Decameron/Giornata settima/Novella nona: differenze tra le versioni
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''Lidia moglie di Nicostrato ama Pirro, il quale, acciò che credere il possa, le chiede tre cose, le quali ella gli fa tutte; e oltre a questo in presenza di Nicostrato si sollazza con lui, e a Nicostrato fa credere che non sia vero quello che ha veduto.''
Tanto era piaciuta la novella di Neifile, che né di ridere né di ragionar di quella si potevano le donne tenere, quantunque il re più volte silenzio loro avesse imposto, avendo comandato a Panfilo che la sua dicesse. Ma pur, poi che tacquero, così Panfilo incominciò.
Io non credo, reverende donne, che niuna cosa sia, quantunque sia grave e dubbiosa, che a far non ardisca chi ferventemente ama. La qual cosa quantunque in assai novelle sia stato dimostrato, nondimeno io il mi credo molto più, con una che dirvi intendo, mostrare, dove udirete
In Argo, antichissima città di Grecia, per li suoi passati re molto più famosa che grande, fu già uno nobile uomo, il quale appellato fu Nicostrato, a cui già vicino alla vecchiezza la fortuna concedette per moglie una gran donna, non meno ardita che bella, detta per nome Lidia.
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Teneva costui, sì come nobile uomo e ricco, molta famiglia e cani e uccelli, e grandissimo diletto prendea nelle cacce; e aveva tra gli altri suoi famigliari un giovinetto leggiadro e adorno e bello della persona e destro a qualunque cosa avesse voluta fare, chiamato Pirro; il quale Nicostrato oltre ad ogni altro amava e più di lui si fidava.
Di costui Lidia
- Lusca, li benefici li quali tu hai da me ricevuti ti debbono fare a me obediente e fedele; e per ciò guarda che quello che io al presente ti dirò niuna persona senta giammai se non colui al quale da me ti fia imposto. Come tu vedi, Lusca, io son giovane e fresca donna, e piena e copiosa di tutte quelle cose che alcuna può disiderare; e brievemente, fuor che
La cameriera disse di farlo volentieri; e come prima tempo e luogo le parve, tratto Pirro da parte, quanto seppe il meglio
- Lusca, io non posso credere che queste parole vengano dalla mia donna, e per ciò guarda quel che tu parli; e se pure da lei venissero, non credo che con
La Lusca, non sbigottita per lo suo rigido parlare, gli disse:
- Pirro, e di queste e
E turbatetta con le parole di Pirro se ne tornò alla donna, la quale udendole disiderò di morire, e dopo alcun giorno riparlò alla cameriera e disse:
- Lusca, tu sai che per lo primo colpo non cade la quercia; per che a me pare che tu da capo ritorni a colui che in mio pregiudicio nuovamente vuol divenir leale, e, prendendo tempo convenevole, gli mostra interamente il mio ardore e in tutto
La cameriera confortò la donna, e cercato di Pirro, il trovò lieto e ben disposto, e sì gli disse:
- Pirro, io ti mostrai, pochi dì sono, in quanto fuoco la tua donna e mia stea per
Apri adunque
Pirro, il qual più fiate sopra le parole che la Lusca dette gli avea avea ripensato, per partito avea preso che, se ella più a lui ritornasse, di fare altra risposta e del tutto recarsi a compiacere alla donna, dove certificar si potesse che tentato non fosse; e per ciò rispose:
- Vedi, Lusca, tutte le cose che tu mi
Queste cose parvono alla Lusca gravi e alla donna gravissime; ma pure Amore, (che è buono confortatore e gran maestro di consigli, le fece diliberar di farlo, e per la sua cameriera gli mandò dicendo che quello che egli aveva addimandato pienamente fornirebbe, e tosto; e oltre a ciò, per ciò che egli così savio reputava Nicostrato, disse che in presenzia di lui con Pirro si sollazzerebbe e a Nicostrato farebbe credere che ciò non fosse vero.
Pirro adunque cominciò ad aspettare quello che far dovesse la gentil donna; la quale, avendo ivi a pochi dì Nicostrato dato un gran desinare, sì come usava spesse volte di fare, a certi gentili uomini, ed essendo già levate le tavole, vestita
E gridando verso lei Nicostrato: - Ohimè, donna, che hai tu fatto? - niente a lui rispose; ma, rivolta
I gentili uomini che
- Deh! come la donna ha ben fatto a vendicare la sua ingiuria con la morte dello sparviere! - e con diversi motti sopra così fatta materia, essendosi già la donna in camera ritornata, in riso rivolsero il cruccio di Nicostrato.
Pirro, veduto questo, seco medesimo disse: - Alti principii ha dati la donna
Ucciso adunque da Lidia lo sparviere, non trapassar molti giorni che, essendo ella nella sua camera insieme con Nicostrato, faccendogli carezze, con lui cominciò a cianciare, ed egli per sollazzo alquanto tiratala per li capelli, le diè cagione di mandare ad effetto la seconda cosa a lei domandata da Pirro; e prestamente lui per un picciolo lucignoletto preso della sua barba e ridendo, sì forte il tirò che tutto del mento gliele divelse.
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Di che ramaricandosi Nicostrato, ella disse:
- Or che avesti, che fai cotal viso per ciò che io
E così
Della terza cosa entrò la donna in più pensiero; ma pur, sì come quella che era
E avendo Nicostrato due fanciulli datigli
I giovanetti, credendole, cominciarono a tenere quella maniera che la donna aveva lor mostrata. Per che ella una volta domandò Nicostrato:
-
Disse Nicostrato:
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A cui la donna disse:
- Non fare, ché io il ti so dire io, e holti buona pezza taciuto per non fartene noia; ma ora che io
Disse allora Nicostrato:
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A cui Lidia disse:
- Forse che sì; - e menatolo ad una finestra, gli fece aprire la bocca, e poscia che ella ebbe
- O Nicostrato, e come il puoi tu tanto aver patito? Tu
Disse allora Nicostrato:
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Al quale la donna disse:
- Non piaccia a Dio che qui per questo venga maestro;
Fattisi adunque venire i ferri da tal servigio e mandato fuori della camera ogni persona, solamente seco la Lusca ritenne; e dentro serratesi, fece distender Nicostrato sopra un desco, e messegli le tanaglie in bocca, e preso uno
- Vedi quello che tu hai tenuto in bocca già è cotanto.
Egli credendoselo, quantunque gravissima pena sostenuta avesse e molto se ne ramaricasse, pur, poi che fuor
La donna, preso il dente, tantosto al suo amante il mandò; il quale già certo del suo amore, sé ad ogni suo piacere offerse apparecchiato. La donna, disiderosa di farlo più sicuro, e parendole ancora
Per che Nicostrato
- Pirro, io ho gran disiderio
Pirro, prestamente salitovi, cominciò a gittar giù delle pere; e mentre le gittava cominciò a dire:
- Eh, messere, che è ciò che voi fate? E voi, madonna, come non vi vergognate di sofferirlo in mia presenza? Credete voi che io sia cieco? Voi eravate pur testé così forte malata; come siete voi così tosto guerita che voi facciate tai cose? Le quali se pur far volete, voi avete tante belle camere; perché non in alcuna di quelle a far queste cose ve
La donna, rivolta al marito, disse:
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Disse la donna allora:
- Che può questo essere? Potrebbe egli esser vero che gli paresse ver ciò
Pirro
- Scendi giù; - ed egli scese; a cui egli disse: - Che
Disse Pirro:
- Io credo che voi
- Fermamente, - disse Nicostrato - eri tu in questo smemorato, ché noi non ci siamo, poi che in sul pero salisti, punto mossi, se non come tu vedi.
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- Perché ne facciam noi quistione? Io vi pur vidi; e se io vi vidi, io vi vidi in sul vostro.
Nicostrato più
- Ben
- Ahi rea femina, che è quel che tu fai? E tu Pirro, di cui io più mi fidava? - e così dicendo cominciò a scendere del pero.
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Al quale Pirro disse:
- Nicostrato, ora veramente confesso io che, come voi diciavate davanti, che io falsamente vedessi mentre fui sopra
La donna appresso, che quasi tutta turbata
- Sia con la mala ventura, se tu
Nicostrato, al qual vero parea ciò che dicea
Ma la donna, che della oppinione che Nicostrato mostrava
- Veramente questo pero non ne farà mai più niuna, né a me né ad altra donna, di queste vergogne, se io potrò; e perciò, Pirro, corri e va e reca una scure, e ad una ora te e me vendica tagliandolo, come che molto meglio sarebbe a dar con essa in capo a Nicostrato, il quale senza considerazione alcuna così tosto si lasciò abbagliar gli occhi dello
Pirro prestissimo andò per la scure e tagliò il pero; il quale come la donna vide caduto, disse verso Nicostrato:
- Poscia che io veggio abbattuto il nimico della mia onestà, la mia ira è ita via; - e a Nicostrato, che di ciò la pregava, benignamente perdonò, imponendogli che più non gli avvenisse di presummere, di colei che più che sé
Così il misero marito schernito con lei insieme e col suo amante nel palagio se ne tornarono, nel quale poi molte volte Pirro di Lidia, ed ella di lui, con più agio presero piacere e di letto. Dio ce ne dea a noi.
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