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disse ancora egli, che l'aere bruno
disse ancora egli, che l’aere bruno


<small><poem>{{Centrato|Toglieva gli animai che sono in terra}}</poem></small>
<small><poem>{{Centrato|Toglieva gli animai che sono in terra}}</poem></small>


da le lor fatiche e da le loro vigilie; e che solamente egli si apparecchiava e preparava a sostenere la guerra e la fatica ''del cammino'' dell'Inferno (dimostrando con tali parole, come egli non è poca difficultà il conoscere i vizii, sì perchè ei si rappresentano altrui sempre o il più delle volte sotto spezie di bene, e sì per scusargli ancor del continovo la parte nostra sensitiva e priva di ragione; la quale mostra verbigrazia a gli avari, che lo avere danari è cosa non solo utile, ma molto necessaria; e a chi è inclinato a' piaceri, ch'ei son necessarii non solo al bene essere, ma ancora a l'essere; conciosia che, se ei non fussero, mancherebbono gl'individui, e conseguentemente le specie, onde verrebbe presto a mancare il mondo), e ''della pietade'', cioè di quella compassione ch'ei conosceva, essendo ciò cosa umana e da chiunche non ha l'animo efferato e crudele, di avere; veggendo tanti spiriti nobili e virtuosi, privi in eterno del fine e della felicità loro, solamente per non avere avuto il lume della fede; e tanti altri i quali, avendolo, si son lasciati condurre da i vizii e da le lusinghe de'sensi nell'Inferno a la eterna dannazione. Le quali cose dice che la ''mente'' sua, la quale ''non erra'', ritrarrà e rappresenterà in questa sua opera, in quel propio modo che ritraggono i pittori una figura, o qual si voglia altra cosa, da 'l propio e da 'l vero. E quello che egli intenda per ''mente'', lo dichiara egli stesso nel ''Convivio'' nella interpretazione sopra quel verso:
da le lor fatiche e da le loro vigilie; e che solamente egli si apparecchiava e preparava a sostenere la guerra e la fatica ''del cammino'' dell’Inferno (dimostrando con tali parole, come egli non è poca difficultà il conoscere i vizii, sì perchè ei si rappresentano altrui sempre o il più delle volte sotto spezie di bene, e sì per scusargli ancor del continovo la parte nostra sensitiva e priva di ragione; la quale mostra verbigrazia a gli avari, che lo avere danari è cosa non solo utile, ma molto necessaria; e a chi è inclinato a’ piaceri, ch’ei son necessarii non solo al bene essere, ma ancora a l’essere; conciosia che, se ei non fussero, mancherebbono gl’individui, e conseguentemente le specie, onde verrebbe presto a mancare il mondo), e ''della pietade'', cioè di quella compassione ch’ei conosceva, essendo ciò cosa umana e da chiunche non ha l’animo efferato e crudele, di avere; veggendo tanti spiriti nobili e virtuosi, privi in eterno del fine e della felicità loro, solamente per non avere avuto il lume della fede; e tanti altri i quali, avendolo, si son lasciati condurre da i vizii e da le lusinghe de’sensi nell’Inferno a la eterna dannazione. Le quali cose dice che la ''mente'' sua, la quale ''non erra'', ritrarrà e rappresenterà in questa sua opera, in quel propio modo che ritraggono i pittori una figura, o qual si voglia altra cosa, da ’l propio e da ’l vero. E quello che egli intenda per ''mente'', lo dichiara egli stesso nel ''Convivio'' nella interpretazione sopra quel verso:


<small><poem>{{Centrato|Amor che nella mente mi ragiona.}}</poem></small>
<small><poem>{{Centrato|Amor che nella mente mi ragiona.}}</poem></small>


Dove dividendo egli, secondo la dottrina di Aristotile, le potenze dell'anima nostra, dice ch'ella ne ha, infra l'altre, tre, le quali son le principali di tutte l'altre; e queste sono ''vivere, sentire, e ragione usare'', per dire come lui. E oltre a di questo, soggiugne, ella ha ancor dipoi il muovere; ma questa si può fare una sola col sentire. Conciosia che ogni anima, che sente o con tutti a cinque i sensi o con manco, si muova ancora in qualche modo. Delle quali potenze, per
Dove dividendo egli, secondo la dottrina di Aristotile, le potenze dell’anima nostra, dice ch’ella ne ha, infra l’altre, tre, le quali son le principali di tutte l’altre; e queste sono ''vivere, sentire, e ragione usare'', per dire come lui. E oltre a di questo, soggiugne, ella ha ancor dipoi il muovere; ma questa si può fare una sola col sentire. Conciosia che ogni anima, che sente o con tutti a cinque i sensi o con manco, si muova ancora in qualche modo. Delle quali potenze, per