Brani di vita/Libro primo/Biblioteche: differenze tra le versioni
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Lo Sterne nel Tristram Shandy sostiene che ogni uomo a questo mondo ha il suo ''dadà'', il suo cavalluccio; e da noi si dice che ognuno ha il suo ramo di pazzia, anzi Alfredo di Musset scrisse in versi che in Italia questo ''grain de folie'' lo abbiamo proprio tutti. (Tra parentesi, era un verista lo Sterne? Non si direbbe, ma chi seguisse le teorie di certi ipercritici, dovrebbe ammetterlo. Infatti se per quei signori il verismo sta tutto nel parlar di grasso, lo zio Toby non parla di magro). Ora il mio ''dadà'' sono le biblioteche e non me ne vergogno davvero. Sono stato un pezzo in bilico se dovessi ammattire per le biblioteche o pel giuoco del tresette, quando finalmente mi sono deciso per le biblioteche. Il tresette mi avrebbe dato minori disillusioni, ma la pazzia che ho scelto mi porge almeno il destro di scriverne qua e là; il che lusinga molto
▲Lo Sterne nel Tristram Shandy sostiene che ogni uomo a questo mondo ha il suo ''dadà'', il suo cavalluccio; e da noi si dice che ognuno ha il suo ramo di pazzia, anzi Alfredo di Musset scrisse in versi che in Italia questo ''grain de folie'' lo abbiamo proprio tutti. (Tra parentesi, era un verista lo Sterne? Non si direbbe, ma chi seguisse le teorie di certi ipercritici, dovrebbe ammetterlo. Infatti se per quei signori il verismo sta tutto nel parlar di grasso, lo zio Toby non parla di magro). Ora il mio ''dadà'' sono le biblioteche e non me ne vergogno davvero. Sono stato un pezzo in bilico se dovessi ammattire per le biblioteche o pel giuoco del tresette, quando finalmente mi sono deciso per le biblioteche. Il tresette mi avrebbe dato minori disillusioni, ma la pazzia che ho scelto mi porge almeno il destro di scriverne qua e là; il che lusinga molto l'amor proprio del mio portinaio che non sa leggere.
Ad una domanda del deputato Martini, il solo, fra cinquecento deputati che si suppone sappiano leggere, il quale si sia fermato a dare
Vien dunque fatto di ricorrere a quella aritmetica che pare fosse privilegio
Come sorveglia il Ministero le biblioteche dello Stato? È una innocente domanda alla quale non so che risposta si possa dare. Il Ministero infatti si contenta dei rapporti, dei conti e delle statistiche che gli mandano i bibliotecari, onestissima gente, incapace di usare nemmeno in sogno
E pensare che
Ma qui può darsi che questa millesima istituzione di ispettori sollevi qualche opposizione. Delle sinecure ce ne sono tante, che a fare una diecina di canonicati di più non torna il conto.
È verissimo. Io davvero non so se nel meccanismo della istruzione ci sia qualche ruota, qualche molla che abbia per ufficio questa sorveglianza delle biblioteche; passatemi la figura. Ma se questa ruota
Debbo dunque credere che nel meccanismo del Ministero manchino le parti necessarie al controllo di cui parliamo: e se, per tema di istituire dei canonicati, non si vuol mettere insieme un congegno fisso, se ne può combinare benissimo uno staccato, intermittente, volante. Voglio dire che si possono mandare delle persone pratiche ora al nord ora al sud, per dare
In tutto questo non
Insomma, ispettori o no, pare oramai che a questa faccenda delle biblioteche sia da pensarci sul serio. I nostri nonni avevano
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