudare e a smaniare in modo, che il curato e il barbiere temettero fosse assalito da un accesso di pazzia, poiché già sapevano che soleva esserne assalito di tanto in tanto. Cardenio, però, non fece altro che sudare e rimase quieto, guardando la giovane senza battere palpebra e pensando chi potesse essere. Ella, senza avvedersi di nulla, proseguì la sua storia.
« Al primo vedermi, subito Fernando, come ebbe poi a dirmi, restò preso di me. Voglio tacere, per non prolungare
« Trovandomi una notte nella mia stanza con una sola cameriera, senza che io sapessi immaginar come e nonostante ogni scrupolosa precauzione, me lo vidi comparire davanti nella solitudine e nel silenzio del mio ritiro. Riavuta un poco dallo stupore di
— Che! Dorotea vi chiamate, o signora? Altre volte udii parlare di qualcuna che portava lo stesso nome, e sofferse sventure che somigliano molto alle vostre. Continuate, che poi vi dirò cose che vi recheranno non so se più meraviglia o dolore.
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- Sia pure - rispose Dorotea; — io continuo la mia narrazione.
" Don Fernando, presa
Udendo Cardenie il nome di Lucinda, non fece altro che stringersi nelle spalle, mordersi le labbra, inarcare le ciglia, e versare dagli occhi due fiumi di pianto. Ma non per questo tralasciò Dorotea di proseguire il suo racconto.
« La notizia — disse — pervenne alle mie orecchie, e invece di gelarmi il cuore,
quella notte ciò che poi feci davvero. Indossai questi abiti avuti da un bifolco allevato in casa di mio padre, a cui raccontai la mia sventura, pregandolo di accompagnarmi alla città, dove speravo di trovare il mio nemico. Dopo essersi molto opposto al mio ardito disegno, egli, vedendomi irremovibile, promise che mi avrebbe accompagnato fiino in capo al mondo. Raccolsi e misi subito entro un involto di tela un abito da donna, qualche gioiello e un
Tulle queste cose si dicevano per la città; e tutti ne parlavano. I discorsi crebbero a dismisura quando si seppe che Lucinda, fuggita dalla casa paterna, si era allontanata dalla città, né si sapeva dove avesse rivolti i suoi passi. Allora persi ogni speranza e mi parve fortuna non aver trovato don Fernando, piuttosto che trovarlo ammogliato. Non era chiusa del tutto la porta della mia salvezza, e sperai che il cielo gli avesse impedito quel secondo matrimonio per richiamarlo al primitivo suo dovere e per ricordargli
" Per nessuna ragione potevo fare un più lungo soggiorno in quella città, poiché non vi potevo ritrovare don Fernando; e frattanto mi giunse
« Quando
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