Alcuni ritratti di donne illustri delle provincie veneziane/Isabella Andreini: differenze tra le versioni

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S<small>OLTANTO</small> dopo la metà del secolo <small>XVI</small> cominciarono le donne a salire pubblicamente sulle scene italiane, e Vicenza Armanni veneziana fu un bello spirito che esercitò prima d'ognid’ogni altra il mestiere di comica, e 'l’l continuò sin alla morte sua, seguita in Cremona nell'annonell’anno 1570. Non tardò molto a succederle Isabella, nata in Padova l'annol’anno 1562. Questa donna impareggiabile, e fornita di singolare bellezza, si fece ammirare in Italia e in Francia per grazia e per rari talenti nel canto, nel suono, nella poesia; e ciò che più monta, per morigerato costume. Sin dalla sua prima giovinezza avea composta ''la Mirtilla'', favola pastorale ch'ebbech’ebbe gran plauso, e dopo la quale pubblicò altri non pochi componimenti. Curioso è anche oggidì un suo libro di ''Lettere e Dialoghi'' d'amorosod’amoroso argomento, ed uno di ''Rime'', nelle quali notò il {{AutoreCitatoAc|Giammaria Mazzuchelli|Mazzuchelli}} essere ''cultura ed elevatezza di stile con altre bellezze che non sì facilmente si trovano negli altri poeti del suo tempo''. Invaghitasi Isabella di Francesco Andreini, comico di gran nome, gli diè la mano di sposa, ma troppo breve durata ebbero i geniali legami. Essa mancò immaturamente in Lione per aborto, in età di 42 anni nel 1604, e l'afflittol’afflitto suo sposo volle che si rendesse ivi eterna la memoria di lei, facendone scolpire in bronzo l'elogiol’elogio. Era allora allora tornata di Parigi, ricca di distinzioni ottenute da quel gran re Enrico IV, e da'da’ primi personaggi della sua corte. Anche in Italia ebbe infiniti tributi di lodi; e {{AutoreCitatoAc|Torquato Tasso}} e il {{AutoreCitatoAc|Giovan Battista Marino|cavalier Marini}} scrissero versi in suo onore. Del suo nome si fecero anagrammi. ''Alia blanda sirena'' n'èn’è uno; ''Lira ne, ara labris dea?'' n'èn’è l'altrol’altro. I secentisti andarono più innanzi, ed uno tra costoro concluse, ''che Isabella portava sulle labbra l'olival’oliva di Pallade, nella faccia gli orti di Adone, nel seno il convito degli Dei, nel petto il cinto di Venere e tra le braccia il castissimo Amore''.
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S<small>OLTANTO</small> dopo la metà del secolo <small>XVI</small> cominciarono le donne a salire pubblicamente sulle scene italiane, e Vicenza Armanni veneziana fu un bello spirito che esercitò prima d'ogni altra il mestiere di comica, e 'l continuò sin alla morte sua, seguita in Cremona nell'anno 1570. Non tardò molto a succederle Isabella, nata in Padova l'anno 1562. Questa donna impareggiabile, e fornita di singolare bellezza, si fece ammirare in Italia e in Francia per grazia e per rari talenti nel canto, nel suono, nella poesia; e ciò che più monta, per morigerato costume. Sin dalla sua prima giovinezza avea composta ''la Mirtilla'', favola pastorale ch'ebbe gran plauso, e dopo la quale pubblicò altri non pochi componimenti. Curioso è anche oggidì un suo libro di ''Lettere e Dialoghi'' d'amoroso argomento, ed uno di ''Rime'', nelle quali notò il {{AutoreCitato|Giammaria Mazzuchelli|Mazzuchelli}} essere ''cultura ed elevatezza di stile con altre bellezze che non sì facilmente si trovano negli altri poeti del suo tempo''. Invaghitasi Isabella di Francesco Andreini, comico di gran nome, gli diè la mano di sposa, ma troppo breve durata ebbero i geniali legami. Essa mancò immaturamente in Lione per aborto, in età di 42 anni nel 1604, e l'afflitto suo sposo volle che si rendesse ivi eterna la memoria di lei, facendone scolpire in bronzo l'elogio. Era allora allora tornata di Parigi, ricca di distinzioni ottenute da quel gran re Enrico IV, e da' primi personaggi della sua corte. Anche in Italia ebbe infiniti tributi di lodi; e {{AutoreCitato|Torquato Tasso}} e il {{AutoreCitato|Giovan Battista Marino|cavalier Marini}} scrissero versi in suo onore. Del suo nome si fecero anagrammi. ''Alia blanda sirena'' n'è uno; ''Lira ne, ara labris dea?'' n'è l'altro. I secentisti andarono più innanzi, ed uno tra costoro concluse, ''che Isabella portava sulle labbra l'oliva di Pallade, nella faccia gli orti di Adone, nel seno il convito degli Dei, nel petto il cinto di Venere e tra le braccia il castissimo Amore''.
 
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