Dogliosamente e con gran malenanza: differenze tra le versioni

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conven chio canti e mostri mia grameza,
ca per servire sono in disperanza:
la mia fede m'àm’à tolta l'allegrezal’allegreza.
{{R|5}}Però di canto non posso partire,
poi c'ac’a la morte mi vado ap[p]ressando,
sì come il ciecen, che more in cantando,
la mia vita si parte e vo morire.
Partomi da sollazo e d'ogned’ogne gioco
{{R|10}}e ciascun altro faccia a mia parvenza,
ca dentro l'aigual’aigua m'àm’à abrusciato il foco,
mia sicurtate m'àm’à dato spavenza.
Fui miso in gioco e frastenuto in pianto
sì falsamente mi 'ngannò’ngannò lo sguardo,
{{R|15}}sì come a lo leone lo leupardo,
c'ac’a tradimento li leva l'amantol’amanto.
Per tradimento sono dismarruto,
del qual null'omonull’omo potesi guardare
e son sì preso e sì forte feruto,
{{R|20}}c'agioc’agio dottanza di poter campare,
poi che le pia[c]que a quella c'àc’à in podere
la rota di fortuna permutare;
però le piaccia di me rallegrare;
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{{R|25}}Faccia in tal guisa che naturalmente
vadan le doglie che ò non pe[r] rasone,
ca non è gioco d'essered’essere servente
a chi è meno di sua condizione.
E rason porta di punir li mali;
{{R|30}}però si guardi chi mi tene a dura,
che la pantera à in sè ben tal natura,
c'ac’a la sua lena tragon li animali.
S'eoS’eo trago a voi, non vo'vo’ più star tardando,
ched io non saccia in che guisa mi provo;
{{R|35}}ardo, consumo e struggo pur pensando
com'com’ son caduto e unde e com'com’ mi trovo.
Però ciascun faccia di sè mutanza
ed agia in sè fermanza e novo core;
lo fenix arde e rinova megliore;
{{R|40}}non dotti l'oml’om penar per meglioranza.
Però la sesta facc[i]a movimento,
ancor che paia altrui disordinato,
e facc[i]a mostra per avedimento
che ciascun guardi chi siede in mio stato;
{{R|45}}chè ciascun d'altod’alto potesi bassare,
se regimento non à chi 'l’l difenda;
lo leofante null'omonull’omo riprenda,
se, quando cade, non si può levare.
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