Convivio/Trattato terzo: differenze tra le versioni
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{{Qualità|avz=50%|data=23 luglio 2008|arg=Saggi}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=Trattato terzo|prec=../Trattato secondo|succ=../Trattato quarto}}
==CANZONE SECONDA==
<poem>
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de la mia donna disiosamente,
move cose di lei meco sovente,
che lo
Lo suo parlar sì dolcemente sona,{{R|5}}
che
dice: «Oh me lassa!
di dir quel
E certo
ciò che lo mio intelletto non comprende;
e di quel che
gran parte, perchè dirlo non savrei.
Però, se le mie rime avran difetto
di ciò si biasmi il debole intelletto
e
di ritrar tutto ciò che dice Amore.
Non vede il sol, che tutto
cosa tanto gentil, quanto in
che luce ne la parte ove dimora
la donna di cui dire Amor mi face.
Ogni Intelletto di là su la mira,
e quella gente che qui
quando Amor fa sentir de la sua pace.
Suo esser tanto a Quei che lel dà piace,
che
oltre
La sua anima pura,{{R|30}}
che riceve da lui questa salute,
lo manifesta in quel
chè
che li occhi di color
ne mandan messi al cor pien di desiri,{{R|35}}
che prendon aire e diventan sospiri.
In lei discende la virtù divina
sì come face in angelo che
e qual donna gentil questo non crede,
vada con lei e miri li atti sui.{{R|40}}
Quivi
un spirito da ciel, che reca fede
come
è oltre quel che si conviene a nui.
Li atti soavi
vanno chiamando Amor ciascuno a prova
in quella voce che lo fa sentire.
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gentile è in donna ciò che in lei si trova,
e bello è tanto quanto lei simiglia.{{R|50}}
E puossi dir che
a consentir ciò che par maraviglia;
onde la nostra fede è aiutata:
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Cose appariscon ne lo suo aspetto{{R|55}}
che mostran
dico ne li occhi e nel suo dolce riso,
che le vi reca Amor
Elle soverchian lo nostro intelletto,
come raggio di sole un frale viso:{{R|60}}
e
mi conven contentar di dirne poco.
Sua bieltà piove fiammelle di foco,
animate
e rompon come trono
li
Però qual donna sente sua bieltate
biasmar per non parer queta e umile,
miri costei
Questa è colei
costei pensò chi mosse
Canzone,
al dir
che questa donna che tanto umil fai{{R|75}}
ella la chiama fera e disdegnosa.
Tu sai che
e quanto in sè, non si turba già mai;
ma li nostri occhi per cagioni assai
chiaman la stella talor tenebrosa.{{R|80}}
Così,
non considera lei secondo il vero,
ma pur secondo quel
chè
e teme ancora, sì che mi par fero{{R|85}}
Così ti scusa, se ti fa mestero;
e quando poi, a lei ti rappresenta:
dirai: «Madonna,
io parlerò di voi in ciascun lato».{{R|90}}
</poem>
==CAPITOLO I==
1. Così come nel precedente trattato si ragiona, lo mio secondo amore prese cominciamento da la misericordiosa sembianza
5. E a questo deliberamento tre ragioni
13. Questa canzone principalmente ha tre parti. La prima è tutto lo primo verso, nel quale proemialmente si parla. La seconda sono tutti e tre li versi seguenti, ne li quali si tratta quello che dire
==CAPITOLO II==
1. Faccendomi dunque da la prima parte, che proemio di questa canzone fu ordinata, dico che dividere in tre parti si conviene. Che prima si tocca la ineffabile condizione di questo tema; secondamente si narra la mia insufficienza a questo perfettamente trattare: e comincia questa seconda parte: E certo
2. Dice adunque: Amor che ne la mente mi ragiona; dove principalmente è da vedere chi è questo ragionatore, e che è questo loco nel quale dico esso ragionare. 3. Amore, veramente pigliando e sottilmente considerando, non è altro che unimento spirituale de
10. Lo loco nel quale dico esso ragionare sì è la mente; ma per dire che sia la mente, non si prende di ciò più intendimento che di prima, e però è da vedere che questa mente propriamente significa. 11. Dico adunque che lo Filosofo nel secondo de
17. E che ciò fosse lo
==CAPITOLO III==
1. Non sanza cagione dico che questo amore ne la mente mia fa la sua operazione; ma ragionevolemente ciò si dice, a dare a intendere quale amore è questo, per lo loco nel quale adopera. 2. Onde è da sapere che ciascuna cosa, come detto è di sopra, per la ragione di sopra mostrata ha
6. Chè per la natura del simplice corpo, che ne lo subietto signoreggia, naturalmente ama
9. E per la natura terza, cioè de le piante, ha
12. Onde, acciò che questa natura si chiama mente, come di sopra è mostrato, dissi
14. E
==CAPITOLO IV==
1. Quando ragionate sono le due ineffabilitadi di questa matera, conviensi procedere a ragionare le parole che narrano la mia insufficienza. Dico adunque che la mia insufficienza procede doppiamente, sì come doppiamente trascende
5. Potrebbe dire alcuno:
9. Tornando adunque al proposito, dico che nostro intelletto, per difetto de la vertù da la quale trae quello
==CAPITOLO V==
1. Quando, ragionando per la prima parte, aperta è la sentenza di quella, procedere si conviene a la seconda; de la quale per meglio vedere, tre parti se ne vogliono fare, secondo che in tre versi si comprende: che ne la prima parte io commendo questa donna interamente e comunemente, sì ne
3. Dice adunque: Non vede il sol, che tutto
8. Questo cielo si gira intorno a questo centro continuamente, sì come noi vedemo; ne la cui girazione conviene di necessitade essere due poli fermi, e uno cerchio equalmente distante da quelli, che massimamente giri. Di questi due poli,
13. Segnati questi tre luoghi sopra questa palla, leggiermente si può vedere come lo sole la gira. Dico adunque che
20. Conviene anche che li due spazii, che sono in mezzo de le due cittadi imaginate e lo [cerchio] del mezzo, veggiano lo sole disvariatamente, secondo che sono remoti e propinqui questi luoghi; sì come omai, per quello che detto è, puote vedere chi ha nobile ingegno, al quale è bello un poco di fatica lasciare. 21. Per che vedere omai si puote, che per lo divino provedimento lo mondo è sì ordinato che, volta la spera del sole e tornata a uno punto, questa palla dove noi siamo in ciascuna parte di sè riceve tanto tempo di luce quanto di tenebre. 22. O ineffabile sapienza che così ordinasti, quanto è povera la nostra mente a te comprendere! E voi a cui utilitade e diletto io scrivo, in quanta cechitade vivete, non levando li occhi suso a queste cose, tenendoli fissi nel fango de la vostra stoltezza!
==CAPITOLO VI==
1. Nel precedente capitolo è mostrato per che modo lo sole gira; sì che omai si puote procedere a dimostrare la sentenza de la parte a la quale
4. Poi quando dico: Ogni Intelletto di là su la mira, commendo lei, non avendo rispetto ad altra cosa. E dico che le Intelligenze del cielo la mirano, e che la gente di qua giù gentile pensano di costei, quando più hanno di quello che loro diletta. E qui è da sapere che ciascuno Intelletto di sopra, secondo
7. E a questo affermare, soggiungo quando dico: E quella gente che qui
11. Poi quando dico: La sua anima pura, pruovo ciò che detto è per sensibile testimonianza. Ove è da sapere che, sì come dice lo Filosofo nel secondo de
==CAPITOLO VII==
1. Commendata questa donna comunemente, sì secondo
6. E avvegna che posti siano qui gradi generali, nondimeno si possono porre gradi singulari; cioè che quella riceve, de
8. Poi quando dico: E qual donna gentil questo non crede, pruovo questo per la esperienza che aver di lei si può in quelle operazioni che sono proprie de
11. Dico che
14. Poi quando dico: Di costei si può dire, intendo narrare come la bontà e la vertù de la sua anima è a li altri buona e utile. E prima,
==CAPITOLO VIII==
1. Intra li effetti de la divina sapienza
6. E però che potrebbe alcuno aver domandato dove questo mirabile piacere appare in costei, distinguo ne la sua persona due parti, ne le quali
13. E dico che Amore le reca queste cose quivi, sì come a luogo suo; dove si può amore doppiamente considerare. Prima
15. Poi quando dico: Sua bieltà piove fiammelle di foco, ricorro a ritrattare del suo effetto, poi che di lei trattare interamente non si può. Onde è da sapere che di tutte quelle cose che lo
21. Ultimamente quando dico: Però qual donna sente sua bieltate, conchiudo, sotto colore
==CAPITOLO IX==
1.
4. Dico dunque in prima:
11. Veduto questo modo de la vista, vedere si può leggermente che, avvegna che la stella sempre sia
==CAPITOLO X==
1. Partendomi da questa disgressione, che mestiere è stata a vedere la veritade, ritorno al proposito e dico che sì come li nostri occhi
5. Poi quando dico: Così ti scusa, se ti fa mestero, impongo a la canzone come per le ragioni assegnate
9. E impongo anche a costei che domandi parola di parlare a questa donna di lei. Dove si puote intendere che
==CAPITOLO XI==
1. Sì come
3. Dico adunque che anticamente in Italia, quasi dal principio de la costituzione di Roma, che fu [sette]cento cinquanta anni [innanzi], poco dal più al meno, che
7. Ma però che
16. Ma però che, per alcuno fervore
18. Poi che è veduto come la primaia e vera filosofia è in suo essere - la quale è quella donna di
==CAPITOLO XII==
1. Nel primo capitolo di questo trattato è sì compiutamente ragionata la cagione che mosse me a questa canzone, che non è più mestiere di ragionare; chè assai leggermente a questa esposizione
2. Dico: Amor che ne la mente mi ragiona. Per Amore intendo lo studio lo quale io mettea per acquistare
6. Onde al secondo verso, lo quale è cominciatore del trattato, è da procedere, là ove io dico: Non vede il sol, che tutto
==CAPITOLO XIII==
1. Veduto come, nel principio de le laude di costei, sottilmente si dice essa essere de la divina sustanza, in quanto primieramente si considera, da procedere e da vedere è come secondamente dico essa essere ne le causate intelligenze. 2. Dico adunque: Ogni Intelletto di là su la mira: dove è da sapere che
3. Poi quando dico: E quella gente che qui
9. Dico dunque appresso:
==CAPITOLO XIV==
1. Sì come ne la litterale esposizione dopo le generali laude a le speziali si discende, prima da la parte de
11. Dice: Vada con lei e miri li atti sui, cioè accompagnisi di questo amore, e guardi a quello che dentro da lui troverà. E in parte ne tocca, dicendo: Quivi
==CAPITOLO XV==
1. Ne lo precedente capitolo questa gloriosa donna è commendata secondo
6. Poi, quando si dice: Elle soverchian lo nostro intelletto, escuso me di ciò, che poco parlar posso di quelle, per la loro soperchianza.
11. Poi quando dice: Sua bieltà piove fiammelle di foco, discende ad un altro piacere di Paradiso, cioè de la felicitade secondaria a questa prima, la quale de la sua biltade procede. Dove è da sapere che la moralitade è bellezza de la filosofia; chè così come la bellezza del corpo resulta da le membra in quanto sono debitamente ordinate, così la bellezza de la sapienza, che è corpo di Filosofia come detto è, resulta da
14. Ove è da sapere che li costumi sono beltà de
17. O peggio che morti che
19. E qui si può terminare la vera sentenza de la presente canzone. Veramente
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