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e per ciò come istinto prevalente di avversione, di lotta,
e per ciò come istinto prevalente di avversione, di lotta, dell’una gente coll’altra.
dell'ima gente ooH'altra. *


Il credente, nell’acquietamento della convinzione inconsciamente per eredità in esso consolidatasi, trova la ragione per lui più decisiva per ritenere falsa ogni altra legge, non curando, che argomenti allo stesso modo, contro la sua, il credente della fede opposta. E, per guardarsi più sicuramente dal dubbio turbatore, rifugge con orrore, come dal maggior peccato, dal libero pensiero, che varrebbe a guarirlo dal pregiudizio atavico.
II credente, nell'acquietamento della convinzione in-
consciamente per eredità in esso consolidatasi, trova la ra-
gione per lui più decisiva per ritenere falsa orni altra
legge, non curando, che argomenti allo stesso modo, contro
Ja sua, il credente della lede opposta. E, per guardarsi
più sicuramente dal dubbio turbatore, rifugge con orrore,
come dal maggior peccato, dal libero pensiero, che var-
rebbe a guarirlo dal pregiudizio atavico.


Ma non ha potuto poi una qualche volta, col tempo, la tentazione satanica del libero pensiero, in qualche mente privilegiata, non insinuarsi, e brillare via via più lusinghiera; e comunicarsi, benefico contagio, ad un numero sempre maggiore di eletti; e spingerli, malgrado i pericoli, pel faticoso sentiero della ricerca spregiudicata e dall’apostolato della scienza.
Ma non ha potuto poi una qualche volta, col tempo,
la tentatone satanica del libero pensiero, in qualche mente
privilegiata, non insinuarsi, e brillare via via più lusin-
ghiera ; e comunicarsi, benefico contagio, ad un numero
sempre maggiore di detti; e spingerli, malgrado i pericoli,
pel faticoso sentiero della ricerca spregiudicata e dal-
l'apostolato della scienza.


Ed ecco, con questa, sfolgorare la luce a dissipare le illusioni mistiche inimicanti fra loro il bianco e il giallo, il rosso e il negro, e ad affratellare, nella comunanza di una verità sola, le genti di ogni plaga, di ogni colore. La luce della scienza, simboleggiata in Venere nella fatidica invocazione di {{AutoreCitato|Lucrezio Caro}} (De rer. nat. I, 29-32):.
^ quarta, sfolgorare la luce a dissipare le


<poem>''Effige ut interea fera moenera militiai''
inimicanti fra loro il bianco e il giallo,
''per maria ac terras omnis sopita quiescant'':
il rosso e il negro, e ad affratellare, nella comunanza <£
''nam tu sola potes tranquilla pace juvare''
una verità sola, le genti di ogni plaga, di ogni colore*
''mortalis.''</poem>
La luce della scienza, simboleggiata in Venere nella fa-
{{A_destra|<small>(Dal Resoconto ufficiale del convegno internazionale del libero pensiero di Roma, 20-23 settembre 1904).</small>}}
tidica invocazione di Lucrezio Caro (De rer. nat I,

W 42):.

Effige ut inietta fera moenera militici
per maria ac terras omnis sopita quiescant :
nam tu sola potes tranquilla pace juvare
mortali**

(D*l Resoconto ufficiale del convegno infcernaaàonaie del libero pensiero

di Roma, 20-23 settembre 1904).