Cuore (1889)/Maggio/L'incendio: differenze tra le versioni
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11, giovedì
Questa mattina io avevo finito di copiare la mia parte del racconto Dagli Appennini alle Ande, e stavo cercando un tema per la composizione libera che ci diede da fare il maestro, quando udii un vocìo insolito per le scale, e poco dopo entrarono in casa due pompieri, i quali domandarono a mio padre il permesso di visitar le stufe e i camini, perché bruciava un fumaiolo sui tetti, e non si capiva di chi fosse. Mio padre disse: - Facciano pure, - e benché non avessimo fuoco acceso da nessuna parte, essi cominciarono a girar per le stanze e a metter
E mio padre mi disse, mentre giravan per le stanze: - Enrico, ecco un tema per la tua composizione: i pompieri. Provati un
Si lanciaron subito su, e un minuto dopo si vide come un fantasma nero saltar sui coppi, tra il fumo. Era il caporale, arrivato il primo. Ma per andare dalla parte del tetto che corrispondeva al quartierino chiuso dal fuoco, gli bisognava passare sopra un ristrettissimo spazio compreso tra un abbaino e la grondaia; tutto il resto fiammeggiava, e quel piccolo tratto era coperto di neve e di ghiaccio, e non
Risposi di sì.
- Eccolo qua, - disse mio padre.
Io mi voltai di scatto. I due pompieri, terminata la visita, attraversavan la stanza per uscire.
Mio padre
Il caporale si fermò e mi porse la mano, sorridendo: io gliela strinsi; egli mi fece un saluto ed uscì.
- E ricordatene bene, - disse mio padre, - perché delle migliaia di mani che stringerai nella vita, non ce ne saranno forse dieci che valgono la sua.
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