Decameron/Giornata sesta/Conclusione: differenze tra le versioni
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{{Qualità|avz=75%|data=20 dicembre 2008|arg=Novelle}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=[[Decameron/6a giornata|Sesta giornata]]<br/>Conclusione|prec=../Novella Decima|succ=}}
Questa novella porse igualmente a tutta la brigata grandissimo piacere e sollazzo, e molto per tutti fu riso di fra Cipolla e massimamente del suo pellegrinaggio e delle reliquie così da lui vedute come recate. La quale la reina sentendo esser finita, e similmente la sua signoria, levata in piè, la corona si trasse e ridendo la mise in capo a Dioneo, e disse:
- Tempo è, Dioneo, che tu alquanto pruovi che carico sia
Dioneo, presa la corona, ridendo rispose:
- Assai volte già ne potete aver veduti, io dico delli re da scacchi, troppo più cari che io non sono; e per certo, se voi
E fattosi, secondo il costume usato, venire il siniscalco, ciò che a fare avesse quanto durasse la sua signoria ordinatamente
- Valorose donne, in diverse maniere ci
Il ragionare di sì fatta materia pareva ad alcuna delle donne che male a loro si convenisse, e pregavanlo che mutasse la proposta già detta.
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Alle quali il re rispose:
- Donne, io conosco ciò che io ho imposto non meno che facciate voi; e da imporlo non mi potè istorre quello che voi mi volete mostrare, pensando che il tempo è tale che, guardandosi e gli uomini e le donne
Oltre a questo la nostra brigata, dal primo dì infino a questa ora stata onestissima, per cosa che detta ci si sia, non mi pare che in atto alcuno si sia maculata, né si maculerà collo aiuto di Dio. Appresso, chi è colui che non conosca la vostra onestà? La quale non che i ragionamenti sollazzevoli, ma il terrore della morte non credo che potesse smagare.
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E a dirvi il vero, chi sapesse che voi vi cessaste da queste ciance ragionare alcuna volta, forse suspicherebbe che voi in ciò non foste colpevoli, e per ciò ragionare non ne voleste. Senza che voi mi fareste un bello onore, essendo io stato ubbidente a tutti, e ora avendomi vostro re fatto, mi voleste la legge porre in mano, e di quello non dire che io avessi imposto. Lasciate adunque questa suspizione più atta à cattivi animi che à vostri, e con la buona ventura pensi ciascuna di dirla bella.
Quando le donne ebbero udito questo, dissero che così fosse come gli piacesse; per che il re per infino
Era ancora il sol molto alto, per ciò che il ragionamento era stato brieve; per che, essendosi Dioneo con gli altri giovani messo a giucare a tavole, Elissa, chiamate
- Poi che noi fummo qui, ho io disiderato di menarvi in parte assai vicina di questo luogo, dove io non credo che mai fosse alcuna di voi, e chiamavisi la Valle delle donne, né ancora vidi tempo da potervi quivi menare, se non oggi, sì è alto ancora il sole; e per ciò, se di venirvi vi piace, io non dubito punto che, quando vi sarete, non siate contentissime
Le donne risposono che erano apparecchiate; e chiamata una delle lor fanti, senza farne alcuna cosa sentire à giovani, si misero in via; né guari più
Ed erano queste piaggie, quante alla plaga del mezzogiorno ne riguardavano, tutte di vigne,
E oltre a questo, quel che non meno che altro di diletto porgeva, era un fiumicello, il qual
In questo adunque venute le giovani donne, poi che per tutto riguardato ebbero e molto commendato il luogo, essendo il caldo grande e vedendosi il pelaghetto chiaro davanti e senza alcun sospetto
E poi che in così fatta festa, avendone presi alcuni, dimorate furono alquanto, uscite di quello, si rivestirono, e senza poter più commendare il luogo che commendato
- Oggi vi pure abbiam noi ingannati.
- E come? - disse Dioneo - cominciate voi prima a far
Disse Pampinea:
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- Signor nostro, sì; - e distesamente gli narrò donde venivano, e come era fatto il luogo, e quanto di quivi distante, e ciò che fatto avevano.
Il re, udendo contare la bellezza del luogo, disideroso di vederlo, prestamente fece comandar la cena; la qual poi che con assai piacer di tutti fu fornita, li tre giovani colli lor famigliari, lasciate le donne, se
Per la qual cosa il re, fattosi venire il siniscalco, gli comandò che la seguente mattina là facesse che fosse apparecchiato, e portatovi alcun letto, se alcun volesse o dormire o giacersi di meriggiana. Appresso questo, fatto venire
- Bella giovane, tu mi facesti oggi onore della corona, e io il voglio questa sera a te fare della canzone; e per ciò una fa che ne dichi qual più ti piace.
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A cui Elissa sorridendo rispose che volentieri, e con soave voce cominciò in cotal guisa:
<poem>
Amor,
appena creder posso
che alcun altro uncin più mai mi pigli.
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tu, disleal tiranno, aspro e rapace,
tosto mi fosti addosso
con le tue armi e
Poi, circundata delle tue catene,
a quel, che nacque per la morte mia,
piena
presa mi desti, e hammi in sua balia;
ed è sì cruda la sua signoria,
che giammai non
sospir né pianto alcun che
Li prieghi miei tutti glien porta il vento,
nullo
per che
onde
Deh dolgati, signor, del mio languire,
fa tu quel
dalmi legato dentro à tuoi vincigli.
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i legami annodati da speranza.
Deh! io ti priego, signor, che tu vogli;
ché, se tu
di tornar bella qual fu mia usanza,
e il dolor rimosso,
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</poem>
Poi che con un sospiro assai pietoso Elissa ebbe alla sua canzon fatta fine, ancor che tutti si maravigliasser di tali parole, niuno per ciò ve
Finisce la sesta giornata del Decameron
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