Il giornalino di Gian Burrasca/1 febbraio: differenze tra le versioni
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È appena giorno e io che mi sono svegliato presto ne profitto per continuare a registrare le mie memorie nel mio caro giornalino, mentre i miei cinque compagni dormono della grossa.
In questi due giorni passati ho due tatti notevoli da narrare: una condanna alla prigione e la scoperta della ricetta per fare
Ieri
- Nello stanzino ci son le nuvole...
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- Ho capito! - rispose il Barozzo strizzando un occhio.
E poco dopo mi disse: - Addio, Stoppani, vo a studiare - e se
Io che avevo capito che quella
- Voglio vedere le nuvole
E arrivato a una porticina dove avevo visto sparire il mio compagno di tavola, la spinsi e... capii ogni cosa.
In una piccola stanzetta che serviva per pulire e assettare i lumi a petrolio (ve
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Ma
- Perché sei venuto qui? - disse il Pezzi con aria minacciosa.
- Oh bella! Son venuto a fumare
- No, no! - saltò a dire il Barozzo. - Egli non è avvezzo... gli farebbe male, e così tutto sarebbe scoperto.
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- Bada bene però, - disse un certo Maurizio Del Ponte. - Guai se...
- Io, per tua regola - lo interruppi con alterezza, avendo capito quel che voleva dire - la spia non
Allora il Michelozzi che era rimasto sempre prudentemente con le mani didietro, tirò fuori un sigaro toscano ancora acceso, se lo cacciò avidamente tra le labbra, tirò due o tre boccate e lo passò al Pezzi che fece lo stesso passandolo poi al Barozzo che ripeté la medesima funzione passandolo al Del Ponte che, dopo le tre boccate di regola, lo rese al Michelozzi... e così si ripeté il passaggio parecchie volte, finché il sigaro fu ridotto a una misera cicca e la stanza era così piena di fumo che ci si asfissiava...
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E si precipitò fuori della stanza seguito dagli altri tre.
Io, sorpreso da quella parola ignorata, indugiai un
- Che cosa succede qua? -
Ma non ebbe bisogno di nessuna risposta; appena dentro la stanza comprese perfettamente quel che era successo e con due occhi da spiritato, mentre gli tremavano i baffi scompigliati
- Ah, si fuma! Si fuma, e dove si fuma? Nella stanza del petrolio, a rischio di far saltar
E si chinò giù mettendomi il viso contro il viso in modo che i suoi baffoni grigi mi facevano il pizzicorino nelle gote. Io eseguii
- Tu no... difatti sei troppo piccolo. Hanno fumato i grandi... quelli che sono scappati di qui quando io imboccavo il corridoio. E chi erano? Svelto... ''march''!
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E afferratomi per un braccio mi portò via, chiamò un bidello e gli disse:
- In prigione fino a
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La prigione è una stanzetta su per giù come quella dei lumi a petrolio, ma più alta della metà, e
Fui serrato lì dentro a catenaccio, e vi rimasi solo con ì miei pensieri finché non venne a farmi visita la signora Geltrude la quale mi fece una lunga predica sul pericolo
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La mattina dopo, cioè iermattina, mi svegliai di lietissimo umore.
Il mio pensiero, considerando i miei casi, corse ai tempi delle cospirazioni, quando i patriotti italiani marcivano nelle prigioni piuttosto che dire i nomi dei congiurati ai tedeschi, e mi sentivo pieno
Però, in mancanza di topi,
Allora mi venne in mente che, se avessi potuto chiamare dalla finestra qualche passerotto, sarebbe stato molto più facile di ammaestrarlo; ma la finestra era così alta!...
Non so che cosa avrei dato per potere arrampicarmi su quella finestrino; e a furia di pensarci mi era venuto come una frenesia e non potevo più star fermo, né mi riusciva di levarmi dal cervello
Cominciai dal trascinare il lettuccio sotto la finestra per diminuirne la distanza; poi presi un pezzo di corda che avevo in tasca, levai la cinghia dei calzoni e
Da un capo di essa attaccai una scarpa; e incominciai i miei esercizi di tiro a segno lanciando con la destra la scarpa contro la barra di ferro e tenendo nella sinistra
Quanti vani tentativi! Non avevo orologio per calcolare quanto tempo occupassi in questo lavoro, ma potevo giudicarne la durata dal sudore che mi bagnava tutto per la fatica.
Finalmente mi riuscì di fare in modo che la scarpa lanciata al disopra della sbarra girasse al di sotto, ritornando dentro la stanza; e dopo, piano piano, a forza di piccole e prudenti scosse date con la parte di corda che avevo in mano mi riuscì di far calare giù
Che felicità! Su quella doppia corda mi arrampicai su fino alla finestra, dove mi riescì di accoccolarmi, alla meglio, e salutai il cielo che mai mi era parso così limpido e così bello come in quel momento.
Ma oltre alla bellezza del cielo che scorgevo al disopra di me mi commosse
Allora mi ricordai che era venerdì, il giorno sacro alla famosa minestra di magro che in mezzo a tutte le minestre di riso della settimana veniva ad allietare i nostri stomachi, a quella eccellente minestra di magro così saporita e che pareva riunire in sé le fragranze più care
Mi sentivo venir
Fortunatamente questo atroce supplizio durò poco, perché ogni desiderio mi sparì come per incanto dallo stomaco appena scoprii la ricetta con la quale il cuoco del collegio faceva la sua ottima minestra di magro.
Stando appollaiato sulla finestra avevo visto più volte andare e venire lo sguattero, un ragazzettaccio che da quel che capii era stato preso da poco perché sentivo il cuoco che gli diceva continuamente: -
- Tutti i piatti sudici di ieri, - gli domandò a un certo punto il cuoco - dove gli hai messi?
- Lassù su
- Benone! Ora rigovernali nella solita caldaia dove hai rigovernato ieri e ier
Lo sguattero portò tutti i piatti sudici nel cortiletto e a due a due li fece scivolare dentro il caldaione
- Che brodo! Si taglia col coltello!...
- Benone! - disse il cuoco comparendo
Lo sguattero sgranò tanto
- Come! La minestra
- Sicuro! - spiegò il cuoco, accostandosi al caldaione. - Questo è il brodo per la minestra di magro alla casalinga del venerdì che piace tanto a tutte queste carogne di ragazzi. Capirai! Qui ci son tutti i sapori...
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- Sfido io! Ci ho rigovernato i piatti di due giorni di seguito...
- E prima che tu venissi tu
-
- Grullaccio! - ribatté il cuoco. - Ti
- Ah! - fece lo sguattero, tirando un gran respiro di sollievo.
- Ora, via: portiamo la caldaia sul fuoco, che
E, uno da una parte uno
-
A questo punto non ne potetti più dallo schifo e
- Porci! allora metteteci anche questa!... -
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- Appoggiatela lì, e fate scendere quello sciagurato! - impose con aria drammatica la signora Geltrude.
- No, non scendo! - risposi aggrappandomi alla sbarra dì ferro. - Se devo rimanere in prigione voglio starmene quassù perché
- Scendi, via! Non capisci che ero venuta appunto per farti uscire dalla prigione? Purché,
Io guardai la direttrice sorpreso.
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- Perché questa improvvisa liberazione? - pensavo fra me. - Eppure non ho rivelato i nomi dei ragazzi che fumavano nello stanzino del petrolio... Dunque? Ah! Ho capito! Ora cercan di pigliarmi con le buone maniere perché non racconti ai miei compagni la scoperta della ricetta per la zuppa di magro alla casalinga. -
In ogni modo non
Appena ebbi toccato terra, la signora Geltrude, ordinò al bidello di riportar via la scala, e poi, presomi per un braccio, mi disse con tono imperioso:
-
- Volevo dire che io non intendo di mangiarla più mai. Guardi! Mi assoggetto piuttosto a mangiar quella di riso anche il venerdì... a meno che non mi dia la minestra speciale che fanno per lei e per il signor direttore...
- Ma che dici? Io non
Allora le raccontai semplicemente tutto quello che avevo visto e sentito dalla finestrino della mia prigione e con mia grande sorpresa la signora Geltrude, molto impressionata dal mio racconto, esclamò:
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- La cosa che dici, ragazzo mio, è molto seria... Bada bene! Si tratta di far perdere il pane a due persone: al cuoco e allo sguattero... Pensaci: hai detto proprio la verità?
-
- Allora vieni a far rapporto dal signor direttore! -
Difatti mi condusse
- Lo Stoppani - gli disse la signora Geltrude - ha un rapporto molto grave da fare contro il personale di cucina. Via, racconta -
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- Fate venir qui il cuoco e lo sguattero. ''March''! -
Poco dopo, eccoli tutti e due; e io daccapo a ripetere il racconto per la terza volta... Ma la mia maraviglia giunse al colmo quando, invece di rimanere confusi,
- La mi scusi, signor direttore, ma le par possibile che si faccia tutto questo? Deve sapere che io ho per abitudine di far sempre la burletta, e ora specialmente che ho per le mani questo sguattero, che è nuovo del mestiere, mi diverto un mondo a dargliene ad intendere delle cotte e delle crude... Quello che ha raccontato il signorino è sacrosantamente vero: soltanto, come le ho detto, si trattava di parole dette per ischerzo...
- Va bene, - disse il direttore. - Ma il mio dovere mi impone di procedere immediatamente a
E uscì impettito, con passo militare.
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Quando ritornò poco dopo mi disse sorridendo:
- Tu hai fatto bene a riferirmi quel che avevi visto... Ma fortunatamente la cosa sta come aveva raccontato il nostro cuoco... e puoi mangiar tranquillo la tua brava scodella di minestra alla casalinga. Cerca di esser buono...
Io me ne andai tutto contento e persuaso in mezzo ai miei compagni, che giusto in quel momento uscivano di classe.
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Quando venne in tavola la minestra di magro alla casalinga, il mio primo movimento fu di repulsione. Ma le parole del cuoco mi avevano persuaso... E poi avevo molta fame... E poi, appena assaggiata dovetti riconoscere che quella minestra era proprio buona e mi pareva impossibile che una cosa tanto prelibata potesse esser preparata in un modo così ripugnante.
Avrei voluto raccontare al Barozzo tutta la scena che si era svolta nel cortiletto della cucina e poi
Anche dopo, durante
La sorveglianza speciale è durata fino a ieri sera; ma a cena mi parve che il mio contegno avesse finalmente persuaso la direttrice che mi ero dimenticato di quel che avevo visto la mattina.
Così potei narrar tutto per filo e per segno al Barozzo, il quale prese la cosa molto sul serio e dopo aver pensato un
- Vorrei sbagliare... Ma per me
- Come!
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- Sicuro. Prendiamo a considerare la faccenda dal momento in cui il cuoco, accortosi che tu avevi assistito alla preparazione della minestra di magro alla casalinga, è corso ad avvertire il direttore o la direttrice. Qual era il consiglio che dovevano seguire nel loro interesse? Quello di rabbonirti e di cancellare dalla tua mente lo spettacolo che avevi visto. Essi dunque hanno detto al cuoco e allo sguattero: Quando sarete chiamati dite che è stata una burletta!... Ed ecco che la direttrice viene ad aprirti la prigione, finge di scandalizzarsi al tuo racconto e ti conduce dal direttore il quale finge di fare un tremendo processo al cuoco e allo sguattero, i quali fingono di avere scherzato... e tu, persuaso di tutto questo, mangi e gusti, come al solito, la tua brava minestra di magro alla casalinga e... e tutto sarebbe andato bene per loro se tu non avessi raccontato la cosa al tuo amico Barozzo che ha più esperienza di te e che riferirà la cosa alla società... -
Per questa faccenda, in tempo di ricreazione faremo
Ma è già sonata la sveglia e bisogna che mi affretti a nasconderti, giornalino mio!
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Ci siamo riuniti tutti in un angolo del cortile; questo disegno che ho fatto qui stasera, prima di addormentarmi, rappresenta il momento più solenne della discussione, con Tito Barozzo che presiedeva alla mia sinistra, e accanto i lui Mario Michelozzi, alla mia destra Carlo Pezzi e, tra questi e il Michelozzi, Maurizio del Ponte.
Prima di tutto
Dopo aver discusso ben bene ci siamo trovati
- Ci vorrebbe
- Ci penso io a procurarla! - ha aggiunto Carlo Pezzi - ne ho vista nel gabinetto di chimica.
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- ''Tutti per uno''! -
E
- ''Uno per tutti''! -
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Tutti i collegiali hanno un armadietto simile, chiuso da uno sportello bigio.
Rimasi in ascolto, pieno di curiosità. Non mi ero sbagliato: le voci erano al di là del muro in fondo
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