Attraverso lo specchio/II: differenze tra le versioni

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{{Qualità|avz=75%|data=10 aprile 2008|arg=Romanzi}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=Il giardino dei fiori vivi|prec=../I|succ=../III}}
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"Vedrei il giardino molto meglio, — disse Alice fra sè, — se potessi arrivare in cima a quella collina. Ecco un sentiero che ci va dritto dritto... almeno... no, no... non ci va... — (dopo aver fatto pochi passi lungo il sentiero e aver girato parecchi angoli acuti) — ma credo che finalmente ci andrà. Ma che strane voltate che fa! Somiglia più a un cavaturaccioli che a un viottolo. Ecco, di qui si va alla collina, mi pare... No, non ci si va. Si rivà dritto a casa. E allora proverò per l'altra via."
E così fece: vagando su e giù, e girando un angolo dopo l'altro, e alla fine tornando sempre alla casa. In verità, una volta, girando un angolo più velocemente del solito, gli corse incontro prima di potersi fermare.
 
"Vedrei il giardino molto meglio, — disse Alice fra sè, — se potessi arrivare in cima a quella collina. Ecco un sentiero che ci va dritto dritto... almeno... no, no... non ci va... — (dopo aver fatto pochi passi lungo il sentiero e aver girato parecchi angoli acuti) — ma credo che finalmente ci andrà. Ma che strane voltate che fa! Somiglia più a un cavaturaccioli che a un viottolo. Ecco, di qui si va alla collina, mi pare... No, non ci si va. Si rivà dritto a casa. E allora proverò per l'altral’altra via."
"È inutile parlarne, — disse Alice, guardando la casa e facendo le viste di discutere con essa, — per ora non voglio rientrare. Dovrei ripassare un'altra volta per lo specchio, e mi ritroverei nella vecchia stanza... e addio a tutte le mie avventure!"
E così fece: vagando su e giù, e girando un angolo dopo l'altrol’altro, e alla fine tornando sempre alla casa. In verità, una volta, girando un angolo più velocemente del solito, gli corse incontro prima di potersi fermare.
Così, risolutamente volgendo le spalle alla casa, ripigliò la via giù per il sentiero, decisa di andar dritta fino alla collina. Andò bene per pochi minuti, e stava dicendo: "Questa volta sul serio ci arriverò..." quando il sentiero fece una brusca voltata e si scosse (come ella disse poi) e l'istante appresso Alice s'avvide di camminare in realtà verso la porta.
 
"È inutile parlarne, — disse Alice, guardando la casa e facendo le viste di discutere con essa, — per ora non voglio rientrare. Dovrei ripassare un'altraun’altra volta per lo specchio, e mi ritroverei nella vecchia stanza... e addio a tutte le mie avventure!"
Così, risolutamente volgendo le spalle alla casa, ripigliò la via giù per il sentiero, decisa di andar dritta fino alla collina. Andò bene per pochi minuti, e stava dicendo: "Questa volta sul serio ci arriverò..." quando il sentiero fece una brusca voltata e si scosse (come ella disse poi) e l'istantel’istante appresso Alice s'avvides’avvide di camminare in realtà verso la porta.
 
— Oh, è troppo cattiva! — ella esclamò. Non ho visto mai una casa venirmisi a cacciare così tra i piedi. Mai!
Però la collina era in piena vista, e non c'erac’era da far altro che mettersi di nuovo in viaggio. Questa volta ella arrivò ad una grande aiuola, tutta orlata di margherite, e con un salice piangente nel mezzo.
 
— Oh Giglio, — disse Alice, rivolgendosi a uno stelo che oscillava graziosamente al vento, vorrei che tu potessi parlare.
 
— Noi possiamo parlare, — disse il Giglio, — se c'èc’è qualcuno con cui metta conto di parlare.
 
Alice fu così stupita che rimase senza parola per un minuto. Finalmente, siccome il Giglio non faceva che oscillare, ripigliò a discorrere timidamente... quasi con un bisbiglio.
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— Sai, — disse la Rosa, — cominciar noi non sta bene, e veramente tu parlavi; dicevo a me stessa: "Il suo viso ha qualche significato, sebbene non sia furbo". Pure, tu hai il colore giusto, e col colore giusto si va lontano.
 
— Non m'importam’importa nulla del colore, — disse il Giglio. — Starebbe meglio se ella avesse i petali un po'po’ più arricciati.
 
Ad Alice non piaceva di essere giudicata, e così cominciò a fare delle domande.
 
— Non avete paura d'esserd’esser piantati qui fuori, con nessuno che vi accudisca?
 
V'èV’è l'alberol’albero nel mezzo, — disse la Rosa, a che altro servirebbe?
 
— Ma che potrebbe fare innanzi a un pericolo? — chiese Alice.
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— È per questo, — disse una Margherita, — che il suo fusto si chiama tronco.
 
— Non sai questo? — gridò un'altraun’altra Margherita, e tutte cominciarono a strillare in coro, finchè l'arial’aria parve tutta assordata da quelle stridule voci.
 
— Silenzio, tutte! — gridò il Giglio, agitandosi irosamente da un lato all'altroall’altro, fremente di rabbia. — Siccome sanno che io non posso raggiungerle, — balbettò, piegando
verso Alice la testa tremante, — si mettono a gridare a quel modo.
 
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Alice obbedì.
 
— È molto duro, — ella disse, — ma non capisco che c'entric’entri.
 
— Nella maggior parte dei giardini. — disse il Giglio, — fanno i letti dei fiori troppo soffici, e così i fiori dormono sempre.
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saperne un germoglio.
 
— Ci sono soltanto io nel giardino o c'èc’è altra gente? — chiese Alice, non volendo raccogliere l'ultimal’ultima osservazione della Rosa.
 
V'èV’è un altro fiore nel giardino che può muoversi come te, — disse la Rosa. — Vorrei sapere come fai... ("Tu sempre vuoi sapere" disse il Giglio), ma è più affaccendata di
te.
 
— È come me? — chiese Alice sollecita, perchè un pensiero le era lampeggiato: "V'èV’è un'altraun’altra bambina in qualche parte del giardino?"
 
— Sì ha la stessa tua goffa statura, — disse la Rosa, — ma è più rossa, e i suoi petali sono più corti, credo.
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— È cresciuta molto, — fu la sua prima osservazione.
 
Era cresciuta davvero. Quando Alice l'aveval’aveva raccolta dalla cenere era alta non più di otto centimetri, ed in quel momento era di mezza testa più alta d'Aliced’Alice.
 
— Effetto dell'ariadell’aria fresca, — disse la Rosa, — qui abbiamo un'ariaun’aria meravigliosa.
 
— Vorrei andarle incontro, — disse Alice, perchè sebbene i discorsi dei fiori fossero interessanti, capiva che sarebbe stato molto più importante conversare con una vera
Regina.
 
— Forse non potrai andarci, — disse la Rosa; — ti consiglierei d'andared’andare dall'altradall’altra parte.
 
Questo parve una sciocchezza ad Alice, e non disse nulla, e s'avviòs’avviò verso la Regina Rossa. Con sua grande sorpresa, immediatamente la perse di vista, e s'avvides’avvide di camminare
ancora verso la porta.
 
Si ritrasse un po'po’ irritata e, cercando per ogni dove la Regina (che scoperse finalmente a grande distanza), pensò finalmente di tentar di camminare nella direzione opposta.
 
Le riuscì magnificamente. Non aveva fatto neanche un minuto di strada che si trovò a faccia a faccia con la Regina Rossa e in piena vista della collina alla quale aveva
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Alice obbedì a tutte queste ingiunzioni, e rispose, come meglio potè, di aver smarrita la sua via.
 
— Non so che intendi per la tua via, — disse la Regina; — tutte le vie qui attorno appartengono a me... ma d'altrad’altra parte, perchè sei venuta qui fuori? — aggiunse con tono
più cortese. — Fa un inchino mentre pensi a ciò che dici. Si guadagna tempo.
 
Alice si mostrò molto meravigliata, ma aveva troppo timore per la Regina per non crederle. "Proverò quando ritorno a casa, diceva fra sè, la prima volta che sarò un po'po’ in
ritardo pel desinare."
 
— È ora di rispondere, — fece la Regina, guardando un orologetto, — apri un po'po’ più la bocca quando parli, e di'di’ sempre: "Vostra Maestà."
 
— Volevo soltanto visitare il giardino, Vostra Maestà...
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— Se mi parli di "collina", — interruppe la Regina, — io potrei mostrarti colline a petto alle quali questa potresti chiamarla "vallata."
 
— No, che non potrei, — disse Alice, che si sorprese finalmente a contraddirla; — una collina non può essere una vallata, è un'assurditàun’assurdità...
 
La Regina Rossa scosse la testa:
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collinetta.
 
Per alcuni minuti Alice se ne stette in silenzio, guardando la campagna in tutte le direzioni... Era una campagna stranissima. Un gran numero di ruscelletti l'attraversavanl’attraversavan
dritti da un lato e l'altrol’altro, e il terreno che li separava era diviso in quadrati da un gran numero di piccole siepi verdi che andavan da un ruscello all'altroall’altro.
 
— Mi pare disegnata proprio come una grande scacchiera, — disse Alice finalmente. — Vi dovrebbero essere qua e là degli uomini che si muovono... ed eccoli, ci sono! —
aggiunse deliziata, e il cuore le comincio a battere più celere mentre continuava: — Si giuoca un giuoco colossale di scacchi... per tutto il mondo... se questo e un mondo.
Oh, che divertimento! Vorrei essere del giuoco. Non m'importerebbem’importerebbe d'essered’essere una Pedina, purchè potessi essere là con loro, ma naturalmente mi piacerebbe di più essere
Regina.
 
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— Se ti piace, si può far subito. Puoi essere la Pedina della Regina Bianca, perchè Lilla è troppo giovane per giocare; e intanto tu sei nella seconda Casella; quando
arriverai all'ottavaall’ottava Casella sarai Regina.
 
Proprio in quel momento, chi sa come, cominciarono a correre.
 
Alice non potè mai capire, ripensandoci dopo, come avesse cominciato: tutto ciò che ricordava si era che correvano l'unal’una dietro l'altral’altra, tenendosi per mano, e che la Regina
andava così veloce che ella stentava a mantenere lo stesso passo; e pure la Regina continuava a strillare: "Più presto, più presto!" ma Alice non poteva andare più presto, e
non aveva più un filo di fiato per dirlo.
 
E il più strano si era che gli alberi e tutti gli altri oggetti d'intornod’intorno non cambiavan mai di posto: per quanto veloci esse andassero, non si lasciavan dietro mai niente:
"Forse tutte le cose si muovono con noi..." diceva tra sè Alice, non sapendo che pensare. E la Regina pareva indovinasse i suoi pensieri, perchè gridava: "Più presto! Non
tentar di parlare!"
 
Non che Alice avesse l'intenzionel’intenzione di farlo.
 
Le era rimasto così poco fiato, che non sapeva se avrebbe mai potuto riparlar più: e la Regina gridava: "Più presto! più presto!" e se la trascinava appresso.
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— Su! su! — gridava la Regina. — Più presto! più presto!
 
E andavano così veloci che finalmente parve traversassero l'arial’aria a volo, sfiorando a pena coi piedi il suolo, finchè improvvisamente, nell'istantenell’istante che Alice si sentiva
assolutamente esausta, si fermarono, ed ella si trovò seduta senza respiro in terra e con la testa che le girava.
 
La Regina l'adagiòl’adagiò contro un albero, e cortesemente le disse:
 
— Ora puoi riposarti un poco.
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Alice si guardò intorno, sorpresa.
 
— Ma mi pare che in tutto questo tempo non ci siamo mosse da quest'alberoquest’albero. Non c'èc’è nulla di cambiato in questo luogo.
 
— È naturale, — disse la Regina; — che cosa avresti voluto?
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Alice pensò che non sarebbe stato cortese dir di no, benchè non fosse quello che desiderava. Prese il biscotto e fece del suo meglio per mangiarlo: era molto secco. In vita
sua non s'eras’era mai sentita in tanto pericolo di strozzarsi.
 
— Mentre tu ti rinfreschi, — disse la Regina, — io prenderò le misure.
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— Alla fine di due metri, — ella disse, mettendo un piolo per segnar la distanza, — ti darò le istruzioni... Vuoi un altro biscotto?
 
— No, grazie, — disse Alice, — ne ho abbastanza d'unod’uno.
 
— La sete è spenta, spero? — disse la Regina.
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— Alla fine di tre metri, le ripeterò, per non fartele dimenticare. Alla fine di quattro, ti dirò addio. Alla fine di cinque, me ne andrò.
 
In quel momento aveva finito di mettere i pioli, e Alice stette a guardare con grande interesse, mentre la Regina ritornava all'alberoall’albero, e cominciava a camminare pianamente
giù per la fila.
 
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— Io... io non sapevo di dover dir qualche cosa... proprio ora, — balbettò Alice.
 
— Avresti dovuto dire, — continuò la Regina con tono di grave rimprovero: "Siete molto gentile a dirmi tante cose". Ma facciamo conto che tu l'abbial’abbia detto... La settima
 
Casella è tutta foresta... ma uno dei Cavalieri t'indicheràt’indicherà la via... e nell'ottavanell’ottava Casella noi saremo Regine insieme, e tutto sarà festa e allegria.
 
Alice si levò e fece un inchino. e si risedè di nuovo.
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Al prossimo piolo, la Regina si voltò ancora e disse:
 
— Parla in francese quando una cosa non sai pensarla nella tua lingua... volgi all'infuoriall’infuori le dita dei piedi camminando... e ricorda chi sei.
 
Questa volta non aspettò che Alice s'inchinasses’inchinasse, ma si diresse velocemente al prossimo piolo, dove si voltò un momento per dire "addio", e quindi corse in gran fretta all'ultimoall’ultimo.
 
Come avvenisse, Alice non seppe mai; ma, non appena raggiunto l'ultimol’ultimo piolo, la Regina non c'erac’era più. Se si fosse dileguata in aria o se fosse corsa velocemente nel bosco ("essa può correre tanto presto", pensava Alice), non vi fu assolutamente mezzo d'indovinared’indovinare: era sparita, e Alice cominciò a ricordarsi d'essered’essere una Pedina e che il suo dovere era di muoversi.
Questa volta non aspettò che Alice s'inchinasse, ma si diresse velocemente al prossimo piolo, dove si voltò un momento per dire "addio", e quindi corse in gran fretta all'ultimo.
 
Come avvenisse, Alice non seppe mai; ma, non appena raggiunto l'ultimo piolo, la Regina non c'era più. Se si fosse dileguata in aria o se fosse corsa velocemente nel bosco ("essa può correre tanto presto", pensava Alice), non vi fu assolutamente mezzo d'indovinare: era sparita, e Alice cominciò a ricordarsi d'essere una Pedina e che il suo dovere era di muoversi.
 
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