Epistolario di Renato Serra/A Luigi Ambrosini - 28 settembre 1903: differenze tra le versioni

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Carissimo,
 
non pensar male per il lungo silenzio; volevo insieme ai ringraziamenti e rallegramenti per il gentile messaggio, mandarti anche una risposta a proposito della recensione sul "Cittadino"<ref>"Il Cittadino, gionrale della domenica", uscì la prima volta a Cesena pei tipi del Biasini il 2 gennaio 1889, fondatore e direttore <small>NAZZARENO TROVANELLI</small> (31 agosto 1855 - 20 marzo 1915). Il quale nel n.53 del 31 dicembre 1911 dichiarava di lasciare la direzione del periodico, aggiungendo che non avrebbe più avuto ingerenza nella redazione e nella collaborazione. Le ventidue annate del periodico sotto la direzione del Trovanelli costituiscono una fonte preziosa per la storia di Cesena e di Romagna, e notevolissime vi sono pure le brevi recensioni, le noticine di bibliografia, lo spoglio delle riviste, la pubblicazione di lettere e documenti (cfr. <small>{{AutoreCitatoAc|Gaetano Gasperoni|G.GASPERONI}}</small>, ne "La Romagna" del 1909, p. 103; del 1911, p.188; del 1913, p.81).</ref>; per la quale, non avendo io nessuna relazione col giornale, non sapevo da che parte rifarmi; finalmente ho trovato un collaboratore, mio amico, che dirà qualche cosa sul tuo volumetto<ref>Autore della recensione (''Tra i libri: Intermezzo'' di <small>LUIGI AMBROSINI</small>, in "Il Cittadino", a.XV, n.41, 11 ottobre 1903) fu <small>ERMANNO MAGALOTTI</small>, un giovane maestro elementare di Cesena, morto già da parecchi anni, e che scriveva poesie. Sono suoi questi volumetti: ''Miniature'', 1901; ''Liriche'', 1906; ''Visioni e fantasie liriche'', 1908. Di ''Miniature'' scrisse anche <small>RENATO SERRA</small>, e fu il suo primo saggio critico a stampa. Notevole nella recensione del <small>MAGALOTTI</small>, l'accennol’accenno a poesie inedite dell'dell’<small>AMBROSINI</small>: ''Canzoniere del ciclista'', di cui pubblica una breve saffica. Di tale ''Canzoniere'' non si ha, ch'ioch’io sappia, altra notizia.</ref>. Intanto tu, se vuoi, mandalo.
 
Dei tuoi versi non ti dico più nulla; se non che stampati mi sono sembrati, come accade sempre, anche più felici; ma tu di lodi non hai bisogno. Piuttosto, all'occasioneall’occasione, sappimi dire qualche cosa dell'accoglienzadell’accoglienza che van loro facendo i critici (ma son tanto tardi in questo bel paese ad accorgersi di una voce nuova!); e segui a lavorare così. Dei due lavori, di cui mi parli, io non saprei che dirti; se devi farlo a contro voglia, no; ma, avendone un poca, non lasciarla morire; che sarebbero, io credo, utili per lo sforzo di dover esser, che è così difficile, facile e puro, e insieme dilettoso e vago; e un mezzo non trascurabile di farsi nome. Sta'Sta’ sano e vogli bene al tuo amico.
 
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