Cuore (1889)/Maggio/La sordomuta: differenze tra le versioni
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28, domenica
Non potevo finirlo meglio che con la visita di questa mattina il mese di maggio. Udiamo una scampanellata, corriamo tutti. Sento mio padre che dice in tuono di meraviglia: - Voi qui, Giorgio? - Era Giorgio, il nostro giardiniere di Chieri, che ora ha la famiglia a Condove, arrivato allora allora da Genova,
Mio padre voleva che entrasse; ma egli disse di no, e domandò subito, facendo il viso serio: - Come va la mia famiglia? Come sta Gigia?
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- Bene fino a pochi giorni fa, - rispose mia madre.
Giorgio tirò un gran sospiro: - Oh! Sia lodato Iddio! Non avevo il coraggio di presentarmi ai Sordomuti
Mio padre mi disse: - Accompagnalo.
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- Ancora una parola, mi scusi, - disse il giardiniere sul pianerottolo.
Ma mio padre
- Bene, - rispose, - grazie a Dio. Qualche soldo
Mio padre sorrise, e rispose: - Non vi dico nulla; vedrete voi; andate, andate; non le rubate un minuto di più.
Uscimmo;
- Ora vedrete, ora vedrete, - gli risposi affrettando il passo.
- Ma
Eravamo appunto arrivati. Entrammo subito nel parlatorio. Ci venne incontro un custode. - Sono il padre di Gigia Voggi, disse il giardiniere; - la mia figliuola subito subito. - Sono in ricreazione, - rispose il custode, - vado a avvertir la maestra. - E scappò.
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Il giardiniere non poteva più né parlare, né star fermo; guardava i quadri alle pareti, senza veder nulla.
La porta
Padre e figliuola si guardarono un momento e poi si slanciarono
La ragazza era vestita di rigatino bianco e rossiccio, con un grembiale grigio. È più alta di me. Piangeva e teneva suo padre stretto al collo con
Suo padre si svincolò, e si mise a guardarla da capo a piedi, coi lucciconi agli occhi, ansando come se avesse fatto una gran corsa; e sclamò: - Ah!
La maestra sorrise e disse a bassa voce alla ragazza: - Chi è
E la ragazza, con una voce grossa, strana, stuonata come quella
Il giardiniere diede un passo indietro e gridò come un matto: - Parla! Ma è possibile! Ma è possibile! Parla? Ma tu parli, bambina mia, parli? dimmi un poco: parli? - E di nuovo
- No, signor Voggi, - rispose la maestra, - non è coi gesti. Quello era il metodo antico. Qui
- Ma io non sapevo niente! - rispose il giardiniere, trasecolato. - Tre anni che son fuori! O me
- Ma no, buon uomo, - disse la maestra, - la voce non la sente, perché è sorda. Essa capisce dai movimenti della vostra bocca quali sono le parole che voi dite; ecco la cosa; ma non sente le vostre parole e neppure quello che essa dice a voi; le pronuncia perché le abbiamo insegnato, lettera per lettera, come deve atteggiar le labbra e muover la lingua, e che sforzo deve far col petto e con la gola, per metter fuori la voce.
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Il giardiniere non capì, e stette a bocca aperta. Non ci credeva ancora.
- Dimmi, Gigia, - domandò alla figliuola, parlandole
La ragazza lo guardò, pensierosa, e non disse nulla.
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Il padre rimase turbato.
La maestra rise. Poi disse: - Buon uomo, non vi risponde perché non ha visto i movimenti delle vostre labbra: le avete parlato
Il padre, guardandola bene in faccia, ripeté: - Sei contenta che tuo padre sia ritornato? che non se ne vada più via?
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- Sì, so-no contenta, che sei tor-na-to, che non vai via... mai più.
Il padre
- Come si chiama la mamma?
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- Venti.
Mentre credevamo che ridesse di gioia,
- Animo, - gli disse la maestra, - avete motivo di rallegrarvi, non di piangere. Vedete che fate piangere anche la vostra figliuola. Siete contento, dunque?
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- Ma non solo parla, - gli disse la maestra; - la vostra figliuola sa scrivere. Sa far di conto. Conosce il nome di tutti gli oggetti usuali. Sa un poco di storia e di geografia. Ora è nella classe normale. Quando avrà fatte le altre due classi, saprà molto, molto di più. Uscirà di qui che sarà in grado di prendere una professione. Ci abbiamo già dei sordomuti che stanno nelle botteghe a servir gli avventori, e fanno i loro affari come gli altri.
Il giardiniere rimase stupito daccapo. Pareva che gli si confondessero le idee
Allora la maestra si voltò al custode e gli disse:
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- Chiamatemi una bimba della classe preparatoria.
Il custode tornò poco dopo con una sordomuta di otto o nove anni, entrata da pochi giorni
- Questa, - disse la maestra, - è una di quelle a cui insegniamo i primi elementi. Ecco come si fa. Voglio farle dire e. State attento. - La maestra aperse la bocca, come si apre per pronunciare la vocale e, e accennò alla bimba che aprisse la bocca nella stessa maniera. La bimba obbedì. Allora la maestra le fece cenno che mettesse fuori la voce. Quella mise fuori la voce, ma invece di e, pronunziò o. - No, - disse la maestra, - non è questo. - E pigliate le due mani della bimba, se ne mise una aperta sulla gola e
Il padre aveva capito; ma pareva più meravigliato di quando non capiva. - E insegnano a parlare in quella maniera? - domandò, dopo un minuto di riflessione, guardando la maestra. - Hanno la pazienza
E tiratala a sedere in disparte cominciò a interrogarla, e quella a rispondere, ed egli rideva con gli occhi lustri, battendosi i pugni sulle ginocchia, e pigliava la figliuola con le mani, guardandola, fuor di sé dalla contentezza a sentirla, come se fosse una voce che venisse dal cielo; poi domandò alla maestra: - Il signor Direttore, sarebbe permesso di ringraziarlo?
- Il Direttore non
La ragazza sorrise e rispose: - Cate-rina Gior-dano. - Poi disse a suo padre: - Mol-to, mol-to buona.
Il custode, uscito a un cenno della maestra, ritornò quasi subito con una sordomuta bionda, robusta di viso allegro, vestita
La figliuola di Giorgio le corse subito incontro, la prese per un braccio come una bimba e la tirò davanti a suo padre, dicendo con la sua grossa voce: - Ca-te-rina Gior-dano.
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- Oggi vi potete pigliar con voi la vostra figliuola, - disse la maestra.
- Se me la piglio! - rispose il giardiniere. - Me la conduco a Condove e la riporto domani mattina. Si figuri un
- E grazie a tutti! - disse il padre di
Rimase un momento sopra pensiero, poi si staccò bruscamente dalla ragazza, tornò indietro frugandosi con una mano nella sottoveste, e gridò come un furioso: - Ebbene, sono un povero diavolo, ma ecco qui, lascio venti lire per
E dando un gran colpo sul tavolino, vi lasciò il marengo.
- No, no,
- No, io lo lascio, - rispose il giardiniere, intestato; - e poi... si vedrà.
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E la figliuola esclamò con la sua voce grossa: - Oh-che-bel-sole!
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