Catone Maggiore/IV: differenze tra le versioni
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''Encomio al vecchio Quinto Fabio Massimo.''<br/><br/>
Io tuttora giovinetto, tenni caro, come mio coetaneo, quel vecchio Q. Fabio Massimo che ricuperò Taranto. In quel personaggio la gravità era temperata dalla cortesia dei modi, né per vecchiezza cambiò costume, benché mi legassi con lui, non ancora toccata
Io era nato da un anno quando otteneva egli il primo suo consolato, e seco lui, allora console per la quarta volta, io giovinetto e semplice milite marciava alla volta di Capua, e poscia a Taranto. Quattro anni dopo venni Questore, la quale carica fu da me esercitata durante il consolato di Tuditano e Cetego
Di lui egregiamente scrisse Ennio nostro:
:::''Solo
:::''Spregiò i clamori e vincitore in campo''
:::''Gloria
Quale non fu la destrezza ed alacrità di quel capitano nel ricuperare Taranto? In mia presenza, a Salinatore, il quale abbandonata la fortezza
Né meno perito dimostrossi nelle civili che non fosse nelle belliche faccende: fu nel corso del suo secondo consolato, e resistendo alla neghittosa inerzia del collega Spurio Carvilio, che egli, come meglio seppe, fece opposizione a Cajo Flaminio tribuno della plebe, il quale, a scapito
Non pochi egregi atti mi avvenne di ammirare presso quel personaggio; ma nulla pareggia la fermezza
Né grande era solamente al cospetto
Ed io avidamente godeva di conversare con lui, quasi presago di quanto avvenne; mancatomi un maestro di tanta capacità, non mi fu più possibile di rinvenirne
▲Ed io avidamente godeva di conversare con lui, quasi presago di quanto avvenne; mancatomi un maestro di tanta capacità, non mi fu più possibile di rinvenirne l'eguale.
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